"Una fede che sposta le montagne", grande partecipazione alla Festa del Ministrante
Presenti a Trani nella parrocchia di San Magno i giovani ministranti da ogni città della Diocesi
mercoledì 26 aprile 2023
12.38
Nella giornata di ieri, martedì 25 aprile, si è svolta nella parrocchia San Magno della città di Trani la 57ª giornata diocesana del ministrante, grazie alla collaborazione del Centro Diocesano Vocazioni (CDV) e della comunità del Seminario "Don Uva". Una festa che si svolge annualmente nelle varie città dell'arcidiocesi di Trani, Barletta, Bisceglie e che vede la partecipazione di numerosi laici, sacerdoti e religiose, tra cui i protagonisti della giornata - i ministranti - provenienti dalle città di Trani, Barletta, Bisceglie, Corato, Trinitapoli, Margherita di Savoia e San Ferdinando di Puglia.
La giornata ha avuto inizio con l'accoglienza dei partecipanti e il lancio del tema: una fede che sposta le montagne (Mt. 17,20). È poi seguito un momento di balli, di canti e di preghiera. La mattinata si è conclusa con una catechesi in gruppi, con la visita degli stand ludici e il pranzo a sacco finale. Nel pomeriggio , dopo altri momenti di festa, si è dato inizio al corteo dei ministranti - accompagnati dai vari membri delle parrocchie e dai loro striscioni colorati - che ha attraversato le strade della città di Trani.
La giornata si è conclusa con la Celebrazione Eucaristica presieduta dall'Arcivescovo mons. Leonardo D'Ascenzo e con la premiazione delle tre parrocchie vincitrici per il miglior striscione. Il primo posto è stato vinto dalla parrocchia Cristo Lavoratore di Trinitapoli, il secondo posto dalla parrocchia Sacra Famiglia di Corato e il terzo posto dalla parrocchia San Benedetto di Barletta.
Al termine della giornata abbiamo intervistato mons. Leonardo D'Ascenzo, ponendogli alcune domande:
Quanto può essere importante la figura del ministrante all'interno della parrocchia per i ragazzi che svolgono tale ruolo?
"Il ruolo del ministrante in parrocchia è importante - lo abbiamo ricordato durante la celebrazione della Messa - perché più che ruolo è un servizio che vivono all'altare, servizio che imparano a vivere anche nella loro vita. Allora credo sia importantissimo per un ragazzo essere accompagnato nell'apprendere a concepire, a concretizzare poi la propria esperienza di vita secondo la logica del servizio".
Qual è il significato di questa giornata dedicata a loro?
"La giornata dedicata a loro è una giornata di festa che ci fa incontrare insieme grazie a un servizio che viviamo tutti avendo come riferimento un unico esempio che poi è quello del Signore Gesù. E vivere tutto questo in un clima di festa ci fa anche comprendere che vivere la vita servendo è motivo di gioia, perché significa comprendere e realizzare poi quella che è la vera logica della vita, cioè spendere la nostra a servizio degli altri".
A questo proposito abbiamo rivolto le stesse domande anche al responsabile CDV don Davide Abascià.
"Per quanto riguarda il servizio nella comunità, penso che riguardi anche noi adulti. Questo perché, alle volte, pensiamo che la testimonianza venga soltanto dal mondo degli adulti, invece la testimonianza della fede può venire tranquillamente e in maniera splendida, genuina anche dai ragazzi più piccoli, dai giovani delle comunità. Certo, vivono le loro contraddizioni, ma questo non significa che non possano testimoniare la loro fede attraverso il servizio all'altare che diventa una provocazione anche per il servizio alla carità in tutta la comunità parrocchiale. Per cui è vero che i ragazzi servono all'altare ma è anche vero che gli stessi ragazzi offrono il loro servizio di carità anche nella stessa comunità, chi come catechista, chi con gli anziani, chi con altro. Ecco quindi mi sembra una bella testimonianza di fede quella di svolgere il loro servizio all'altare, perché la liturgia celebrata nella Chiesa possa diventare una liturgia di vita innanzi tutto nelle proprie famiglie e poi con le persone che si incontrano".
