Una piazza o una strada intitolata a Vincenzo Forni
E' la proposta del comitato di quartiere Stadio
mercoledì 10 dicembre 2008
In occasione del 110° anniversario della nascita di Vincenzo Forni (Napoli 6.12.1898 – Trani 9.8.1944), il Comitato di Quartiere "Stadio" si fa interprete della volontà dei residenti nel proporre alle SS. VV. l'intitolazione a questo personaggio della piazzetta sorta nel 2007 in Via Pugliese, ancora senza nome.
Di Vincenzo Forni e di una vicenda del settembre 1943 non a tutti nota, se n'è persa completamente la memoria. «Noi vogliamo ricordarlo così come diversi anni fa fu pubblicata da "Il Giornale di Trani" con lo stesso scopo: quello della denominazione di una strada o, in alternativa, di una lapide.» Cavaliere del Lavoro, Vincenzo Forni nasce a Napoli il 6 dicembre 1898. Dopo gli studi, una rapida ascesa in carriera nel settore agroalimentare lo porta a diventare dirigente della Cirio. Alla fine degli anni '30 assume la direzione della sede barese dell'importante industria conserviera, trasferendosi a Trani nel 1940 e facendo il pendolare con il capoluogo. Acquista e va ad abitare con la sua famiglia in quella casa a due piani ancora esistente in Via Verdi, angolo Via Sant'Annibale M. Di Francia, vicinissima al passaggio a livello. L'episodio che improvvisamente coinvolge Vincenzo Forni nella storia di Trani avviene il 18 settembre 1943 (la stessa giornata in cui si verificò l'episodio dei cinquanta ostaggi dei tedeschi).
Il Comandante del III Battaglione del 226° Reggimento Fanteria "Arezzo", Tenente Colonnello Giulio Ferretti, si presenta a casa di Vincenzo Forni per dislocarvi il Quartier Generale del menzionato Battaglione. E' un vero e proprio ordine militare al quale non poteva rifiutare. Pertanto il dirigente della Cirio mette subito a disposizione dei militari l'intero immobile: i cinque vani a piano terra e gli altri cinque del piano superiore diventano gli uffici direzionali del Comando, la "stanza dei bottoni" dalla quale nel giro di appena dodici giorni vengono studiate, elaborate ed eseguite le strategie vincenti che porteranno alla liberazione di Trani. Le centinaia di soldati dello stesso battaglione, a loro volta, vengono dislocate nel vicino appezzamento di terreno appartenente alla famiglia Quinto, nell'attuale via Togliatti. Il Forni pur non indossando una divisa, collabora attivamente. Assume informazioni, le gira ai militari, si rende utile in tutti i modi possibili, fa persino da tramite verso lo stesso T.Col. Ferretti, inducendolo a non condannare a morte due tranesi rei, a dire del comandante, di atti indisciplinati.
Trani è definitivamente liberata, il T.Col. Ferretti ed i suoi uomini il 30 settembre 1943 lasciano la casa di Vincenzo Forni, dopo averla messa tutta a soqquadro, ma la liberazione della Città è passata proprio di lì. Nella stessa data il T.Col. Ferretti consegna a Vincenzo Forni la seguente lettera: "Questo Comando Vi è vivamente grato perché nei giorni dal 18 al 30 c.m. con squisito senso di comprensione Voi lo avete ospitato durante le operazioni di combattimento contro il nemico. Avete dato prova di alto sentimento di attaccamento fraterno alle Forze Armate che, fedeli al loro Re, hanno liberato la Città di Trani dal terrorismo tedesco e l'hanno saldamente presidiata impedendo il ritorno dei barbari nemici. Con le vostre continue informazioni avete collaborato alla difficile opera di questo Comando. Nella qualità di Comandante di questo Battaglione Vi rivolgo il mio più vivo elogio e Vi informo che segnalerò il Vostro comportamento alle Autorità Civili. Personalmente ringrazio Voi ed i Vostri famigliari per la premurosa ed affettuosa ospitalità accordata a me, agli Ufficiali e al personale di questo Comando". Vincenzo Forni morì un anno dopo, il 9 agosto 1944, e l'impegno del colonnello Ferretti rimase lettera morta.
Il presidente Piazzolla: «Le Autorità Civili non hanno dimostrato nessun interesse verso quell'uomo che, pur senza atti eclatanti di eroismo, fu pur protagonista di una situazione militare delicata in quel particolare momento della vita tranese, non solo per aver messo a disposizione di un reparto militare il suo fabbricato, ma di aver anche collaborato fattivamente e coraggiosamente al fine di favorire le operazioni, e senza dimenticare il suo favorevole intervento presso il Comandante Ferretti affinchè fosse indulgente verso i due cittadini tranesi che rischiarono di essere condannati a morte. Per tali ragioni, il Comitato di Quartiere ritiene Vincenzo Forni meritevole di essere ricordato ai posteri intitolando la piazzetta di Via Pugliese o, in alternativa, in una lapide da affiggere sulla facciata del fabbricato di via Verdi 4.»
