«Via San Martino, il Comune si sta complicando la vita»
Un lettore fa chiarezza sul giallo dei lavori e fornisce una soluzione
martedì 27 ottobre 2009
«Gentilissimo Direttore,
in riferimento al vostro articolo sul ritardo dei lavori di via San Martino, conoscendo un pò la questione e la giurisprudenza, mi preme fare delle precisazioni al fine di tenere gli occhi puntati sui lavori in oggetto e su chi alla fine di questa storia eseguirà i lavori.
L'articolo 37 del decreto legislativo numero 163/2006 (commi 18 e 19) dice, in parole spicciole, che solo in caso di fallimento della ditta mandataria (in questo caso la Sa.Co.), la ditta cosiddetta superstite può costituire una nuova Ati con una ditta che comunque possieda le categorie idonee allo svolgimento dei lavori (in questo caso categoria OG2, per lavori di restauro su beni sottoposti a tutela).
Nella fattispece la ditta Sa.Co. si trova in situazione di "concordato preventivo" che non vuol dire fallimento, quindi, in questo caso, l'ufficio appalti non dovrebbe fare altro che rescindere il contratto con l'Ati "Sa.Co.-Napoletano" ed aggiudicare l'appalto al secondo classificato ai tempi della gara. La causa della rescissione trova applicazione nell'inadempimento nella prosecuzione dei lavori dell'Ati "Sa.Co.-Napoletano" e non nel fatto che la Sa.Co. si trova in concordato preventivo, in quanto ciò non è causa di rescissione contrattuale. Pertanto non si capisce perchè l'ufficio appalti del Comune continui a voler far costituire una nuova Ati, cosa alquanto improponibile ed illegittima a seguito di quanto detto sopra.
Quello che voglio denunciare è il fatto che, in questo modo, si perde soltanto e si rischia di perdere l'intero finanziamento di circa 800mila euro messo a disposizione del CIPE che, nel momento in cui non vede arrivare la richiesta di fondi per gli stati di avanzamento, annulla il predetto finanziamento. Il rischio ancor più grave è che, se l'ufficio appalti dovesse decidere arbitrariamente di far costituire una nuova Ati anche in assenza del fallimento della Sa.Co., nel momento in cui (e questo non si sa quando e se) la Sa.Co. fallirà, a quel punto il Tribunale inserirà nel fallimento anche i cantieri in essere della Sa.Co. tra cui quello di via San Martino ed a quel punto si renderà conto che i soldi non ci sono perche sono stati utilizzati da altra impresa in maniera del tutto abusiva. A quel punto c'è il rischio che si crei una situazione analoga a quella di Palazzo Carcano dove il Comune di Trani sarà costretto a pagare i danni a seguito di una aggiudicazione del tutto infondata. E' per questo che l'ufficio appalti dovrebbe subito rescindere il contratto con la Sa.Co. prima del suo fallimento in modo tale da salvaguardare il finanziamento.
Chiedo scusa se sono stato un pò prolisso, ma la situazione è un po ingarbugliata ed il nostro Comune non fa altro che incasinarla ancora di più quando invece la strada è piu facile di quanto sembri. Invece sono passati 6 mesi da quando i lavori sono stati abbandonati con tutti i disagi degli abitanti di quelle zone».
Lettera firmata
in riferimento al vostro articolo sul ritardo dei lavori di via San Martino, conoscendo un pò la questione e la giurisprudenza, mi preme fare delle precisazioni al fine di tenere gli occhi puntati sui lavori in oggetto e su chi alla fine di questa storia eseguirà i lavori.
L'articolo 37 del decreto legislativo numero 163/2006 (commi 18 e 19) dice, in parole spicciole, che solo in caso di fallimento della ditta mandataria (in questo caso la Sa.Co.), la ditta cosiddetta superstite può costituire una nuova Ati con una ditta che comunque possieda le categorie idonee allo svolgimento dei lavori (in questo caso categoria OG2, per lavori di restauro su beni sottoposti a tutela).
Nella fattispece la ditta Sa.Co. si trova in situazione di "concordato preventivo" che non vuol dire fallimento, quindi, in questo caso, l'ufficio appalti non dovrebbe fare altro che rescindere il contratto con l'Ati "Sa.Co.-Napoletano" ed aggiudicare l'appalto al secondo classificato ai tempi della gara. La causa della rescissione trova applicazione nell'inadempimento nella prosecuzione dei lavori dell'Ati "Sa.Co.-Napoletano" e non nel fatto che la Sa.Co. si trova in concordato preventivo, in quanto ciò non è causa di rescissione contrattuale. Pertanto non si capisce perchè l'ufficio appalti del Comune continui a voler far costituire una nuova Ati, cosa alquanto improponibile ed illegittima a seguito di quanto detto sopra.
Quello che voglio denunciare è il fatto che, in questo modo, si perde soltanto e si rischia di perdere l'intero finanziamento di circa 800mila euro messo a disposizione del CIPE che, nel momento in cui non vede arrivare la richiesta di fondi per gli stati di avanzamento, annulla il predetto finanziamento. Il rischio ancor più grave è che, se l'ufficio appalti dovesse decidere arbitrariamente di far costituire una nuova Ati anche in assenza del fallimento della Sa.Co., nel momento in cui (e questo non si sa quando e se) la Sa.Co. fallirà, a quel punto il Tribunale inserirà nel fallimento anche i cantieri in essere della Sa.Co. tra cui quello di via San Martino ed a quel punto si renderà conto che i soldi non ci sono perche sono stati utilizzati da altra impresa in maniera del tutto abusiva. A quel punto c'è il rischio che si crei una situazione analoga a quella di Palazzo Carcano dove il Comune di Trani sarà costretto a pagare i danni a seguito di una aggiudicazione del tutto infondata. E' per questo che l'ufficio appalti dovrebbe subito rescindere il contratto con la Sa.Co. prima del suo fallimento in modo tale da salvaguardare il finanziamento.
Chiedo scusa se sono stato un pò prolisso, ma la situazione è un po ingarbugliata ed il nostro Comune non fa altro che incasinarla ancora di più quando invece la strada è piu facile di quanto sembri. Invece sono passati 6 mesi da quando i lavori sono stati abbandonati con tutti i disagi degli abitanti di quelle zone».
Lettera firmata