"L'importanza della giornata del ministrante riguarda il fatto di potersi incontrare tutti insieme e di potersi riconoscere nell'unica fede in Dio. Questa non è una cosa scontata perché, alle volte, gli adolescenti non viaggiando molto, non conoscendo bene la diocesi, non hanno la percezione di quanti ragazzi come loro siano credenti e svolgono lo stesso servizio all'interno delle comunità parrocchiali. Per cui avere la possibilità, soprattutto per i più piccoli, di incontrarsi tutti insieme, una volta all'anno, in una zona pastorale della diocesi, dà la percezione reale di chi si è e di quanti si è".
La giornata ha avuto inizio con l'accoglienza dei partecipanti e il lancio del tema: una fede che sposta le montagne (Mt. 17,20). È poi seguito un momento di balli, di canti e di preghiera. La mattinata si è conclusa con una catechesi in gruppi, con la visita degli stand ludici e il pranzo a sacco finale. Nel pomeriggio , dopo altri momenti di festa, si è dato inizio al corteo dei ministranti - accompagnati dai vari membri delle parrocchie e dai loro striscioni colorati - che ha attraversato le strade della città di Trani.
La giornata si è conclusa con la Celebrazione Eucaristica presieduta dall'Arcivescovo mons. Leonardo D'Ascenzo e con la premiazione delle tre parrocchie vincitrici per il miglior striscione. Il primo posto è stato vinto dalla parrocchia Cristo Lavoratore di Trinitapoli, il secondo posto dalla parrocchia Sacra Famiglia di Corato e il terzo posto dalla parrocchia San Benedetto di Barletta.
Al termine della giornata abbiamo intervistato mons. Leonardo D'Ascenzo, ponendogli alcune domande:
Quanto può essere importante la figura del ministrante all'interno della parrocchia per i ragazzi che svolgono tale ruolo?
"Il ruolo del ministrante in parrocchia è importante - lo abbiamo ricordato durante la celebrazione della Messa - perché più che ruolo è un servizio che vivono all'altare, servizio che imparano a vivere anche nella loro vita. Allora credo sia importantissimo per un ragazzo essere accompagnato nell'apprendere a concepire, a concretizzare poi la propria esperienza di vita secondo la logica del servizio".
Qual è il significato di questa giornata dedicata a loro?
"La giornata dedicata a loro è una giornata di festa che ci fa incontrare insieme grazie a un servizio che viviamo tutti avendo come riferimento un unico esempio che poi è quello del Signore Gesù. E vivere tutto questo in un clima di festa ci fa anche comprendere che vivere la vita servendo è motivo di gioia, perché significa comprendere e realizzare poi quella che è la vera logica della vita, cioè spendere la nostra a servizio degli altri".
A questo proposito abbiamo rivolto le stesse domande anche al responsabile CDV don Davide Abascià.
"Per quanto riguarda il servizio nella comunità, penso che riguardi anche noi adulti. Questo perché, alle volte, pensiamo che la testimonianza venga soltanto dal mondo degli adulti, invece la testimonianza della fede può venire tranquillamente e in maniera splendida, genuina anche dai ragazzi più piccoli, dai giovani delle comunità. Certo, vivono le loro contraddizioni, ma questo non significa che non possano testimoniare la loro fede attraverso il servizio all'altare che diventa una provocazione anche per il servizio alla carità in tutta la comunità parrocchiale. Per cui è vero che i ragazzi servono all'altare ma è anche vero che gli stessi ragazzi offrono il loro servizio di carità anche nella stessa comunità, chi come catechista, chi con gli anziani, chi con altro. Ecco quindi mi sembra una bella testimonianza di fede quella di svolgere il loro servizio all'altare, perché la liturgia celebrata nella Chiesa possa diventare una liturgia di vita innanzi tutto nelle proprie famiglie e poi con le persone che si incontrano".
"L'importanza della giornata del ministrante riguarda il fatto di potersi incontrare tutti insieme e di potersi riconoscere nell'unica fede in Dio. Questa non è una cosa scontata perché, alle volte, gli adolescenti non viaggiando molto, non conoscendo bene la diocesi, non hanno la percezione di quanti ragazzi come loro siano credenti e svolgono lo stesso servizio all'interno delle comunità parrocchiali. Per cui avere la possibilità, soprattutto per i più piccoli, di incontrarsi tutti insieme, una volta all'anno, in una zona pastorale della diocesi, dà la percezione reale di chi si è e di quanti si è".