Di Vincenzo Forni e di una vicenda del settembre 1943 non a tutti nota, se n'è persa completamente la memoria. «Noi vogliamo ricordarlo così come diversi anni fa fu pubblicata da "Il Giornale di Trani" con lo stesso scopo: quello della denominazione di una strada o, in alternativa, di una lapide.» Cavaliere del Lavoro, Vincenzo Forni nasce a Napoli il 6 dicembre 1898. Dopo gli studi, una rapida ascesa in carriera nel settore agroalimentare lo porta a diventare dirigente della Cirio. Alla fine degli anni '30 assume la direzione della sede barese dell'importante industria conserviera, trasferendosi a Trani nel 1940 e facendo il pendolare con il capoluogo. Acquista e va ad abitare con la sua famiglia in quella casa a due piani ancora esistente in Via Verdi, angolo Via Sant'Annibale M. Di Francia, vicinissima al passaggio a livello. L'episodio che improvvisamente coinvolge Vincenzo Forni nella storia di Trani avviene il 18 settembre 1943 (la stessa giornata in cui si verificò l'episodio dei cinquanta ostaggi dei tedeschi).
Il Comandante del III Battaglione del 226° Reggimento Fanteria "Arezzo", Tenente Colonnello Giulio Ferretti, si presenta a casa di Vincenzo Forni per dislocarvi il Quartier Generale del menzionato Battaglione. E' un vero e proprio ordine militare al quale non poteva rifiutare. Pertanto il dirigente della Cirio mette subito a disposizione dei militari l'intero immobile: i cinque vani a piano terra e gli altri cinque del piano superiore diventano gli uffici direzionali del Comando, la "stanza dei bottoni" dalla quale nel giro di appena dodici giorni vengono studiate, elaborate ed eseguite le strategie vincenti che porteranno alla liberazione di Trani. Le centinaia di soldati dello stesso battaglione, a loro volta, vengono dislocate nel vicino appezzamento di terreno appartenente alla famiglia Quinto, nell'attuale via Togliatti. Il Forni pur non indossando una divisa, collabora attivamente. Assume informazioni, le gira ai militari, si rende utile in tutti i modi possibili, fa persino da tramite verso lo stesso T.Col. Ferretti, inducendolo a non condannare a morte due tranesi rei, a dire del comandante, di atti indisciplinati.
Trani è definitivamente liberata, il T.Col. Ferretti ed i suoi uomini il 30 settembre 1943 lasciano la casa di Vincenzo Forni, dopo averla messa tutta a soqquadro, ma la liberazione della Città è passata proprio di lì. Nella stessa data il T.Col. Ferretti consegna a Vincenzo Forni la seguente lettera: "Questo Comando Vi è vivamente grato perché nei giorni dal 18 al 30 c.m. con squisito senso di comprensione Voi lo avete ospitato durante le operazioni di combattimento contro il nemico. Avete dato prova di alto sentimento di attaccamento fraterno alle Forze Armate che, fedeli al loro Re, hanno liberato la Città di Trani dal terrorismo tedesco e l'hanno saldamente presidiata impedendo il ritorno dei barbari nemici. Con le vostre continue informazioni avete collaborato alla difficile opera di questo Comando. Nella qualità di Comandante di questo Battaglione Vi rivolgo il mio più vivo elogio e Vi informo che segnalerò il Vostro comportamento alle Autorità Civili. Personalmente ringrazio Voi ed i Vostri famigliari per la premurosa ed affettuosa ospitalità accordata a me, agli Ufficiali e al personale di questo Comando". Vincenzo Forni morì un anno dopo, il 9 agosto 1944, e l'impegno del colonnello Ferretti rimase lettera morta.
Il presidente Piazzolla: «Le Autorità Civili non hanno dimostrato nessun interesse verso quell'uomo che, pur senza atti eclatanti di eroismo, fu pur protagonista di una situazione militare delicata in quel particolare momento della vita tranese, non solo per aver messo a disposizione di un reparto militare il suo fabbricato, ma di aver anche collaborato fattivamente e coraggiosamente al fine di favorire le operazioni, e senza dimenticare il suo favorevole intervento presso il Comandante Ferretti affinchè fosse indulgente verso i due cittadini tranesi che rischiarono di essere condannati a morte. Per tali ragioni, il Comitato di Quartiere ritiene Vincenzo Forni meritevole di essere ricordato ai posteri intitolando la piazzetta di Via Pugliese o, in alternativa, in una lapide da affiggere sulla facciata del fabbricato di via Verdi 4.»