Un oncologo scrive a Tarantini: «Perché mi vuol far ammalare di cancro?»

Cementeria, lettera aperta al sindaco di Trani

giovedì 3 giugno 2010
Sul protocollo d'intesa fra l'amministrazione comunale e le società che fanno capo alla famiglia Matarrese per la realizzazione di un cementeria a Trani riceviamo e pubblichiamo integralmente una lettera aperta del dott. Dino Leonetti, medico di famiglia e oncologo, Commissione ambiente Ordine dei Medici della BAT:

«Egregio dott. Tarantini sindaco di Trani, caro collega sto seguendo con molta attenzione l'esito del Protocollo di Intesa che Lei ha sottoscritto con il gruppo Matarrese circa la costruzione di una cementeria in agro di Trani al confine con quello di Andria. Lei ha specificato in un intervento, ripreso dalla Gazzetta del Mezzogiorno in data 27 Maggio 2010, che "anche noi amministratori ci teniamo alla salute dei nostri figli". Questa affermazione le fa molto onore. Ma c'è qualcosa che non riesco a comprendere e spero che Lei mi aiuti. A me risulta che dai camini di un cementificio vengano emesse polveri che si aerodisperdono per molti chilometri lontano dalla fonte emittente, in particolare le polveri ultrafini, quelle di dimensioni inferiori a 0,2 micron, che non vengono trattenute da nessun filtro e che di norma non vengono monitorate. Le polveri fini, come Lei sa, sono altamente inquinanti.

Nelle città europee sono stati documentati importanti effetti cardiovascolari attribuibili alle polveri fini; in particolare è stato osservato un aumento della morte improvvisa coronarica nella popolazione generale (Forastiere et al, 2005) e un aumento della frequenza di episodi di angina e di recidive di infarto in persone ad elevata suscettibilità, come i pazienti sopravvissuti ad un primo infarto del miocardio (von Klot et al, 2005).

Ma ritorniamo alla cementeria da posizionare lungo la strada Trani-Andria. Dalle mappe del territorio provinciale che riportano i parametri vento-selettivi di microinquinanti in aria-ambiente risulta che dai fumi della cementeria verrà investita sia la periferia di Trani che quella di Andria. Io stesso abito ad Andria proprio lungo la direttrice di via Trani. Le chiedo dunque: perché mi vuole inquinare? E non solo con le polveri. Lei ha scritto che un patto tra gentiluomini con il gruppo Matararrese prevede che non verranno inceneriti i rifiuti. Mi permetta di sottolineare che un Protocollo di intesa non è vincolante. Per quanto Lei sia un galantuomo e uno stimatissimo Sindaco immagino che un giorno ritornerà ad essere un cittadino comune oltre che continuare nella sua missione di medico. Un giorno Lei non avrà più alcun potere di garantire circa la condotta di un industriale che, per prassi corporativa e per tutela dell'azienda, mira unicamente al profitto, nel rispetto delle norme vigenti, naturalmente. Le norme vigenti, manco a dirlo, permettono ad una cementeria la combustione di rifiuti.

E se dunque, come molti osservatori hanno già dichiarato sulla stampa, nel cementificio del gruppo Matarrese verranno bruciati anche i rifiuti, posso prevedere che dal camino uscirà ogni tipo di veleno, i cui effetti nella cancerogenesi Lei conosce perfettamente. "I cementifici che bruciano rifiuti sono la seconda fonte di diossine e di furani negli USA" è scritto in Centro per la Salute Maccacaro, Medicina Democratica, dott. M. Portaluri, ex direttore generale della ASL BAT. L'EPA, Environmental Protection Agency - United States, ha infatti stimato una "emissione di diossine pari a 0,29 nanogrammi di diossine equivalenti per kg di clinker prodotto nei cementifici che non utilizzano rifiuti come combustibili e di 24,34 nanogrammi/kg invece nei cementifici che usano rifiuti come combustibile, in altri termini la combustione di rifiuti emette da un cementificio 80 volte più diossine rispetto all'utilizzo dei combustibili fossili usuali". Inoltre il monossido di carbonio, anch'esso prodotto di combustione di rifiuti, è indice di elevati livelli di altre sostanze tossiche come benzene e idrocarburi policiclici aromatici. Informo che dal 2003 al 2006 dalla cementeria di Barletta, per esempio, l'emissione di monossido di carbonio è in progressivo aumento, come risulta dalle valutazioni dell'ARPA. Il benzene, gli idrocarburi policiclici aromatici, le diossine sono tutte sostanze cancerogene.

