Giro d'Italia, cronaca della sesta tappa

Volata senza storia, secondo Viviani e terzo Goss

giovedì 9 maggio 2013 18.14
A cura di Orazio Rotunno
Mark Cavendish dell'Omega Pharma Quick Step vince la 6ª tappa del Giro d'Italia, è la sua seconda affermazione in questo Giro. Il grande favorito della vigilia non manca le attese. Secondo Viviani, terzo Goss. Partenza alle 13.26 da Mola di Bari per 204 corridori: dopo Casar e Urtasun, c'è un terzo ritiro: non fa più parte della corsa il cinese Ji Cheng. Il corridore del Team Argos Shimano è stato fermato da un attacco febbrile. Il favoritissimo per questa tappa adatta ai velocisti vede Cavendish favoritissimo per la vittoria finale, una curiosità: il ciclista più veloce del pianeta è stato l'ultimo a presentarsi alla firma del foglio con elencati tutti i partecipanti.

Una tappa che arriva a due anni esatti dalla scomparsa di Wouter Weylandt: il belga perdeva la vita durante la discesa del Passo del Bocco. Aveva 26 anni e la moglie era incinta: il suo numero 108 è stato ritirato dalla corsa rosa. Dopo appena 15 km la prima fuga: Jack Bobridge (Team Blanco) e Cameron Wurf (Cannondale), entrambi australiani, sono al loro secondo tentativo dopo quello nella tappa d'esordio a Napoli. I due arrivano ad un vantaggio massimo sul gruppo della maglia rosa di 6'40'', sceso già a 4 minuti al traguardo volante di Trani dove Bobridge precede Wurf nella volata.

A Giovinazzo un inaspettato e graditissimo fuori programma: la maglia rosa Luca Paolini si è fermata a salutare Paolo Bettini e, insieme, rendono omaggio a Franco Ballerini, indimenticato Ct della Nazionale Italiana di Ciclismo, in nome del quale è dedicata una scuola di corridori del paese in provincia di Bari.

Stesso ordine di arrivo al traguardo volante di Barletta, con i due battistrada che vedono ridotto il vantaggio sul gruppo rosa ad appena 2'10''. L'arrivo di Margherita vedrà la presenza di un mini-circuito di 16 km a forma di quadrato, con poche curve. L'attraversamento del gruppo lungo l'intera tappa è costellato di rotatorie, spartitraffico e tratti in fondo lastricato. Il tutto non dovrebbe pregiudicare l'arrivo in gruppo unito alla volata finale, soprattutto considerando che l'ultima curva prevista dal tracciato è a 3 km dal traguardo.

Un attimo di paura a Canosa di Puglia per la caduta di una moto dell'organizzazione nei pressi di una curva stretta, per fortuna il tutto senza conseguenze. Ancora in fuga i due corridori australiani, il vantaggio si è ormai stabilizzato sui due minuti quando mancano appena 50 km all'arrivo. Ma quando mancano appena 30 km all'arrivo sono solo 40 i secondi di vantaggio dei due capofila, il gruppo è ormai prossimo al ricongiungimento. Cominciano le cadute a centro gruppo, tra essi anche l'ex vincitore del Giro d'Italia Stefano Garzelli.

Dopo 120 Km di fuga, termina il tentativo della coppia Bobridge-Wurf, ora il gruppo rosa è compatto. I corridori arrivano nel circuito di Margherita ma c'è una maxi caduta di gruppo: carovana spezzettata, ma c'è grande sportività in quanto chi è riuscito a ripartire sta temporeggiando in attesa che recuperino i corridori coinvolti nella rovinosa caduta. Fra i più attesi, il britannico Wiggins, ha un ritardo di quasi un minuto dai battistrada: il corridore si era infatti fermato per cambiare bicicletta poco prima della caduta di gruppo assieme ad altri quattro compagni del Team Sky.

Scongiurati i pericoli di un arrivo frazionato, il gruppo si ricompatta: grande dimostrazione di fair-play da chi era davanti a tirare la corsa. Siamo giunti all'ultimo giro, amncano 15 km ed il gruppo è unito in tutti i suoi 204 elementi. Occhi puntati su Mark Cavendish, n.1 al mondo delle volate. Entrano in scena prepotentemente i top team: Astana e Quick Step su tutte, si entra nella fase calda a 5 km dal traguardo.

Scatta la volata finale, Cavendish parte in pole, prende il tempo a tutti e si mette a capofila: il suo ritmo è irresistibile per chiunque e va a vincere con disarmante facilità. Mark Cavendish vince la 6a tappa del Giro d'Italia Mola di Bari-Margherita di Savoia, è la sua seconda affermazione in questo Giro.