Ufficio delle Entrate nell'ex Catasto, ecco la soluzione per Trani
L'esito dell'incontro a Roma sul piano che prevede la chiusura di 53 sedi territoriali
sabato 21 novembre 2015
11.24
Si è tenuta presso la direzione centrale la riunione del tavolo nazionale di trattativa per discutere sul piano presentato per la chiusura dei 53 uffici territoriali. L'amministrazione ha ribadito il piano già esposto nella riunione del 19 ottobre, rimarcando come il solo fatto che sia uscita la lista degli uffici da chiudere, già alcuni sindaci hanno dato l'immediata disponibilità gratuita di immobili dove allocare gli uffici dell'entrate (per questo sia Ortona che San Sepolcro vengono messi fuori dalla lista e non chiuderanno).
A tal proposito, ha sollecitato i sindacati a contattare i sindaci dei Comuni interessati alla chiusura degli uffici affinché mettano a disposizione degli immobili. Risultanza che vedrebbe ritirata ogni ipotesi di chiusura. Per l'amministrazione il piano entro i tre anni potrebbe essere rivisto annullando le chiusure laddove i sindaci offrissero le loro disponibilità a sostenere le locazioni.
La Flp, stigmatizzando la richiesta che i sindacati, anziché l'amministrazione, debbano interessare i sindaci per le locazioni, ha ribadito il no alle chiusure di tutti i 53 uffici in quanto la proposta è inorganica al progetto d'integrazione con l'area territorio. Quindi entro tre mesi sarà presentato il progetto d'integrazione e questo periodo servirà ad attivare nel merito il confronto sull'integrazione a livello territoriale e verificare come le possibili sinergie, non solo strutturali, ma anche funzionali, possono comunque permettere il mantenimento di tutte le realtà operative all'interno di un nuovo modello organizzativo.
«Abbiamo respinto - spiega il egretario della Flp Finanze, Michele Giuliano ha dichiarato - con fermezza l'idea che la permanenza di un ufficio sul territorio possa dipendere solo dai costi (del resto esigui rispetto alle locazioni complessive dell'Agenzia) o alla buona volontà dei singoli enti locali, disposti a trovare soluzioni a costo zero. Vogliamo ragionare sul modello complessivo e sul piano generale di ridefinizione degli assetti non a spizzichi e bocconi o con misure che penalizzano solo i cittadini ed i lavoratori.
Siamo appena all'inizio e comunque ovviamente non allenteremo l'attenzione sulla questione».
«Per quanto riguarda l'ufficio di Trani - ha concluso - la questione sembra più che risolvibile proprio dalla realizzazione del nuovo piano e, quindi, può essere allocato assieme all'ex ufficio Catasto e continuare a prestare servizi integrati all'utenza senza alcuna necessità di chiusura e il trasferimento a Barletta».
A tal proposito, ha sollecitato i sindacati a contattare i sindaci dei Comuni interessati alla chiusura degli uffici affinché mettano a disposizione degli immobili. Risultanza che vedrebbe ritirata ogni ipotesi di chiusura. Per l'amministrazione il piano entro i tre anni potrebbe essere rivisto annullando le chiusure laddove i sindaci offrissero le loro disponibilità a sostenere le locazioni.
La Flp, stigmatizzando la richiesta che i sindacati, anziché l'amministrazione, debbano interessare i sindaci per le locazioni, ha ribadito il no alle chiusure di tutti i 53 uffici in quanto la proposta è inorganica al progetto d'integrazione con l'area territorio. Quindi entro tre mesi sarà presentato il progetto d'integrazione e questo periodo servirà ad attivare nel merito il confronto sull'integrazione a livello territoriale e verificare come le possibili sinergie, non solo strutturali, ma anche funzionali, possono comunque permettere il mantenimento di tutte le realtà operative all'interno di un nuovo modello organizzativo.
«Abbiamo respinto - spiega il egretario della Flp Finanze, Michele Giuliano ha dichiarato - con fermezza l'idea che la permanenza di un ufficio sul territorio possa dipendere solo dai costi (del resto esigui rispetto alle locazioni complessive dell'Agenzia) o alla buona volontà dei singoli enti locali, disposti a trovare soluzioni a costo zero. Vogliamo ragionare sul modello complessivo e sul piano generale di ridefinizione degli assetti non a spizzichi e bocconi o con misure che penalizzano solo i cittadini ed i lavoratori.
Siamo appena all'inizio e comunque ovviamente non allenteremo l'attenzione sulla questione».
«Per quanto riguarda l'ufficio di Trani - ha concluso - la questione sembra più che risolvibile proprio dalla realizzazione del nuovo piano e, quindi, può essere allocato assieme all'ex ufficio Catasto e continuare a prestare servizi integrati all'utenza senza alcuna necessità di chiusura e il trasferimento a Barletta».