Allora Le chiedo con un velo di inquietudine: perché, collega, mi vuol far ammalare di cancro? Mi capita di raccogliere riflessioni e talora imprecazioni di miei pazienti in relazione al cattivo presagio, alle "disgrazie", al "destino" come causa di un malanno, soprattutto in riferimento alle malattie gravi. Capita anche a Lei attingere a questa credulità popolare? Noi medici sappiamo, invero, che molte malattie sono evitabili se solo si facesse attenzione agli stili di vita e alle scelte di politica gestionale di un territorio. Nel citato articolo della Gazzetta Lei aggiunge: "gli ambientalisti di comodo dimenticano di segnalare la presenza di combustibile da rifiuto bruciato nella cementeria di Barletta". Altra situazione triste. Abbiamo già chiesto agli enti competenti, ASL e ARPA, di verificare attraverso un'indagine epidemiologica gli eventuali danni alla salute dei lavoratori e della popolazione residente, determinati dalle emissioni di inquinanti nei pressi della cementeria di Barletta. Il direttore dell'ARPA prof. Giorgio Assennato, da noi esplicitamente interpellato su tale aspetto, ci ha confermato che a Barletta installeranno due centraline fisse di monitoraggio e che l'Ufficio di Statistica e di Epidemiologia, diretto da un valentissimo medico, il dott. Enzo Coviello, si sta attrezzando per iniziare una valutazione di incidenza di malattie, che noi chiamiamo studio di epidemiologia analitica. Abbiamo incontrato il Prof. Assennato e il dott. Coviello più volte e stiamo seguendo gli sviluppi delle loro determinazioni. Mi creda, non comprendo le ragioni di rimprovero per cui se altrove c'è una fonte di inquinamento noialtri, che non amministriamo la cosa pubblica, secondo il suo autorevole parere non facciamo abbastanza. Cosa vuole che facciano di più, gli "ambientalisti di comodo", come Lei ha simpaticamente chiamato quelli che stanno segnalando una situazione di inquinamento ambientale? Non so.

Posso dirle che personalmente ho anche chiesto, insieme ai colleghi del Coordinamento, al nostro Presidente dell'Ordine dei Medici della BAT dott. Dino Delvecchio di rivolgere un appello al Presidente della Provincia BAT di moratoria sui nuovi impianti emittenti fumi in atmosfera. Il dott. Delvecchio ha inviato una lettera aperta non solo al dott. Ventola, ma anche al Presidente della Regione Puglia e a tutti i sindaci dei comuni della BAT, chiedendo appunto tale moratoria. L'ha ricevuta? Ci siamo appellati al principio di cautela e all'art. 5 del nuovo codice deontologico che così recita: "Educazione alla salute e rapporti con l'ambiente. Il medico è tenuto a considerare l'ambiente nel quale l'uomo vive e lavora quale determinante più importante della salute dei cittadini. A tale fine il medico è tenuto a promuovere una cultura civile per l'utilizzo appropriato delle risorse naturali anche allo scopo di salvaguardare l'utilizzo stesso da parte delle future generazioni". Mi rendo conto che il gruppo imprenditoriale di Matarrese ha i suoi legittimi interessi nella costruzione della cementeria e che Lei è chiamato ad esercitare il suo potere di Sindaco.
Ebbene La invito a far Sua la riflessione che è di L. Ruggiu "Potere, interessi e valori" in "Capire la politica. Lezioni" a cura di G.Mazzioli, Bologna 1993 Ed. Dehoniane, e cioè: "Se nella società in cui viviamo l'interesse è coessenziale con ciascun atomo sociale, allora si impone il duplice problema delle gradazioni degli interessi legittimi attraverso parametri e dell'armonizzazione di questi con interessi legittimi. Dal punto di vista della gestione del potere occorre trovare un interesse generale, individuare il bene comune che consenta di salvaguardare gli interessi legittimi e contemporaneamente regolarizzare gli interessi e gerarchizzarli. Se non è possibile introdurre criteri di valutazione dell'interesse diversi da quello della forza, significa che la legittimazione del mio potere e quindi del mio interesse è legato ad una relazione di dominio. Se non esiste un legame sociale diverso dalla relazione di forza si crea una società corporativa dove il criterio è l'interesse e dove torto e ragione sono legati alla quantità di forza che si è in grado di mettere in campo". A Lei interessa la mia salute? Le interessa la salute dei cittadini che abitano nella periferia, sia di Trani che di Andria, compresi gli alunni delle diverse scuole che si trovano nell'ambito del lobo di esposizione agli inquinanti aerodispersi? A me risulta che sia dovere del Sindaco tutelare la salute pubblica anche a discapito degli interessi economici. Lei aggiunge nel contributo giornalistico (Gazzetta del Mezzogiorno del 27 Maggio 2010) la seguente frase: "Vi è necessità di non osteggiare qualsiasi tentativo di creare sviluppo ed occupazione nel nostro territorio". Molto giusto. Ma, a parte il fatto che in questo caso le prime vittime degli inquinanti saranno i lavoratori della cementeria e che si possono individuare altre forme di occupazione meno rischiose, Le chiedo: ha considerato i "costi esterni" di tale scelta?

