Ufficio interforze, seconda denuncia di Forza Trani
Roberto Visibelli non molla la presa. Ravvisate altre irregolarità: tutte le anomalie dei lavori in corso
martedì 5 giugno 2012
L'allocazione dell'ufficio interforze all'interno del Comune di Trani diventa ancora motivo di scontro politico. Forza Trani e Roberto Visibelli non mollano la presa: dopo la prima denuncia presentata in procura lo scorso 28 maggio, il leader del movimento civico ne presenta una seconda ancora più pesante evidenziando fra le altre cose l'ipotesi «della violazione di norme in materia di immobili pubblici soggetti a vincolo architettonico ed il danno erariale derivante al Comune di Trani per effetto della ridotta partecipazione di soggetti effettivamente in grado di presentare offerte economiche relative all'affidamento in questione».
«Da alcuni giorni - scrive Visibelli - sono stati avviati lavori al piano terra del palazzo di città (nell'ala occupata in passato dall'ufficio economato) apparentemente connessi con l'ampliamento degli uffici attualmente utilizzati dagli agenti di polizia locale che svolgono compiti di polizia giudiziaria. I lavori sembrano pertanto totalmente differenti da quelli originariamente ipotizzati, non si sa da chi e come autorizzati e finanziati. Per l'esecuzione degli attuali lavori è stata disposta la rimozione (con destinazione ignota e forse non idoneamente autorizzata) di alcune attrezzature poste nell'ex rilegatoria, senza informarne i responsabili comunali (e, curiosamente, senza disporre la rimozione di una cassaforte che, non più in uso, da tempo ingombra l'uscita verso il cortile dell'ala est del Comune). Per consentire un accesso indipendente agli istituendi uffici dal parcheggio nel cortile dal lato via Sabotino, pare che si stiano per eseguire opere murarie finalizzate a trasformare una finestra in porta finestra con scalinata, senza le necessarie autorizzazioni. Tra l'altro giova ricordare che il Palazzo di Città è una ex caserma il cui cambio d'uso, a memoria del sottoscritto, fu subordinato al mantenimento della struttura architettonica originale. In ogni caso, trattandosi di un edificio pubblico con più di 50 anni, è da ritenersi, in base alla normativa vigente, sottoposto a vincolo architettonico».
L'apertura del varco, secondo Forza Trani, è immotivata: «Volendo comunque consentire un varco diretto da via Sabotino, sarebbe agevole ed economico ripristinare l'esistente accesso dal piccolo locale attualmente utilizzato come deposito stampati. Il ripristino di questo accesso, al fine di creare un'uscita di sicurezza, era già previsto, a scienza dell'odierno esponente, nel progetto predisposto anni orsono e, purtroppo, mai realizzato del doveroso adeguamento alle norme di sicurezza del palazzo di città».
Tornando ai lavori in corso, Visibelli denuncia altre anomalie: «Nonostante l'asserita urgenza, gli interventi sono iniziati ben due mesi dopo l'affidamento, peraltro con notevoli varianti (di cui non è dato conoscere il costo aggiornato). E' appena il caso di ricordare che per una vicenda analoga (allestimento dell'ufficio di gabinetto del sindaco), il costo, da una spesa iniziale di 99.900 euro (Iva compresa), è lievitato ad una spesa finale superiore a più del doppio. A tutt'oggi, nonostante l'asserita urgenza di allestire gli uffici per la istituenda sezione di polizia giudiziaria non risultano pubblicati atti di gara per l'acquisto degli arredi, delle apparecchiature informatiche e di quant'altro eventualmente necessario per l'attivazione di tali uffici: è presumibile che il colpevole ritardo possa essere propedeutico all'ennesimo affidamento d'urgenza (e quindi in deroga alle norme generali) con procedure poco trasparenti e a vantaggio di qualcuno».
Motivi a sufficienza, secondo Visibelli, per tornare in procura una seconda volta.
«Da alcuni giorni - scrive Visibelli - sono stati avviati lavori al piano terra del palazzo di città (nell'ala occupata in passato dall'ufficio economato) apparentemente connessi con l'ampliamento degli uffici attualmente utilizzati dagli agenti di polizia locale che svolgono compiti di polizia giudiziaria. I lavori sembrano pertanto totalmente differenti da quelli originariamente ipotizzati, non si sa da chi e come autorizzati e finanziati. Per l'esecuzione degli attuali lavori è stata disposta la rimozione (con destinazione ignota e forse non idoneamente autorizzata) di alcune attrezzature poste nell'ex rilegatoria, senza informarne i responsabili comunali (e, curiosamente, senza disporre la rimozione di una cassaforte che, non più in uso, da tempo ingombra l'uscita verso il cortile dell'ala est del Comune). Per consentire un accesso indipendente agli istituendi uffici dal parcheggio nel cortile dal lato via Sabotino, pare che si stiano per eseguire opere murarie finalizzate a trasformare una finestra in porta finestra con scalinata, senza le necessarie autorizzazioni. Tra l'altro giova ricordare che il Palazzo di Città è una ex caserma il cui cambio d'uso, a memoria del sottoscritto, fu subordinato al mantenimento della struttura architettonica originale. In ogni caso, trattandosi di un edificio pubblico con più di 50 anni, è da ritenersi, in base alla normativa vigente, sottoposto a vincolo architettonico».
L'apertura del varco, secondo Forza Trani, è immotivata: «Volendo comunque consentire un varco diretto da via Sabotino, sarebbe agevole ed economico ripristinare l'esistente accesso dal piccolo locale attualmente utilizzato come deposito stampati. Il ripristino di questo accesso, al fine di creare un'uscita di sicurezza, era già previsto, a scienza dell'odierno esponente, nel progetto predisposto anni orsono e, purtroppo, mai realizzato del doveroso adeguamento alle norme di sicurezza del palazzo di città».
Tornando ai lavori in corso, Visibelli denuncia altre anomalie: «Nonostante l'asserita urgenza, gli interventi sono iniziati ben due mesi dopo l'affidamento, peraltro con notevoli varianti (di cui non è dato conoscere il costo aggiornato). E' appena il caso di ricordare che per una vicenda analoga (allestimento dell'ufficio di gabinetto del sindaco), il costo, da una spesa iniziale di 99.900 euro (Iva compresa), è lievitato ad una spesa finale superiore a più del doppio. A tutt'oggi, nonostante l'asserita urgenza di allestire gli uffici per la istituenda sezione di polizia giudiziaria non risultano pubblicati atti di gara per l'acquisto degli arredi, delle apparecchiature informatiche e di quant'altro eventualmente necessario per l'attivazione di tali uffici: è presumibile che il colpevole ritardo possa essere propedeutico all'ennesimo affidamento d'urgenza (e quindi in deroga alle norme generali) con procedure poco trasparenti e a vantaggio di qualcuno».
Motivi a sufficienza, secondo Visibelli, per tornare in procura una seconda volta.