Calcio a Trani, Abruzzese batte i pugni
«Se la politica non risponde io cambio i programmi»
lunedì 29 giugno 2009
«O cambiano, drasticamente e velocemente, i rapporti fra la società di calcio ed il Comune, oppure sarò costretto a rivedere i programmi, ridimensionandoli» Paolo Abruzzese, presidente della Fortis Trani, rompe gli indugi e chiede certezze agli amministratori pubblici. Lo fa senza risparmiare critiche e attacchi, sotto gli occhi del neo nominato assessore allo sport, Nicola Lapi, presente all'incontro organizzato da Abruzzese con la stampa. «Sto combattendo contro tutti – ha detto Abruzzese - ma la lotta non mi spaventa. Avevo promesso la promozione in Eccellenza e promozione è stata, sul campo. Il mio intento era, ed è, quello di riportare il calcio che conta a Trani nell'arco di tre anni ma vedo che il mio modo di fare sta dando fastidio a molte persone. Per la prossima stagione l'iscrizione non è a rischio, stiamo allestendo una squadra di buon livello ma il programma subirà dei ridimensionamenti se il Comune continuerà a prenderci in giro».
Ed è contro il Comune ed il sindaco che Abruzzese punta l'indice: «Ho deciso di convocare la stampa dopo 18 mesi di inutili incontri istituzionali sulla questione dello stadio. Incontri snervanti, caratterizzati da vane attese e da richieste di documentazione e carteggi stravolte dall'oggi al domani. In passato il sindaco mi ha riempito di promesse e rassicurazioni, ora non ha più il coraggio di dirmi come stanno le cose e per questo mi rimpalla da un ufficio all'altro, da un assessore all'altro. Ora basta: è giunta l'ora della verità e delle risposte. Da solo non vado da nessuna parte. Se il primo cittadino ha realmente a cuore le sorti della squadra di calcio, lo dimostri una volta per tutte. Non capisco perché al precedente presidente sia stata concessa piena autonomia ed a me, invece, stanno opponendo un ostruzionismo senza fine».
Abruzzese si sente come Cesare («Mi sento pugnalato alle spalle da una persona che per dieci anni ha seguito con me gioie e dolori della Polisportiva»), ma è pronto ad andare fino in fondo: «Dopo questo sfogo avrò più nemici nel palazzo comunale ma poco importa. Non posso più aspettare. Do tempo una settimana ai nostri amministratori. Mi dicano se vogliono darmi quanto mi spetta e sostenere il progetto Fortis oppure no. Altrimenti, abbiano il coraggio di dire che c'è un disegno preciso dietro questri dinieghi o che non sono capaci, dopo quasi due anni, di venire a capo di un problema che loro stessi hanno creato».
L'assessore allo sport, Nicola Lapi, non si è sottratto al confronto: «Mi sono insediato da pochi giorni ma sono a conoscenza dei problemi di questa transazione, piuttosto complessa perché chiama in ballo situazioni pregresse. In una settimana sarà difficile risolvere matasse che non si sono riuscite a sbrogliare in oltre un anno, da parte mia posso solo garantire un impegno maggiore affinché si riesca a trovare una soluzione che possa soddisfare tutti».
Ed è contro il Comune ed il sindaco che Abruzzese punta l'indice: «Ho deciso di convocare la stampa dopo 18 mesi di inutili incontri istituzionali sulla questione dello stadio. Incontri snervanti, caratterizzati da vane attese e da richieste di documentazione e carteggi stravolte dall'oggi al domani. In passato il sindaco mi ha riempito di promesse e rassicurazioni, ora non ha più il coraggio di dirmi come stanno le cose e per questo mi rimpalla da un ufficio all'altro, da un assessore all'altro. Ora basta: è giunta l'ora della verità e delle risposte. Da solo non vado da nessuna parte. Se il primo cittadino ha realmente a cuore le sorti della squadra di calcio, lo dimostri una volta per tutte. Non capisco perché al precedente presidente sia stata concessa piena autonomia ed a me, invece, stanno opponendo un ostruzionismo senza fine».
Abruzzese si sente come Cesare («Mi sento pugnalato alle spalle da una persona che per dieci anni ha seguito con me gioie e dolori della Polisportiva»), ma è pronto ad andare fino in fondo: «Dopo questo sfogo avrò più nemici nel palazzo comunale ma poco importa. Non posso più aspettare. Do tempo una settimana ai nostri amministratori. Mi dicano se vogliono darmi quanto mi spetta e sostenere il progetto Fortis oppure no. Altrimenti, abbiano il coraggio di dire che c'è un disegno preciso dietro questri dinieghi o che non sono capaci, dopo quasi due anni, di venire a capo di un problema che loro stessi hanno creato».
L'assessore allo sport, Nicola Lapi, non si è sottratto al confronto: «Mi sono insediato da pochi giorni ma sono a conoscenza dei problemi di questa transazione, piuttosto complessa perché chiama in ballo situazioni pregresse. In una settimana sarà difficile risolvere matasse che non si sono riuscite a sbrogliare in oltre un anno, da parte mia posso solo garantire un impegno maggiore affinché si riesca a trovare una soluzione che possa soddisfare tutti».