Saprà di certo che un impianto industriale come una cementeria, che genera emissioni di inquinanti e perciò causa danni alla salute umana, impone un costo esterno. Talora l'impatto sui proprietari degli edifici o su quelli che subiscono danni alla loro salute, non viene preso in considerazione dal "generatore" di inquinante al momento di decidere in merito alle attività che causano il danno. Nel caso della cementeria, i costi ambientali sono "esterni", perché il proprietario dell'impianto, il gruppo Matarrese, non dovendo in prima persona pagare questi costi non ne prende in considerazione la valutazione. Lo sapeva?



E' stata fatta una valutazione dei costi esterni anche derivanti dall'impatto sull'inquinamento atmosferico dei mezzi del parco veicolare circolante che transiteranno sulla strada provinciale Trani-Andria dopo l'apertura della cementeria? Lei sa che già "le emissioni pugliesi di polveri sottili originate dal trasporto stradale contribuiscono per circa il 16% del totale di emissioni di polveri sottili stagionali" (ARPA, Relazione sullo stato dell'ambiente 2008)? Lei è a conoscenza, qualora la cementeria dovesse bruciare rifiuti per generare energia, che in Puglia "il settore energia-industria presenta il maggior contributo emissivo e un andamento in continua crescita nel tempo" (ARPA, Relazione sullo stato dell'ambiente 2008)? L'UE stabilisce che i prodotti agroalimentari (e i loro derivati) nel raggio di 15 Km da un inceneritore non possono avere il marchio Dop o Doc. Chi pagherà i costi esterni per la perdita di produttività e di specificità dei terreni agricoli con forte vocazione di eccellenza enogastronomica posizionati vicini all'impianto cementeria-inceneritore dei Matarrese e che subiranno la ricaduta di polveri?

Lei afferma inoltre che "metteremo in atto misure di controllo, anche supplementare, rispetto a quello che prevede la legge, per garantire la salute di tutti i cittadini e di tutto il territorio". Lodevole intenzione la Sua, ma come farà?I filtri attualmente disponibili posizionati nei camini non trattengono le polveri ultrafini, le nano polveri, che sono causa di granulomatosi da corpo estraneo e spesso sono vere precancerosi. Inoltre il monitoraggio continuo degli inquinanti è pressoché impossibile, visto che lo stesso Direttore ha dichiarato pubblicamente la grave difficoltà in cui versa l'Agenzia Regionale di Protezione Ambiente per quanto riguarda "personale, strutture e strumentazione adeguata". In conclusione La invito, in attesa dei riscontri sullo studio epidemiologico che riguarderà a breve il territorio interessato dalla cementeria di Barletta, a riflettere su queste semplici considerazioni che ho fatto. Sono certo, come Lei stesso ha scritto, che avendo fatto "una scelta professionale e di vita sulla difesa della salute delle persone", esattamente come me, possa ben comprendere la mia titubanza nel farLe un plauso, qualora dovesse concludere l'iter autorizzativo per un impianto emittente fumi inquinanti in atmosfera. Mi creda, i cittadini di Andria e di Trani non ne sentono alcun bisogno».