Francesco Simone lascia la Fortis Trani

Dopo sette stagioni l’imprenditore barese si disimpegna dalla presidenza

giovedì 22 giugno 2006
A cura di Biagio Fanelli
«A causa di improcrastinabili impegni di lavoro, sono costretto a comunicarle il mio disimpegno da presidente della Fortis Trani». Si apre così, con questa premessa, il telegramma che ieri mattina Francesco Simone ha inviato a Palazzo di Città, all'attenzione del sindaco di Trani. Dopo sette stagioni alla guida della Fortis, l'imprenditore barese stavolta è intenzionato a lasciare sul serio la squadra di calcio. Dopo l'apertura del nuovo store Benetton a San Severo e l'avvicinamento del gruppo Coin alla sua azienda, Francesco Simone è consapevole di non avere più tempo a disposizione per seguire la squadra, verso la quale ha sempre riposto la massima attenzione. «Le responsabilità professionali aumentano - spiega Simone - e non trovo giusto guidare la Fortis a mezzo servizio o, peggio ancora distrattamente. Sono convinto che il sindaco saprà attivarsi per trovare qualche imprenditore che possa rilevare la mia eredità. Lascio una società sana, con un parco giocatori di buona qualità, un settore giovanile ben avviato e uno staff tecnico di primissimo piano. Chi dovesse subentrare potrebbe, poi, richiedere la gestione di uno stadio ormai completato, con la tribuna quasi ultimata. Insomma, ci sono tanti fattori che potrebbero invogliare gli imprenditori locali ad avvicinarsi».
Adesso si attende la risposta del sindaco, che già lo scorso anno aveva chiamato a raccolta gli imprenditori per dar corpo al progetto di rinascita della Polisportiva. A quegli incontri, informali, si presentarono in due «un numero certamente sufficiente - a detta di Simone - per occuparsi di una società calcistica in Promozione. Non so se quei contatti siano stati coltivati, ma a prescindere dagli uomini, sono convinto che si riesca a fare un'operazione simile a quella che lo scorso anno firmò il sindaco di Andria, Zaccaro, per il salvataggio della Fidelis. Resto a disposizione delle forze politiche e imprenditoriali, mi auguro che si trovi una soluzione perché sarebbe un peccato vanificare il lavoro di sette anni».