Un esercito di volontari per pulire costa e fondali del mare di Trani: il report di una domenica al lavoro
Centro Sub Andria, Asd Suppiamo, gruppo Scout1 Trani e Fare Ambiente Mare
lunedì 10 maggio 2021
8.04
Davvero un'armata munita di entusiasmo guanti, sacchi e reti: ma anche di maschere, come elmi di guerrieri, perché le operazioni di pulizia condotte ieri sulla costa di Trani sono state svolte anche nei fondali.
Potremmo chiamarle pulizie di primavera, anzi, di estate ormai alle porte, svolte in una atmosfera di grande entusiasmo: tra i volontari del Centro Subacqueo di Andria, di Fare Ambiente mare, la prima branca di Fareambiente costituita in Italia dedicata al mare, la ASD Suppiamo di Trani e il gruppo Scout Trani 1 erano tra le 120 e le 130 persone.
Più di venti enormi sacchi riempiti di rifiuti di ogni genere - e recuperati poi a cura del Comune di Trani- raccolti non soltanto sulla battigia ma anche nei fondali costellati di microplastiche.
"La plastica è la più disgraziata delle materie - ci dice il coordinatore di Fare Ambiente Mare - perché entra nell'ecosistema animale essendo mangiata dai pesci"; che non solo vengono soffocati, impigliati e uccisi, ma, diventano a loro volta cibo altamente inquinato per gli esseri umani.
È già: "La plastica che usi una volta tortura gli oceani per sempre" è lo slogan che da più di due anni un'organizzazione internazionale diffonde.
Ma probabilmente il difetto di ognuno di noi in ogni parte del mondo è quello di non sentirsi il primo responsabile di tutto quello che avviene dalla costa sotto casa propria fino alle grandi distese oceaniche.
Quando strabiliamo e giudichiamo vedendo le immagini nei telegiornali o sui social dal nostro telefono con isole intere nell'oceano fatte di plastica galleggianti, pensiamo sempre che i colpevoli siamo "gli altri" o grandi discariche lontane da noi: mentre dovremmo capire che tra quei rifiuti ci sono anche il nostro tappo della bottiglietta di plastica, la bustina del gelato, l'involucro del pacchetto di sigarette, e siccome non bastavano, oggi le mascherine dismesse.
L'azione instancabile di questi volontari, cui la comunità deve solo profonda gratitudine, non vuole avere solo la funzione di spazzini delle trascuratezze diffuse; ma soprattutto una azione di sensibilizzazione nei confronti di ognuno di noi.
E quindi pensiamoci ogni volta che beviamo da una bottiglietta d'acqua o disperdiamo qualunque cosa nel nostro ambiente.
Potremmo chiamarle pulizie di primavera, anzi, di estate ormai alle porte, svolte in una atmosfera di grande entusiasmo: tra i volontari del Centro Subacqueo di Andria, di Fare Ambiente mare, la prima branca di Fareambiente costituita in Italia dedicata al mare, la ASD Suppiamo di Trani e il gruppo Scout Trani 1 erano tra le 120 e le 130 persone.
Più di venti enormi sacchi riempiti di rifiuti di ogni genere - e recuperati poi a cura del Comune di Trani- raccolti non soltanto sulla battigia ma anche nei fondali costellati di microplastiche.
"La plastica è la più disgraziata delle materie - ci dice il coordinatore di Fare Ambiente Mare - perché entra nell'ecosistema animale essendo mangiata dai pesci"; che non solo vengono soffocati, impigliati e uccisi, ma, diventano a loro volta cibo altamente inquinato per gli esseri umani.
È già: "La plastica che usi una volta tortura gli oceani per sempre" è lo slogan che da più di due anni un'organizzazione internazionale diffonde.
Ma probabilmente il difetto di ognuno di noi in ogni parte del mondo è quello di non sentirsi il primo responsabile di tutto quello che avviene dalla costa sotto casa propria fino alle grandi distese oceaniche.
Quando strabiliamo e giudichiamo vedendo le immagini nei telegiornali o sui social dal nostro telefono con isole intere nell'oceano fatte di plastica galleggianti, pensiamo sempre che i colpevoli siamo "gli altri" o grandi discariche lontane da noi: mentre dovremmo capire che tra quei rifiuti ci sono anche il nostro tappo della bottiglietta di plastica, la bustina del gelato, l'involucro del pacchetto di sigarette, e siccome non bastavano, oggi le mascherine dismesse.
L'azione instancabile di questi volontari, cui la comunità deve solo profonda gratitudine, non vuole avere solo la funzione di spazzini delle trascuratezze diffuse; ma soprattutto una azione di sensibilizzazione nei confronti di ognuno di noi.
E quindi pensiamoci ogni volta che beviamo da una bottiglietta d'acqua o disperdiamo qualunque cosa nel nostro ambiente.