Uffici provinciali, due milioni di euro per la sede di Trani
Pina Marmo e Leonardo Lonigro presentano un'interpellanza. Il contratto d’affitto prevede un impegno di sei anni
giovedì 19 maggio 2011
10.28
«La recente locazione degli immobili nelle città di Barletta e di Trani pone degli interrogativi che devono indurci ad una riflessione politica sulle risorse economiche della nostra Provincia e sul loro impiego». Così il Consigliere Provinciale Pina Marmo (Gruppo Misto) che insieme con il Conigliere Leonardo Lonigro ha presentato ai Presidenti del Consiglio e della Giunta provinciale, l'interpellanza sulla locazione degli immobili nelle città di Trani e di Barletta da parte dell'Amministrazione Provinciale da adibire ad uffici.
«La decisione è stata presa, - sottolinea Pina Marmo - senza consultare nemmeno la conferenza dei capigruppo che avrebbe potuto suggerire un più oculato comportamento. Eppure si era proclamato a più voci che il momento storico dell'avvio dell'attività politica e amministrativa della BAT avrebbe comportato una fase costituente con l'apporto e il contributo di tutte le forze politiche. E invece, ancora una volta, ci si trova davanti al fatto compiuto. Questa non è questione secondaria. L'esposizione finanziaria per locare gli immobili rischia di compromettere l'esistenza stessa della BAT.»
«Saranno i cittadini a pagare i costi – continua Pina Marmo - di una volontà politica che non sentiamo di condividere. Tutti ci siamo impegnati a dare alle nostre Comunità una Provincia snella, efficiente, al servizio dei cittadini. A lungo si è vagheggiata la realizzazione della cosiddetta Cittadella degli Uffici in grado concentrare i servizi e di soddisfare celermente le esigenze dei cittadini. Una soluzione, quest'ultima, già contenuta nel documento sottoscritto dalla Conferenza dei Sindaci. Invece, si decide in modo opposto disseminando gli uffici per tutto il territorio e costringendo così i cittadini ad un pellegrinaggio estenuante in giro per le città della provincia. Risparmiando quelle somme – conclude Pina Marmo - si potrebbero più utilmente avviare progetti che favoriscano l'inserimento dei giovani, delle donne, dei padri di famiglia rimasti drammaticamente senza occupazione, nel mondo del lavoro, migliorare viabilità e infrastrutture e creare, in tal modo, le basi di un più duraturo sviluppo del territorio, promuovere una politica culturale per accrescere la formazione, la coscienza civile e il senso di appartenenza delle nostre Comunità».
I dati presentati nell'interrogazione:
«La decisione è stata presa, - sottolinea Pina Marmo - senza consultare nemmeno la conferenza dei capigruppo che avrebbe potuto suggerire un più oculato comportamento. Eppure si era proclamato a più voci che il momento storico dell'avvio dell'attività politica e amministrativa della BAT avrebbe comportato una fase costituente con l'apporto e il contributo di tutte le forze politiche. E invece, ancora una volta, ci si trova davanti al fatto compiuto. Questa non è questione secondaria. L'esposizione finanziaria per locare gli immobili rischia di compromettere l'esistenza stessa della BAT.»
«Saranno i cittadini a pagare i costi – continua Pina Marmo - di una volontà politica che non sentiamo di condividere. Tutti ci siamo impegnati a dare alle nostre Comunità una Provincia snella, efficiente, al servizio dei cittadini. A lungo si è vagheggiata la realizzazione della cosiddetta Cittadella degli Uffici in grado concentrare i servizi e di soddisfare celermente le esigenze dei cittadini. Una soluzione, quest'ultima, già contenuta nel documento sottoscritto dalla Conferenza dei Sindaci. Invece, si decide in modo opposto disseminando gli uffici per tutto il territorio e costringendo così i cittadini ad un pellegrinaggio estenuante in giro per le città della provincia. Risparmiando quelle somme – conclude Pina Marmo - si potrebbero più utilmente avviare progetti che favoriscano l'inserimento dei giovani, delle donne, dei padri di famiglia rimasti drammaticamente senza occupazione, nel mondo del lavoro, migliorare viabilità e infrastrutture e creare, in tal modo, le basi di un più duraturo sviluppo del territorio, promuovere una politica culturale per accrescere la formazione, la coscienza civile e il senso di appartenenza delle nostre Comunità».
I dati presentati nell'interrogazione:
- Per i due immobili di Trani è prevista una spesa annua di € 319.212.
- Il contratto d'affitto prevede un impegno di sei anni per € 1.915.272.
- L'immobile di Barletta costa all'anno € 111.666, che per sei anni diventano € 669.996.
- Nei prossimi sei anni la spesa complessiva sarà di € 2.585.268.