"Un amore rubato", il nuovo lavoro teatrale de "Il carro dei Guitti"

Gli organizzatori vorrebbero portare lo spettacolo a Trani, partite le adesioni

venerdì 16 ottobre 2015 6.59
A cura di Maria Scoccimarro
Divulgare l'arte della recitazione soprattutto tra i giovani promuovendo spettacoli e laboratori nella propria sede, nei teatri e nelle scuole rivolti a bambini, adolescenti ed adulti. È questo l'obiettivo dell'associazione culturale tranese "Il carro dei Guitti" che porterà in scena il prossimo autunno il lavoro teatrale "Un amore rubato".

Portato con successo a teatro e nelle scuole, "Un amore rubato" ha avuto il patrocinio dei comuni di Corato e di Andria, la partnership di numerose associazioni antiviolenza e antistalking del nord barese. L'obiettivo questa volta è quello di portare lo spettacolo a Trani, città in cui è nata l'associazione, e di rappresentarlo al Teatro Impero. Il presidente, Michele Mastrodonato, i direttori artistici, Mario e Giuseppe Francavilla, fanno sapere che le richieste per l'acquisto dei biglietti sono già tante ed è possibile inviare il proprio interessamento senza impegno via mail (giuse.teatro@libero.it o al numero 346/0848726). Gli organizzatori provvederanno a ricontattare gli interessati prima dello spettacolo per confermare o meno la propria adesione.

«Il testo non affronterà l'argomento della violenza in modo diretto, non vuole essere una narrazione pedissequa di una delle tante storie di violenza che popolano ormai le cronache, ponendo l'attenzione su particolari terribili – ha riferito il direttore artistico Giuseppe Francavilla -. Il lavoro teatrale affronta il tema con estrema delicatezza, ponendo in rilievo solo i messaggi positivi che verranno in luce in questa storia. Perciò, allo spettacolo possono assistere anche i minori». "Un amore rubato" è una rappresentazione che promuove la cultura della non violenza, del rispetto e della cura dei figli, dell'amicizia e del valore dell'amore vero e puro.

Ecco in breve la trama: Lucia, la protagonista della storia, riesce a trovare il coraggio di raccontare la sua raccapricciante storia di violenza in Questura facendo perfino riferimento alla sua infanzia. L'ancora di salvezza di Lucia sarà incarnata da Alberto, un amico vero. Questo sarà il pretesto ambivalente per sottolineare da una parte il potere immenso del sentimento dell'amicizia, dall'altra per rivalutare la figura maschile, spesso screditata, e che non sempre è sinonimo di disumana crudeltà.