E allora domenica non giochiamo
Riflessioni dopo la scabrosa sentenza della disciplinare sui fatti di Molfetta-Trani
mercoledì 5 maggio 2010
Si auspicava una decisione di buon senso ed invece il provvedimento della disciplinare è riuscito nell'impresa di rendere ancora più esplosiva una situazione di per sé delicata. Trani-Molfetta si giocherà domenica al Comunale ed a porte chiuse. Cancelli chiusi per tutti, per i sostenitori del Trani e per quelli del Molfetta.
La società molfettese paga con 1500 euro l'inaudita violenza che ha portato un giovane tifoso del Trani alla perdita di un occhio. I suoi sostenitori, per gli attenti arbitri e commissari di campo presenti al Paolo Poli, si sono resi responsabili semplicemente di lanci di cinque bottigliette d'acqua (leggere il comunicato per credere). Come dire: Alessandro la spranga in volto se l'è data da solo. Le due mazze in ferro (fotografate da Traniweb) sulla pista d'atletica non le ha viste nessuno. Uno di quei due tubi aveva colpito da pochi istanti Alessandro. Era piovuto dal settore occupato dai tifosi del Molfetta, la gara non era ancora terminata: di tutto questo non c'è traccia nel comunicato del giudice sportivo. Alessandro paga dazio per la seconda volta e, con lui, tutti quelli che invocavano giustizia sportiva prima ancora di quella ordinaria (a proposito: da Molfetta, più che scusarsi, si prodigassero per individuare i responsabili).
Si auspicava una decisione di buon senso per stemperare i toni di una gara di ritorno che si preannunciava tesissima. Da più parti era stato sollevato l'appello: dentro lo stadio almeno una tifoseria, per evitare tensioni e contatti fuori dall'impianto, per garantire un minimo di ordine pubblico. Si stava lavorando in questa direzione, anche il sindaco aveva perorato la giusta causa e aveva scritto un'accorata lettera al presidente del comitato regionale, Vito Tisci. Niente.
Tutti fuori, nessuno dentro: la disciplinare decide così, assumendosi una pericolosissima responsabilità. Vi immaginate cosa potrebbe accadere domenica fuori dal Comunale? I tifosi del Trani schiumano di rabbia: l'iniquità di trattamento è oggettivamente disarmante, le possibilità che qualcosa possa cambiare nelle prossime ore sono pari a zero. Di più: domani il prefetto di Bari (o chi ne farà le veci) potrebbe decidere di spostare la partita in altra sede: «Più lontani si va, più diminuisce il rischio di disordini». Una chiave di interpretazione che non va esclusa, per contenere focolai di vendetta.
La società tranese si è rinchiusa nel silenzio. Flora però non è tipo da farsi prendere a pesci in faccia. Avanziamo noi la proposta provocatoria: non giochiamo.
La società molfettese paga con 1500 euro l'inaudita violenza che ha portato un giovane tifoso del Trani alla perdita di un occhio. I suoi sostenitori, per gli attenti arbitri e commissari di campo presenti al Paolo Poli, si sono resi responsabili semplicemente di lanci di cinque bottigliette d'acqua (leggere il comunicato per credere). Come dire: Alessandro la spranga in volto se l'è data da solo. Le due mazze in ferro (fotografate da Traniweb) sulla pista d'atletica non le ha viste nessuno. Uno di quei due tubi aveva colpito da pochi istanti Alessandro. Era piovuto dal settore occupato dai tifosi del Molfetta, la gara non era ancora terminata: di tutto questo non c'è traccia nel comunicato del giudice sportivo. Alessandro paga dazio per la seconda volta e, con lui, tutti quelli che invocavano giustizia sportiva prima ancora di quella ordinaria (a proposito: da Molfetta, più che scusarsi, si prodigassero per individuare i responsabili).
Si auspicava una decisione di buon senso per stemperare i toni di una gara di ritorno che si preannunciava tesissima. Da più parti era stato sollevato l'appello: dentro lo stadio almeno una tifoseria, per evitare tensioni e contatti fuori dall'impianto, per garantire un minimo di ordine pubblico. Si stava lavorando in questa direzione, anche il sindaco aveva perorato la giusta causa e aveva scritto un'accorata lettera al presidente del comitato regionale, Vito Tisci. Niente.
Tutti fuori, nessuno dentro: la disciplinare decide così, assumendosi una pericolosissima responsabilità. Vi immaginate cosa potrebbe accadere domenica fuori dal Comunale? I tifosi del Trani schiumano di rabbia: l'iniquità di trattamento è oggettivamente disarmante, le possibilità che qualcosa possa cambiare nelle prossime ore sono pari a zero. Di più: domani il prefetto di Bari (o chi ne farà le veci) potrebbe decidere di spostare la partita in altra sede: «Più lontani si va, più diminuisce il rischio di disordini». Una chiave di interpretazione che non va esclusa, per contenere focolai di vendetta.
La società tranese si è rinchiusa nel silenzio. Flora però non è tipo da farsi prendere a pesci in faccia. Avanziamo noi la proposta provocatoria: non giochiamo.