«Tributi, impensabile la gestione in house»
Pappolla sostiene e motiva la tesi del sindaco. Scrive il coordinatore cittadino di Alleanza di Centro
martedì 6 novembre 2012
16.00
Un plauso al sindaco Riserbato per aver annunciato una verifica di tutte quelle determinazioni dirigenziali del recente passato firmate senza un'adeguata copertura di spesa, il sostegno alla tesi dell'impossibilità di gestire in house il servizio di accertamento e riscossione dei tributi. Nicola Pappolla, coordinatore cittadino di Alleanza di Centro, spiega perché l'esternalizzazione è l'unica soluzione possibile.
«Non mancano – dice Pappolla – solo i dipendenti all'uopo. Mi permetto di aggiungere che mancano, altresì, risorse hardware, software di nuova generazione, figure professionali e metodologie organizzative, tutti elementi indispensabili e difficilmente presenti in strutture pubbliche. Pertanto, nell'ipotesi di eventuale esternalizzazione del servizio in parola, conditio sine qua non diventa la modalità di riscossione, da effettuarsi esclusivamente sui conti correnti intestati alla tesoreria comunale, così come già avvenuto nel recente passato, eccezion fatta per il coattivo».
Per Pappolla «è imprescindibile un monitoraggio continuo da parte del dirigente sulla gestione del servizio», «cosa che – prosegue il coordinatore dell'Adc - probabilmente è mancata nel periodo antecedente allo scandalo che ha travolto la società Tributi Italia». A tal proposito, a differenza da quanto è emerso ultimamente, il danno grave subito dal Comune non è certo rappresentato dal mancato introito della somma, stimata dall'allora responsabile dell'ufficio tributi in circa 60.000 euro, bensì dalla mancata consegna della banca dati all'Ente, prevista per contratto, da parte della società travolta dall'insolvenza e dalla sentenza di fallimento. «Ma ancor più dannose e deleterie per la città di Trani – dice Pappolla - sono risultate le soluzioni in house improvvisate dai dirigenti pro tempore nei periodi di novembre e dicembre 2010 ed ottobre e dicembre 2011, per l'emissione di pseudo accertamenti ai fini Ici per gli anni d'imposta 2005 e 2006, determinazioni dirigenziali in aperto contrasto con gli atti d'indirizzo della giunta e dell'assessore al ramo, aspramente criticate dal sottoscritto con tempestive note trasmesse a tutti gli organi di controllo interno e non solo».
«Non mancano – dice Pappolla – solo i dipendenti all'uopo. Mi permetto di aggiungere che mancano, altresì, risorse hardware, software di nuova generazione, figure professionali e metodologie organizzative, tutti elementi indispensabili e difficilmente presenti in strutture pubbliche. Pertanto, nell'ipotesi di eventuale esternalizzazione del servizio in parola, conditio sine qua non diventa la modalità di riscossione, da effettuarsi esclusivamente sui conti correnti intestati alla tesoreria comunale, così come già avvenuto nel recente passato, eccezion fatta per il coattivo».
Per Pappolla «è imprescindibile un monitoraggio continuo da parte del dirigente sulla gestione del servizio», «cosa che – prosegue il coordinatore dell'Adc - probabilmente è mancata nel periodo antecedente allo scandalo che ha travolto la società Tributi Italia». A tal proposito, a differenza da quanto è emerso ultimamente, il danno grave subito dal Comune non è certo rappresentato dal mancato introito della somma, stimata dall'allora responsabile dell'ufficio tributi in circa 60.000 euro, bensì dalla mancata consegna della banca dati all'Ente, prevista per contratto, da parte della società travolta dall'insolvenza e dalla sentenza di fallimento. «Ma ancor più dannose e deleterie per la città di Trani – dice Pappolla - sono risultate le soluzioni in house improvvisate dai dirigenti pro tempore nei periodi di novembre e dicembre 2010 ed ottobre e dicembre 2011, per l'emissione di pseudo accertamenti ai fini Ici per gli anni d'imposta 2005 e 2006, determinazioni dirigenziali in aperto contrasto con gli atti d'indirizzo della giunta e dell'assessore al ramo, aspramente criticate dal sottoscritto con tempestive note trasmesse a tutti gli organi di controllo interno e non solo».