Veltroni a Barletta. A presentarlo una giovane tranese.

Il discorso di Marina Nenna, ventidue anni

sabato 23 febbraio 2008
È toccato ad una giovane ventiduenne tranese, Marina Nenna, l'onore di presentare il comizio del candidato alla presidenza del consiglio per il PD Walter Veltroni, a Barletta. La giovane portavoce dei Fermenti Democratici, il gruppo giovanile del Partito Democratico Tranese, ha rivolto, dinanzi ad una platea gremita, questo appello:

«Caro Walter, ti porgo un caloroso benvenuto nella nostra bellissima terra a nome dei ragazzi dei Fermenti Democratici della provincia di Barletta-Andria-Trani, il nuovo gruppo giovanile che, senza attendere coordinamenti ufficiali, abbiamo formato unendo coloro che da tempo lavoravano nelle originarie formazioni dei partiti e i tantissimi che dal 14 ottobre si sono avvicinati curiosi ed entusiasti. Abbiamo pensato a lungo a come spendere questa eccezionale opportunità di parlarti occhi negli occhi, e troppe erano le domande che ci sono balenate nella mente per non raccoglierle tutte e presentartele.
A cosa sarebbe valso infatti preparare un intervento apologetico nel quale gloriarci di ciò che nelle nostre piccole realtà stiamo facendo? Quello che dal 14 ottobre ad oggi abbiamo compiuto credendo nel progetto del partito democratico è difatti solo la partenza di un processo ben più lungo ed irto di difficoltà che vediamo dinanzi a noi. È solo il bandolo di una MATASSA, INTRICATA come lo è l'Italia di oggi, che ha perso da troppo tempo il filo di un discorso iniziato 60 anni fa con una frase che diceva così: "L'Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro".
Sì, caro Walter, democratica come questo nostro Partito Democratico, costruito da quanti vogliono lavorare con noi al servizio del Paese, ma non inseguendo un sogno irrealizzabile, bensì costruendo come piccoli braccianti un luogo più giusto in cui vivere, praticando ogni giorno la LEGALITà, L'UGUAGLIANZA, e quella SOLIDARIETà che la nostra Costituzione mette alla base della nostra società. Quella stessa società che esclude oggi una grande quantità di giovani dalla vita attiva del paese. In questa Italia un ragazzo di 22 anni come me è troppo giovane per fare moltissime cose: troppo giovane per laurearsi, troppo giovane per mantenersi da solo, troppo giovane per avere un lavoro a tempo indeterminato, e quindi anche troppo giovane per accendere un mutuo per la casa, troppo giovane per essere indipendente, troppo giovane anche per progettare l'avvenire, troppo giovane per svolgere il lavoro per il quale ha studiato, troppo giovane per candidarsi come parlamentare, figurarsi come senatore, troppo giovane, in pratica, per far parte di qualunque settore di questa Italia.
Questa è un'Italia nella quale senza l'imposizione di quote rosa, non è possibile garantire alle donne una partecipazione REALE ed EFFETTIVA alla politica ed alle alte cariche dello Stato e degli ordini professionali. Questa è un'Italia nella quale se non hai una raccomandazione non trovi lavoro neanche con una laurea conseguita con il massimo dei voti e molteplici master; e sei costretto a lasciare i tuoi affetti e la tua terra per scappare in chissà quale altro Paese per inseguire i tuoi sogni. Che paese è quello che non investe nei sogni dei suoi cittadini? Che paese è quello nel quale si applaude e si brinda alla caduta di un Governo, come se si fosse vinta chissà quale gara di tiro alla fune?
Che paese è quello che non dà voce all'entusiasmo dei suoi giovani? Che non tutela le sue donne? Che non fa vivere dignitosamente i suoi anziani? Che non rispetta le sue regole e non è capace di progettare? Quando la politica a smesso di essere ciò che è sancito in questa frase meravigliosa? "E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di TUTTI i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".
Questo è il senso di ciò che ogni giorno noi facciamo, il senso dell'essere qui oggi, il senso di quel voto che ogni tanto esprimiamo ed anche il senso di questo nostro intervento. Questo è il nostro mandato per te, Walter. È questa la fiducia che ci stai chiedendo di accordarti. Non è uno scherzo, né un gioco, né un'occasione di carriera. Ma una sfida per te e per noi ad interrogare gli Italiani su quello che li riguarda, a renderli parte attiva della propria organizzazione politica, a farsi davvero portavoce delle loro istanze senza POPULISMO e DEMAGOGIA. Per ristabilire un dialogo tra il Paese e le istituzioni. Tutto questo anche allo scopo di far sì che questa uguaglianza tra cittadini esista davvero e garantisca soprattutto a noi ragazzi così disillusi ed amareggiati di guardare al giorno che viene con una nuova speranza e la consapevolezza che se sapremo meritarcelo potremo avere il futuro che vogliamo. Perché in Italia non ci siano cittadini MENO EGUALI DI ALTRI. Perché vogliamo ricominciare a sperare che non solo SI Può FARE, bensì SI DEVE FARE. Perché vogliamo avere voce anche noi, perché non vogliamo più essere solo quelli che reggono gli striscioni alle manifestazioni. Perché vogliamo avere qualcuno che oltre a darci un microfono per parlare, ci ascolti anche. È questa la responsabilità e la fiducia che ci stai chiedendo di darti, Walter, te la senti? Ovviamente spero di sì! Perciò vorrei chiederti di fare insieme a noi su questa bandiera, sulla quale abbiamo messo le nostre firme ed una frase di Spinosa che dice: "Non si piange sulla propria storia, si cambia rotta", un nodo a simboleggiare l'impegno che prendi con noi oggi, chiedendoti di portarla con te in questo viaggio. Ed anche di dare inizio alla nostra campagna elettorale bevendo il primo di una lunga serie di cocktail che stiamo preparando in tutte le città della provincia per incontrare i ragazzi proprio lì dove sono soliti ritrovarsi ogni giorno e che abbiamo chiamato Happy-d-hour. Sperando di poter ricevere delle risposte alle nostre infinite domande ti salutiamo con grande affetto.»