WWF Puglia, appello al sindaco per Boccadoro
Tante segnalazioni: c'è anche chi si lava l'auto con l'acqua sorgiva. Ricco reportage fotografico di brutture e abusi
sabato 1 settembre 2012
A seguito delle segnalazioni giunte al numero verde 800.08.58.98, corredate da un voluminoso dossier fotografico, il WWF Puglia torna a parlare di Boccadoro, zona umida a ponente di Trani dove sgorgano acque provenienti da sorgenti murgiane, distanti dalla riva un centinaio di metri, formando ruscelli d'acqua che si riversano in mare. In questa località una sbarra aperta consente a chiunque, con un qualsiasi autoveicolo, di imboccare uno stradone sterrato che conduce sulla spiaggia, magari approfittando per lavare l'auto con l'acqua sorgiva.
Ma le brutture non finiscono qui. Una vasta porzione di terreno (che dovrebbe essere di proprietà comunale) è coltivata a pomodori e il coltivatore attinge l'acqua dalla sorgente con una idrovora. Per non parlare delle pietre trafugate dalla vasca ottocentesca (tant'è che si sono aperti squarci enormi) e dei ruderi di costruzioni semi demolite che il mare e il tempo stanno lentamente consumando. Il WWF invita il sindaco del Comune di Trani e la Polizia Locale ad intervenire con tempestività per chiudere la sbarra di Boccadoro, un gesto semplice ma efficace per impedire definitivamente l'azione degradante degli automezzi.
Il WWF chiede inoltre di eliminare il ponticello, gli argini di cemento armato e gli enormi blocchi di pietra apposti negli anni passati per delimitare il ruscello di acqua sorgiva più grande. Ma questo per il WWF dovrebbe essere solo l'inizio, perché tutta la zona sopravvissuta alla speculazione edilizia è degna di essere protetta e bonificata dai rifiuti di ogni tipo: copertoni di ruote per trattori, pezzi di cemento demoliti dal mare, materiale plastico, residui di fuochi accesi sulla spiaggia.
«Siamo sin da subito disponibili a collaborare con l'Amministrazione comunale - ha affermato il Mauro Sasso, vicepresidente del WWF Puglia - perché vorremmo che i tranesi si rendano conto di quanta bellezza e ricchezza potenziale, per un turismo ecologico, possiedono. Riteniamo indispensabile anche il coinvolgimento di tutte le associazioni ambientaliste territoriali, a partire dal Circolo Legambiente di Trani che in passato si è mostrato sensibile alla vicenda. Siamo convinti che Gigi Riserbato non mancherà di cogliere gli aspetti propositivi del nostro appello»
Ma le brutture non finiscono qui. Una vasta porzione di terreno (che dovrebbe essere di proprietà comunale) è coltivata a pomodori e il coltivatore attinge l'acqua dalla sorgente con una idrovora. Per non parlare delle pietre trafugate dalla vasca ottocentesca (tant'è che si sono aperti squarci enormi) e dei ruderi di costruzioni semi demolite che il mare e il tempo stanno lentamente consumando. Il WWF invita il sindaco del Comune di Trani e la Polizia Locale ad intervenire con tempestività per chiudere la sbarra di Boccadoro, un gesto semplice ma efficace per impedire definitivamente l'azione degradante degli automezzi.
Il WWF chiede inoltre di eliminare il ponticello, gli argini di cemento armato e gli enormi blocchi di pietra apposti negli anni passati per delimitare il ruscello di acqua sorgiva più grande. Ma questo per il WWF dovrebbe essere solo l'inizio, perché tutta la zona sopravvissuta alla speculazione edilizia è degna di essere protetta e bonificata dai rifiuti di ogni tipo: copertoni di ruote per trattori, pezzi di cemento demoliti dal mare, materiale plastico, residui di fuochi accesi sulla spiaggia.
«Siamo sin da subito disponibili a collaborare con l'Amministrazione comunale - ha affermato il Mauro Sasso, vicepresidente del WWF Puglia - perché vorremmo che i tranesi si rendano conto di quanta bellezza e ricchezza potenziale, per un turismo ecologico, possiedono. Riteniamo indispensabile anche il coinvolgimento di tutte le associazioni ambientaliste territoriali, a partire dal Circolo Legambiente di Trani che in passato si è mostrato sensibile alla vicenda. Siamo convinti che Gigi Riserbato non mancherà di cogliere gli aspetti propositivi del nostro appello»
La campagna del WWF in difesa dell'ecosistema marino pugliese è decisa e convinta, in quanto gli 800 chilometri di costa sono un bene pubblico di primaria importanza per la loro ricchezza culturale/paesaggistica e per la biodiversità che custodiscono. Purtroppo le spiagge naturali si sono quasi completamente estinte, per cui qua e là lungo i litorali residuano relitti ambientali che ci fanno immaginare solo lontanamente la bellezza e la vita che un tempo li caratterizzava. La loro difesa, dunque, è prioritaria e riguarda tutti, senza distinzioni di sorta.