Uffici giudiziari, Bortone da l'ultimatum
Il presidente del tribunale: «Entro fine mese si decida per lo spostamento del civile»
martedì 9 febbraio 2010
Continua il braccio di ferro tra il presidente del tribunale, Filippo Bortone, e gli avvocati del foro di Trani sul trasferimento degli uffici giudiziari del Civile.
Dopo l'ultima uscita del presidente del Consiglio dell'ordine, Francesco Logrieco, che ha detto no allo spostamento del Civile dal centro storico alla periferia, ora è Bortone a prendere posizione e senza, pare, possibilità di deroghe. «Entro la fine del mese dovranno essere aperte le offerte per gli immobili da affittare arrivate al Comune e si vedrà se c'è una struttura che va bene», dice. «Ma di certo le sezioni del Civile non possono continuare a stare negli immobili attuali». Che sarebbero: Palazzo Gadaleta, sede del Fallimentare, dove c'è una cisterna in eternit e qualche volta si vedono i topi; Palazzo Candido, dove c'è il Civile, che al secondo piano ha problemi di staticità, e Palazzo Lalli, che ospita Giudice di Pace e sezione Lavoro, dove i fascicoli stanno sulle scale. Il tutto condito dalla cronica carenza di parcheggi.
«Occorre trovare una soluzione provvisoria subito", dice il presidente. Questa soluzione, come Bortone ha ribadito più volte, potrebbe essere un capannone industriale sulla provinciale per Andria, che sembra rispondere ai requisiti previsti dal bando comunale per una sede in affitto: 4.200 metri quadri e ampia area parcheggio. Mentre sembrano da scartare altre offerte arrivate a Palazzo di città per il bando pubblicato a settembre scorso: il palazzo dell'Hotel Trani e Palazzo San Giorgio.
Ma le offerte vanno comunque esaminate e questo si dovrà fare entro febbraio, secondo il presidente Bortone. E, per di più, a suo dire sarebbe da scartare anche Palazzo Carcano, che si trova vicino agli altri palazzi di giustizia, per ospitare tutte le sezioni del Civile, anche se l'immobile era stato acquisito dal Comune proprio per allestirvi uffici giudiziari. «A parte i tempi lunghi per avere disponibile tutta la struttura, questa non sarebbe sufficiente per tutto il Civile», ribatte Bortone. Si attende ora la nuova mossa degli avvocati.
c. c.
Dopo l'ultima uscita del presidente del Consiglio dell'ordine, Francesco Logrieco, che ha detto no allo spostamento del Civile dal centro storico alla periferia, ora è Bortone a prendere posizione e senza, pare, possibilità di deroghe. «Entro la fine del mese dovranno essere aperte le offerte per gli immobili da affittare arrivate al Comune e si vedrà se c'è una struttura che va bene», dice. «Ma di certo le sezioni del Civile non possono continuare a stare negli immobili attuali». Che sarebbero: Palazzo Gadaleta, sede del Fallimentare, dove c'è una cisterna in eternit e qualche volta si vedono i topi; Palazzo Candido, dove c'è il Civile, che al secondo piano ha problemi di staticità, e Palazzo Lalli, che ospita Giudice di Pace e sezione Lavoro, dove i fascicoli stanno sulle scale. Il tutto condito dalla cronica carenza di parcheggi.
«Occorre trovare una soluzione provvisoria subito", dice il presidente. Questa soluzione, come Bortone ha ribadito più volte, potrebbe essere un capannone industriale sulla provinciale per Andria, che sembra rispondere ai requisiti previsti dal bando comunale per una sede in affitto: 4.200 metri quadri e ampia area parcheggio. Mentre sembrano da scartare altre offerte arrivate a Palazzo di città per il bando pubblicato a settembre scorso: il palazzo dell'Hotel Trani e Palazzo San Giorgio.
Ma le offerte vanno comunque esaminate e questo si dovrà fare entro febbraio, secondo il presidente Bortone. E, per di più, a suo dire sarebbe da scartare anche Palazzo Carcano, che si trova vicino agli altri palazzi di giustizia, per ospitare tutte le sezioni del Civile, anche se l'immobile era stato acquisito dal Comune proprio per allestirvi uffici giudiziari. «A parte i tempi lunghi per avere disponibile tutta la struttura, questa non sarebbe sufficiente per tutto il Civile», ribatte Bortone. Si attende ora la nuova mossa degli avvocati.
c. c.