Tre associazioni chiedono più impegno in campo ambientale
Le richieste: monitoraggio dell'aria e trasparenza sui casi di tumore. Nuovo movimento ambientalista con Folgore, Demetra e Ambiente e/è vita
giovedì 31 maggio 2012
8.56
Tre associazioni ambientali di volontariato (Folgore di Trani, Demetra di Trani e Ambiente e/è vita Bat di Bisceglie) che compongono il movimento ambientalista Bat sorto su Facebook si associano alle parole di Francesco Bartucci del circolo Legambiente di Trani ed invitano l'amministrazione di Trani e quelle della Bat a delle scelte responsabili in materia ambientale.
Le associazioni chiedono il monitoraggio della qualità dell'aria (per cominciare a tracciare i primi epidemiologici dati tra inquinamento dell'aria e patologie tumorali), una continua e forte azione di contrasto alla realizzazione della discarica per rifiuti speciali Ekobat, la trasparenza di tutti i dati inerenti l'attuale situazione epidemiologia dei tumori nella Provincia Bat e soprattutto che portino a conoscenza della popolazione se ci sono stati ulteriori accertamenti e sviluppi riguardo la questione "Cave e veleni" risalente al 1995 quando l'allora sindaco di Trani Giancarlo Tamborrino, a seguito dell'incremento delle morti per neoplasie a Trani nel quinquennio 1989-1994, istituì una commissione medica per lo studio dei tumori, la quale non riuscì dal canto suo a documentare la mappa del male.
L'istituzione della commissione ed anche del registro tumori intendeva proprio affrontare il problema su basi scientifiche, con elementi oggettivi che facessero piazza pulita di illazioni e facile demagogia. Ma i medici investiti del non facile compito ebbero non pochi problemi nel reperire i dati ed incrociarli in modo da dedurne conclusioni precise. In realtà i due filoni d'indagine medica presentarono risultati quasi contraddittori. Anche la procura di Trani si attivò a seguito delle dichiarazioni di un noto pentito tranese che affermò la presenza di rifiuti speciali, dannosi, tossici e radioattivi sepolti nelle cave. Ma le ricerche, benché estese, da quanto riferito ai media, non diedero alcun riscontro. La procura decise di utilizzare il sistema di telerilevamento aereo, chiamato Dedalus, fornito dalla Guardia di Finanza di Roma, il quale sistema era in grado di rilevare con assoluta certezza le aree in cui potevano essere stati sotterrati dei rifiuti radioattivi. Venne quindi eseguito questo accertamento aereo grazie alla Guardia di Finanza: tuttavia, non si ottenne alcun risultato concreto. Attraverso Dedalus dunque, i rilievi aerei permisero di escludere la presenza dei rifiuti radioattivi, mentre vennero individuate alcune aree sospette che potevano ospitare rifiuti pericolosi. La successiva consulenza tecnica disposta dalla procura di Trani per esaminare le aree sospette non arrivò ad alcun risultato utile. La consulenza non lasciava pienamente soddisfatti, per cui l'ufficio giudiziario presso il tribunale di Trani decise di disporre altri accertamenti per vedere se si riuscisse a trovare qualche altra risposta. Da allora pare che non sia più stata data notizia ai media dell'esito di questi altri accertamenti da parte della procura.
Le associazioni chiedono il monitoraggio della qualità dell'aria (per cominciare a tracciare i primi epidemiologici dati tra inquinamento dell'aria e patologie tumorali), una continua e forte azione di contrasto alla realizzazione della discarica per rifiuti speciali Ekobat, la trasparenza di tutti i dati inerenti l'attuale situazione epidemiologia dei tumori nella Provincia Bat e soprattutto che portino a conoscenza della popolazione se ci sono stati ulteriori accertamenti e sviluppi riguardo la questione "Cave e veleni" risalente al 1995 quando l'allora sindaco di Trani Giancarlo Tamborrino, a seguito dell'incremento delle morti per neoplasie a Trani nel quinquennio 1989-1994, istituì una commissione medica per lo studio dei tumori, la quale non riuscì dal canto suo a documentare la mappa del male.
L'istituzione della commissione ed anche del registro tumori intendeva proprio affrontare il problema su basi scientifiche, con elementi oggettivi che facessero piazza pulita di illazioni e facile demagogia. Ma i medici investiti del non facile compito ebbero non pochi problemi nel reperire i dati ed incrociarli in modo da dedurne conclusioni precise. In realtà i due filoni d'indagine medica presentarono risultati quasi contraddittori. Anche la procura di Trani si attivò a seguito delle dichiarazioni di un noto pentito tranese che affermò la presenza di rifiuti speciali, dannosi, tossici e radioattivi sepolti nelle cave. Ma le ricerche, benché estese, da quanto riferito ai media, non diedero alcun riscontro. La procura decise di utilizzare il sistema di telerilevamento aereo, chiamato Dedalus, fornito dalla Guardia di Finanza di Roma, il quale sistema era in grado di rilevare con assoluta certezza le aree in cui potevano essere stati sotterrati dei rifiuti radioattivi. Venne quindi eseguito questo accertamento aereo grazie alla Guardia di Finanza: tuttavia, non si ottenne alcun risultato concreto. Attraverso Dedalus dunque, i rilievi aerei permisero di escludere la presenza dei rifiuti radioattivi, mentre vennero individuate alcune aree sospette che potevano ospitare rifiuti pericolosi. La successiva consulenza tecnica disposta dalla procura di Trani per esaminare le aree sospette non arrivò ad alcun risultato utile. La consulenza non lasciava pienamente soddisfatti, per cui l'ufficio giudiziario presso il tribunale di Trani decise di disporre altri accertamenti per vedere se si riuscisse a trovare qualche altra risposta. Da allora pare che non sia più stata data notizia ai media dell'esito di questi altri accertamenti da parte della procura.