Velobox di via Falcone, Riva Destra denuncia le «irregolarità»
Loconte: «Gli amministratori stanno facendo il possibile per aumentare la sicurezza?»
mercoledì 4 maggio 2016
9.10
«Gli amministratori che hanno disposto l'installazione di autovelox su via Falcone sono certi di aver fatto tutto quanto in loro potere per evitare incidenti e aumentare la sicurezza?». Così Antonio Loconte, coordinatore cittadino di Riva Destra, torna parlare di uno degli argomenti al momento più dibattuti: i velobox di via Falcone. «Considerata la presenza in Giunta di un assessore "tecnico" del settore come Giuseppe De Michele - spiega Loconte - ci saremmo aspettati provvedimenti ben diversi in tema di sicurezza sulle strade: l'infrazione del codice della strada deve essere sempre punita ma non si può non rilevare la perseveranza con cui viene sistematicamente disatteso il principio fondamentale della contestazione immediata delle violazioni, principio di assoluto valore educativo e preventivo. A questo proposito sarebbe stato più utile l'acquisto di un "telelaser" da collocare a bordo di un'autovettura della Polizia Locale (in luogo dei quattro velobox) che avrebbe permesso di fermare il trasgressore istantaneamente anziché lasciarlo proseguire».
«Tale strumento - continua - avrebbe consentito un controllo "dinamico" (e non "statico") su tutto il territorio e non, come ora avviene, su un'unica strada: la costante presenza di una pattuglia dotata di "telelaser" sarebbe molto più utile ai fini della sicurezza stradale rispetto a quattro velobox presenti sulla medesima via e svolgerebbe un ruolo fondamentale ai fini della "prevenzione ed educazione stradale". Altra pecca tecnica è costituita dal fatto che il prefetto, pur tenendo conto della classificazione che il Comune fa delle strade cittadine, può autorizzare gli autovelox fissi solo su strade "a scorrimento veloce" che presentino le caratteristiche richieste dal Codice della Sìstrada (art. 2 lettera d). La strada, quindi, deve essere a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, ciascuna con almeno due corsie di marcia; le intersezioni a raso devono essere semaforizzate; devono essere previste apposite aree o fasce laterali esterne alla carreggiata per la sosta, entrambe con immissioni ed uscite concentrate; deve essere presente la banchina pavimentata a destra e marciapiedi.»
«Non è questo il caso di via Falcone. In alcune pronunce, peraltro, la Suprema Corte di Cassazione (sentenze n. 3701/2011 e n. 7872/2011) ha ribadito che il giudice deve disapplicare quei decreti prefettizi che autorizzano l'uso di autovelox su strade urbane prive delle caratteristiche minime di scorrimento e, di conseguenza, annullare i relativi verbali. I velobox, inoltre, quando attivi - conclude Loconte - devono essere "presidiati" da una pattuglia della polizia locale, in mancanza tutte le multe sono contestabili». Riva Destra, infine, si interroga sui motivi della mancata installazione di un avvisatore luminoso della velocità di percorrenza prima della postazione dell'autovelox. «Un'amministrazione che si autoproclama paladina di "trasparenza" e "correttezza" nel rapporto con i cittadini non può pretendere il rispetto delle regole imponendolo con modalità irregolari».
«Tale strumento - continua - avrebbe consentito un controllo "dinamico" (e non "statico") su tutto il territorio e non, come ora avviene, su un'unica strada: la costante presenza di una pattuglia dotata di "telelaser" sarebbe molto più utile ai fini della sicurezza stradale rispetto a quattro velobox presenti sulla medesima via e svolgerebbe un ruolo fondamentale ai fini della "prevenzione ed educazione stradale". Altra pecca tecnica è costituita dal fatto che il prefetto, pur tenendo conto della classificazione che il Comune fa delle strade cittadine, può autorizzare gli autovelox fissi solo su strade "a scorrimento veloce" che presentino le caratteristiche richieste dal Codice della Sìstrada (art. 2 lettera d). La strada, quindi, deve essere a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, ciascuna con almeno due corsie di marcia; le intersezioni a raso devono essere semaforizzate; devono essere previste apposite aree o fasce laterali esterne alla carreggiata per la sosta, entrambe con immissioni ed uscite concentrate; deve essere presente la banchina pavimentata a destra e marciapiedi.»
«Non è questo il caso di via Falcone. In alcune pronunce, peraltro, la Suprema Corte di Cassazione (sentenze n. 3701/2011 e n. 7872/2011) ha ribadito che il giudice deve disapplicare quei decreti prefettizi che autorizzano l'uso di autovelox su strade urbane prive delle caratteristiche minime di scorrimento e, di conseguenza, annullare i relativi verbali. I velobox, inoltre, quando attivi - conclude Loconte - devono essere "presidiati" da una pattuglia della polizia locale, in mancanza tutte le multe sono contestabili». Riva Destra, infine, si interroga sui motivi della mancata installazione di un avvisatore luminoso della velocità di percorrenza prima della postazione dell'autovelox. «Un'amministrazione che si autoproclama paladina di "trasparenza" e "correttezza" nel rapporto con i cittadini non può pretendere il rispetto delle regole imponendolo con modalità irregolari».