Una scultura per Trani ed Astor Piazzolla
Lidia Croce presenta un bozzetto dedicato al musicista ed alle sue origini. Si avvicina il ventennale della sua morte
martedì 16 agosto 2011
12.10
Tra un anno, in estate (ed esattamente il 4 luglio) ricorre il ventennale della morte di Astor Piazzolla, straordinario musicista e compositore argentino ritenuto tra i migliori virtuosi di bandoneón e in prima fila tra i riformatori della cifra stilistica e musicale del tango. Piazzolla, durante la sua carriera, non ha mai nascosto le sue origini italiane e tranesi (Pantaleone, il padre, era un pescatore emigrato in Argentina da Trani).
La città, al di là di una via (a Capirro) e di qualche manifestazione estemporanea, non ha mai fatto granché per ricordare al mondo la paternità del più importante musicista di tango della seconda metà del XX secolo. L'idea migliore va forse attribuita a Luciano Zitoli che, in un video realizzato per contro dell'amministrazione per la Bit di Milano, dedicò a Piazzolla un emozionante tributo, riportando in originale l'audio di un concerto tenuto dal musicista a Central Park in cui ricordava fieramente le sue origini tranesi.
E così, avvicinandosi, il ventennale della sua morte, una scultrice e pittrice italiana già conosciuta a Trani, Lidia Croce, ha voluto presentare alla nostra redazione un bozzetto per una scultura alla musica dedicato proprio a Trani ed a Piazzolla. Disegnato su tela con un pennello intinto di blu, il bozzetto potrebbe diventare un'idea ghiotta per rendere omaggio al compositore di Libertango. L'opera di Lidia Croce ha nel binomio musica-architettura il suo filo conduttore. «Ritengo – spiega la scultrice senese – che nel patrimonio genetico di Astor Piazzolla – ci fossero i ritmi dell'architettura tranese e del mare. Le perfezione del romanico di Trani è notissima e resta uno dei gradini più alti di raffinatezza stilistica esistenti al mondo. La sua armonia, la ritimica alternanza di pieni e vuoti, di spazi quasi astratti e di concitati ricami scavati nella pietra, ricordano il mare, i suoi ritmi alternati di fragorose onde e dei silenzi della risacca, con il suo scintillante scampanellio di sassolini che trascina con se».
Nel bozzetto si scorge il campanile della Cattedrale, il mare (che appare sullo sfondo, ingolbato nella scultura) ed un pentagramma con la musica del tango, perso fra le onde. Nel bozzetto c'è insomma Trani, fermata in una danza musicale, in un vorticoso balletto di note che scaturiscono dall'artistica architettura della Cattedrale, dalle forme ritmiche dei due rosoni, dalle volute bizzarre dell'archivolto, dalle figure sibilline del portale, da quelle ambigue che si snodano e si aggrovigliano, misteriose creature ricavate dalla pietra, dal bronzo.
Lidia Croce ha già legato in passato il suo nome alla città di Trani. Pur essendo toscana, la scultrice ha dedicato al nostro territorio innumerevoli opere. In una via principale del centro storico di Peschici è presente uno dei suoi lavori più apprezzati, il Diomede garganico. Nel 2009 le fu dedicata un'esposizione nella chiesa di Ognissanti a Trani, mentre al centro di San Luigi è stato prestato per visione il bozzetto in bronzo ispirato alla creazione di Adamo ed Eva, presentato in occasione dell'anno dedicato al tema della famiglia.
La città, al di là di una via (a Capirro) e di qualche manifestazione estemporanea, non ha mai fatto granché per ricordare al mondo la paternità del più importante musicista di tango della seconda metà del XX secolo. L'idea migliore va forse attribuita a Luciano Zitoli che, in un video realizzato per contro dell'amministrazione per la Bit di Milano, dedicò a Piazzolla un emozionante tributo, riportando in originale l'audio di un concerto tenuto dal musicista a Central Park in cui ricordava fieramente le sue origini tranesi.
