Tribunale civile e sede in affitto: i dubbi dei Verdi
«Piuttosto che arricchire i privati, si potevano razionalizzare gli spazi esistenti?»
mercoledì 18 novembre 2009
Una nuova sede per gli uffici giudiziari civili di 4.200 metri quadrati. E' l'oggetto della ricerca di un avviso pubblico pubblicato dal Comune di Trani l'11 agosto 2009, cui hanno aderito quattro soggetti con altrettante proposte di edifici per ospitare aule e uffici del tribunale civile. Anche se a sollecitare la pubblicazione del bando sarebbe stata la commissione di manutenzione degli edifici giudiziari della quale fanno parte il presidente del Tribunale, il procuratore della Repubblica nonché i vari dirigenti delle cancellerie giudiziarie, il presidente del Consiglio dell'ordine degli avvocati e i rappresentanti del Comune.
Non da oggi i Verdi hanno espresso le loro perplessità e lo hanno fatto anche in Consiglio comunale. Ma ora tornano sull'argomento. «Non si comprende - dice il capogruppo consiliare, Michele di Gregorio - quale sia la prospettiva che si prefigge l'amministrazione, considerato che sono in fase avanzata i lavori di ristrutturazione di Palazzo Carcano, già destinato a uffici giudiziari da tantissimi anni. Anche se sino ad ora l'amministrazione in carica ha solo responsabilità negative, vista la condanna del Comune di Trani per proprie inadempienze a pagare in favore della ditta esecutrice dei lavori di una somma vicina ai 680mila euro, più altri 125mila di spese di arbitrato oltre gli interessi, bisogna pur tenere conto che il palazzo viene ristrutturato in tale prospettiva». Ma non sono queste le uniche perplessità espresse in proposito dai Verdi.
«L'amministrazione - continua di Gregorio - ha calcolato con esattezza quanti sono gli spazi necessari per ospitare tutti gli uffici giudiziari del settore civile? E' stato predisposto uno studio di fattibilità analitico delle esigenze degli uffici giudiziari? E' possibile prenderne visione? O meglio, con quale criterio è stato preso il riferimento di una grandezza di 4.200 metri quadri netti circa che l'immobile prescelto deve avere?».
Non mancano nemmeno interrogativi sui costi di questa operazione. E da qui la considerazione che, forse, piuttosto che spendere altri soldi pubblici, sarebbe meglio accelerare i lavori di Palazzo Carcano e, nelle more, razionalizzare gli spazi esistenti. «Piuttosto che regalare rendite (legittime) ai privati fortunati - propone di Gregorio - forse sarebbe stato meglio recuperare l'ex ospedale di piazza Sant'Agostino o, ancora, sarebbe stato più opportuno acquisire l'area dell'ex distilleria Angelini venduta nell'ambito del fallimento. O, ancora, perché invece di pagare fitti ai privati non si pensa si realizzare, se proprio lo si vuole, una nuova struttura con finanziamenti ministeriali?».
I Verdi chiedono, infine, di sapere, in caso di dismissione delle attuali sedi, che destinazione sarà data a Palazzo Candido, dove ha sede il tribunale fallimentare, o Palazzo Gadaleta, tribunale civile. E soprattutto con quali soldi quest'ultimo immobile sarà mantenuto. Per tutte queste ragioni chiedono, che prima di assumere decisioni definitive in materia di edilizia giudiziaria, venga convocata una seduta monotematica del Consiglio comunale.
Non da oggi i Verdi hanno espresso le loro perplessità e lo hanno fatto anche in Consiglio comunale. Ma ora tornano sull'argomento. «Non si comprende - dice il capogruppo consiliare, Michele di Gregorio - quale sia la prospettiva che si prefigge l'amministrazione, considerato che sono in fase avanzata i lavori di ristrutturazione di Palazzo Carcano, già destinato a uffici giudiziari da tantissimi anni. Anche se sino ad ora l'amministrazione in carica ha solo responsabilità negative, vista la condanna del Comune di Trani per proprie inadempienze a pagare in favore della ditta esecutrice dei lavori di una somma vicina ai 680mila euro, più altri 125mila di spese di arbitrato oltre gli interessi, bisogna pur tenere conto che il palazzo viene ristrutturato in tale prospettiva». Ma non sono queste le uniche perplessità espresse in proposito dai Verdi.
«L'amministrazione - continua di Gregorio - ha calcolato con esattezza quanti sono gli spazi necessari per ospitare tutti gli uffici giudiziari del settore civile? E' stato predisposto uno studio di fattibilità analitico delle esigenze degli uffici giudiziari? E' possibile prenderne visione? O meglio, con quale criterio è stato preso il riferimento di una grandezza di 4.200 metri quadri netti circa che l'immobile prescelto deve avere?».
Non mancano nemmeno interrogativi sui costi di questa operazione. E da qui la considerazione che, forse, piuttosto che spendere altri soldi pubblici, sarebbe meglio accelerare i lavori di Palazzo Carcano e, nelle more, razionalizzare gli spazi esistenti. «Piuttosto che regalare rendite (legittime) ai privati fortunati - propone di Gregorio - forse sarebbe stato meglio recuperare l'ex ospedale di piazza Sant'Agostino o, ancora, sarebbe stato più opportuno acquisire l'area dell'ex distilleria Angelini venduta nell'ambito del fallimento. O, ancora, perché invece di pagare fitti ai privati non si pensa si realizzare, se proprio lo si vuole, una nuova struttura con finanziamenti ministeriali?».
I Verdi chiedono, infine, di sapere, in caso di dismissione delle attuali sedi, che destinazione sarà data a Palazzo Candido, dove ha sede il tribunale fallimentare, o Palazzo Gadaleta, tribunale civile. E soprattutto con quali soldi quest'ultimo immobile sarà mantenuto. Per tutte queste ragioni chiedono, che prima di assumere decisioni definitive in materia di edilizia giudiziaria, venga convocata una seduta monotematica del Consiglio comunale.