Un urbanista di fama internazionale per la distribuzione delle strutture nella BAT
E' la proposta del circolo provinciale di Libertà e Giustizia
lunedì 10 ottobre 2005
«Suscita un sentimento di frustrazione misto a tristezza leggere sulla Gazzetta del Nordbarese la notizia che l'ennesimo formale incontro fissato dai sindaci della sesta provincia per decidere sulla dislocazione degli uffici si è risolto in un nulla di fatto e che un accordo di massima sarebbe stato raggiunto nel corso di una riunione informale tra alcuni esponenti politici di due delle città capoluogo(Barletta ed Andria) da cui peraltro la terza (Trani) sarebbe stata esclusa. Tale stato d'animo, per chi crede che la sesta provincia possa rappresentare una effettiva occasione di rilancio socio-economico per le nostre città, si traduce poi in un misto di sconcerto e di sconforto allorquando legge i comunicati dei sedicenti comitati di lotta di questa o quella città, che avanzano pretese di "accaparramento" pressocchè integrale degli uffici della nuova provincia, utilizzando un linguaggio ed un bagaglio di argomentazioni che già nel secolo scorso appariva superato.
Se veramente vogliamo cogliere l'eccezionale opportunità che la provincia Barletta-Andria-Trani può rappresentare per la crescita dell'intero territorio del nord-barese, dobbiamo avere la capacità di liberarci da un provincialismo che minaccia di consegnarci ad una dimensione di limitatezza culturale e di precluderci più avanzati orizzonti socio-economici.E' necessario in definitiva, che, nel momento in cui ci riconosciamo quali abitanti della nuova provincia, ci mostriamo contemporaneamente capaci di liberarci dai residui di quel provincialismo campanilistico che è stato uno dei motivi della crescita rallentata del nostro territorio.
Dobbiamo, tra l'altro, responsabilmente considerare che il clima di permanente trattativa e di latente rissosità che si è creato tra i rappresentanti delle varie città, oltre ad impedire il formarsi della necessaria armonia, preclude di fatto la possibilità di attrarre nel nuovo ente territoriale città quali Corato e Ruvo di Puglia, che per la loro tradizione storico-culturale e per la loro importanza socio-economica, dovrebbero essere parte integrante della provincia BAT, ed i cui abitanti, peraltro, nutrono allo stato ragionevoli perplessità sulla convenienza di staccarsi dalla provincia di Bari per aderire alla nuova provincia. Nel tentativo di superare la situazione di stallo che si è creata, da ultimo il sen. Biagio Tatò di Barletta ed il consigliere regionale Carlo Laurora di Trani hanno riproposto l'idea di costruire la "cittadella degli uffici" del nuovo ente in una zona a confine tra i tre comuni capoluogo.
Tale proposta, per quanto apprezzabile, appare tardiva in quanto difficilmente, in un tempo ragionevolmente breve, si potrebbe avere il consenso di tutti i comuni su una soluzione tanto impegnativa.
Accanto a tale seria proposta di soluzione mi permetto, pertanto, di suggerirne un'altra: deleghino i comuni che già fanno parte della sesta provincia ad un urbanista di fama internazionale il compito di studiare una razionale distribuzione degli uffici, che eventualmente consideri l'inclusione e l'esclusione dei comuni di Corato e di Ruvo e che tenga conto delle peculiarità urbanistiche e delle propensioni culturali ed economiche delle singole città, impegnandosi sin d'ora a recepirne le conclusioni come vincolanti.
Attraverso tale meccanismo sarebbe possibile pervenire ad una soluzione rapida e razionale del problema o, quanto meno, capire chi veramente persegue il bene comune e chi, al contrario, nutre riserve mentali che si fondano su anacronistiche rivendicazioni localistiche. Il Circolo di Libertà e Giustizia di Barletta-Andria-Trani sin d'ora si ripromette di organizzare una serie di incontri che coinvolgano i comitati sorti nelle città di Corato e di Ruvo di Puglia, per verificare con i cittadini di tali città la convenienza di aderire alla provincia BAT e per discutere, più in generale, le problematiche che l'istituzione del nuovo ente comporta.» avv. Domenico Franco
Coordinatore del Circolo di Libertà e Giustizia di Barletta-Andria-Trani
Se veramente vogliamo cogliere l'eccezionale opportunità che la provincia Barletta-Andria-Trani può rappresentare per la crescita dell'intero territorio del nord-barese, dobbiamo avere la capacità di liberarci da un provincialismo che minaccia di consegnarci ad una dimensione di limitatezza culturale e di precluderci più avanzati orizzonti socio-economici.E' necessario in definitiva, che, nel momento in cui ci riconosciamo quali abitanti della nuova provincia, ci mostriamo contemporaneamente capaci di liberarci dai residui di quel provincialismo campanilistico che è stato uno dei motivi della crescita rallentata del nostro territorio.
Dobbiamo, tra l'altro, responsabilmente considerare che il clima di permanente trattativa e di latente rissosità che si è creato tra i rappresentanti delle varie città, oltre ad impedire il formarsi della necessaria armonia, preclude di fatto la possibilità di attrarre nel nuovo ente territoriale città quali Corato e Ruvo di Puglia, che per la loro tradizione storico-culturale e per la loro importanza socio-economica, dovrebbero essere parte integrante della provincia BAT, ed i cui abitanti, peraltro, nutrono allo stato ragionevoli perplessità sulla convenienza di staccarsi dalla provincia di Bari per aderire alla nuova provincia. Nel tentativo di superare la situazione di stallo che si è creata, da ultimo il sen. Biagio Tatò di Barletta ed il consigliere regionale Carlo Laurora di Trani hanno riproposto l'idea di costruire la "cittadella degli uffici" del nuovo ente in una zona a confine tra i tre comuni capoluogo.
Tale proposta, per quanto apprezzabile, appare tardiva in quanto difficilmente, in un tempo ragionevolmente breve, si potrebbe avere il consenso di tutti i comuni su una soluzione tanto impegnativa.
Accanto a tale seria proposta di soluzione mi permetto, pertanto, di suggerirne un'altra: deleghino i comuni che già fanno parte della sesta provincia ad un urbanista di fama internazionale il compito di studiare una razionale distribuzione degli uffici, che eventualmente consideri l'inclusione e l'esclusione dei comuni di Corato e di Ruvo e che tenga conto delle peculiarità urbanistiche e delle propensioni culturali ed economiche delle singole città, impegnandosi sin d'ora a recepirne le conclusioni come vincolanti.
Attraverso tale meccanismo sarebbe possibile pervenire ad una soluzione rapida e razionale del problema o, quanto meno, capire chi veramente persegue il bene comune e chi, al contrario, nutre riserve mentali che si fondano su anacronistiche rivendicazioni localistiche. Il Circolo di Libertà e Giustizia di Barletta-Andria-Trani sin d'ora si ripromette di organizzare una serie di incontri che coinvolgano i comitati sorti nelle città di Corato e di Ruvo di Puglia, per verificare con i cittadini di tali città la convenienza di aderire alla provincia BAT e per discutere, più in generale, le problematiche che l'istituzione del nuovo ente comporta.» avv. Domenico Franco
Coordinatore del Circolo di Libertà e Giustizia di Barletta-Andria-Trani