E così, avvicinandosi, il ventennale della sua morte, una scultrice e pittrice italiana già conosciuta a Trani, Lidia Croce, ha voluto presentare alla nostra redazione un bozzetto per una scultura alla musica dedicato proprio a Trani ed a Piazzolla. Disegnato su tela con un pennello intinto di blu, il bozzetto potrebbe diventare un'idea ghiotta per rendere omaggio al compositore di Libertango. L'opera di Lidia Croce ha nel binomio musica-architettura il suo filo conduttore. «Ritengo – spiega la scultrice senese – che nel patrimonio genetico di Astor Piazzolla – ci fossero i ritmi dell'architettura tranese e del mare. Le perfezione del romanico di Trani è notissima e resta uno dei gradini più alti di raffinatezza stilistica esistenti al mondo. La sua armonia, la ritimica alternanza di pieni e vuoti, di spazi quasi astratti e di concitati ricami scavati nella pietra, ricordano il mare, i suoi ritmi alternati di fragorose onde e dei silenzi della risacca, con il suo scintillante scampanellio di sassolini che trascina con se».
Nel bozzetto si scorge il campanile della Cattedrale, il mare (che appare sullo sfondo, ingolbato nella scultura) ed un pentagramma con la musica del tango, perso fra le onde. Nel bozzetto c'è insomma Trani, fermata in una danza musicale, in un vorticoso balletto di note che scaturiscono dall'artistica architettura della Cattedrale, dalle forme ritmiche dei due rosoni, dalle volute bizzarre dell'archivolto, dalle figure sibilline del portale, da quelle ambigue che si snodano e si aggrovigliano, misteriose creature ricavate dalla pietra, dal bronzo.
Lidia Croce ha già legato in passato il suo nome alla città di Trani. Pur essendo toscana, la scultrice ha dedicato al nostro territorio innumerevoli opere. In una via principale del centro storico di Peschici è presente uno dei suoi lavori più apprezzati, il Diomede garganico. Nel 2009 le fu dedicata un'esposizione nella chiesa di Ognissanti a Trani, mentre al centro di San Luigi è stato prestato per visione il bozzetto in bronzo ispirato alla creazione di Adamo ed Eva, presentato in occasione dell'anno dedicato al tema della famiglia.
Astor Pantaleón Piazzolla (Mar del Plata, 11 marzo 1921 – Buenos Aires, 4 luglio 1992) è stato un musicista e compositore argentino ritenuto tra i migliori virtuosi di bandoneón e in prima fila tra i riformatori della cifra stilistica e musicale del tango. Nacque da genitori di origine italiana, Vicente Piazzolla (chiamato "Nonino" dai figli di Astor), figlio di Pantaleone, un pescatore emigrato in Argentina da Trani, in Puglia, ed Asunta Manetti, la cui famiglia invece proveniva dalla provincia di Massa-Carrara. Figlio unico, nel 1925 si trasferì con la famiglia a New York, dove visse fino all'età di 16 anni. Conosciuto nella sua terra natale come El Gran Ástor o El Gato (il Gatto, per la sua abilità e ingegno), è considerato il più importante musicista di tango della seconda metà del XX secolo (Carlos Gardel è il più importante della prima metà). Fu una figura controversa nei confronti degli argentini, sia musicalmente che politicamente.
Si dice che in Argentina tutto può cambiare — tranne il tango — e Piazzolla ha infranto questa regola. La sua musica ha ottenuto consensi in Europa ed in America del Nord prima che nel suo Paese e la rivoluzione che ha apportato a questa forma musicale tradizionale lo ha allineato, forse inevitabilmente, a coloro che volevano fare anche altri cambiamenti nella società Argentina. (Wikipedia)
Si dice che in Argentina tutto può cambiare — tranne il tango — e Piazzolla ha infranto questa regola. La sua musica ha ottenuto consensi in Europa ed in America del Nord prima che nel suo Paese e la rivoluzione che ha apportato a questa forma musicale tradizionale lo ha allineato, forse inevitabilmente, a coloro che volevano fare anche altri cambiamenti nella società Argentina. (Wikipedia)