Università, il Consiglio provinciale ne discute a fine anno

Visibelli insiste: «Pronti ad andare in procura per alcune irregolarità». Lettera di Forza Trani a Ventola e Tarantini

giovedì 29 dicembre 2011 22.37
L'ultimo Consiglio provinciale del 2011 si esprimerà per l'approvazione di un atto di indirizzo sul progetto dell'università a Trani che tanto sta facendo discutere, nel bene e nel male. A poche ore dalla convocazione, Forza Trani rincara la dose e minaccia di portare tutti in procura. Nell'ultimo numero del dr. Hauze, Roberto Visibelli, aveva già avuto modo di esprimere enormi perplessità sulla localizzazione della sede del polo universitario. «Appare strana – scrive Visibelli - la benevolenza e la superficialità presente nell'adozione di questo provvedimento. Nel menefreghismo generale sono state ignorate, e lo denunzio pubblicamente e per iscritto facendomene carico, norme del piano urbanistico generale, problemi di viabilità e di pubblici collegamenti. Sembrerebbe che ai pubblici amministratori interessi solo la locazione del famoso immobile dove già si volevano allocare gli uffici giudiziari tranesi, un tempo dichiarati pericolanti ma poi, miracolosamente, non più tali. Gli avvocati e gli impiegati protestarono, e tutto si bloccò. Ora la replica. Con pericolo, questa volta, per l'incolumità dei lavoratori e degli studenti».

Forza Trani amplifica il Visibelli-pensiero con una lettera indirizzata al presidente della Provincia, Francesco Ventola, ed al sindaco di Trani, Giuseppe Tarantini. In primis, il movimento civico denuncia una serie di questioni di carattere urbanistico non tenute in debita considerazione: «L'articolo 3.04.2 delle norme tecniche di attuazione del piano urbanistico generale di Trani prevede che le aree per attrezzature scolastiche di grado superiore (comprese quelle di livello universitario e post universitario) siano dotate di aree a parcheggio nella misura minima del 20% dell'area e di aree a verde e strade di servizio nella misura minima del 50% dell'area. L'immobile in questione, a suo tempo realizzato con un accordo di programma per attività produttive, è dotato di un'area a parcheggio pari al solo 10% dell'area. L'accesso avviene esclusivamente dalla strada provinciale 130 Trani-Andria. Quella strada, nel tratto fra l'incrocio con via Superga e l'edificio in questione, è totalmente priva di marciapiede ed in gran parte è priva di pubblica illuminazione. L'immobile in questione, per la sua posizione fortemente decentrata, non è servito dal trasporto pubblico urbano, peraltro un prolungamento del percorso del bus urbano è di difficile attuazione non essendo possibile un'agevole inversione per il ritorno verso la città. Coloro che dovessero raggiungere l'istituenda sede universitaria con propri mezzi di trasporto si troverebbero nella necessità di dover effettuare la svolta a sinistra in un incrocio non canalizzato lungo una strada provinciale. Ancora peggiore è il caso di chi provenisse da Barletta, lungo la statale 16: in questo caso l'automobilista dovrebbe svoltare a destra per immettersi sulla provinciale Trani-Andria, per poi svoltare immediatamente a sinistra nel vialetto che costeggia la futura sede universitaria».

«Essendo del tutto evidente la situazione di estrema pericolosità cui sarebbero esposti coloro che si recassero presso l'istituenda sede universitaria – scrive Forza Trani - chiediamo sia che vengano tempestivamente adottate tutte le modifiche alla viabilità, sia che non vengano benevolmente dimenticate le prescrizioni finalizzate a rendere congrua la dotazione di servizi e sia, infine, che sia reso raggiungibile l'immobile con i mezzi pubblici, stabilendo preliminarmente chi dovrà farsi carico dei relativi costi». «Esigo – chiosa Visibelli - che prima di dare pubblici denari siano attuate le norme di legge e di tutela della vita dei cittadini. La Andria-Trani, a causa della inefficiente burocrazia e della attuale classe politica, ha già determinato troppi lutti. Se non si provvederà al rispetto delle norme e della buona amministrazione, mi recherò personalmente alla procura della Repubblica. E me ne frego se il famoso immobile resterà sfitto».