Il comitato Pro Trani se la prende con la società del Molfetta
«Organizzazione e sicurezza del settore inesistente»
martedì 4 maggio 2010
«Il Comitato Pro Trani, tramite un suo portavoce, Pasquale De Filippo, sottolinea come la società del Molfetta calcio abbia lasciato in balia dell'improvvisazione molti aspetti organizzativi. Ecco le accuse mosse dal comitato:
1. Essendo il bar presente soltanto nel settore dei tifosi locali, come è stata mai possibile la vendita di lattine e persino bottiglie in vetro di birra e non sia stata vietata precauzionalmente quella di alcolici in recipienti di vetro o lamiera, logicamente pericolosi?
2. Come è stato possibile assegnare un numero così inadeguato di forze dell'ordine, vista l'importanza della gara, ma soprattutto il numero cosi massiccio di tifosi al seguito (oltre 500)?
3. Come è stato possibile che il divisorio in metallo, che avrebbe dovuto garantire la sicurezza per entrambe le tifoserie, non fosse sorvegliato da nessun agente delle Forze dell'Ordine e nessun addetto preposto alla sicurezza dentro lo stadio?
Questi sono solo alcuni degli interrogativi che chiedono immediata risposta, essendo la società del Molfetta Calcio responsabile della gestione della gara sia in campo che sugli spalti. Il Comitato, che non esclude l'ipotesi di costituirsi parte civile in causa, si interroga anche su come evitare che oltre al danno arrecato al tifoso, ci sia la beffa di subire le conseguenze di un gesto scellerato da parte dei tifosi biancorossi. Gesto che poteva esser evitato dalla società del Molfetta Calcio, responsabile dei fatti e obbligata a far si che ogni norma e forma di sicurezza del caso fosse rispettata e fosse messa in atto per evitare ciò che invece è accaduto. La società molfettese deve delle spiegazioni su come queste incurie siano state possibili, favorendo disordine, disorganizzazione e situazioni che hanno portato un giovane tifoso a perdere un occhio».
Il Comitato Pro Trani
1. Essendo il bar presente soltanto nel settore dei tifosi locali, come è stata mai possibile la vendita di lattine e persino bottiglie in vetro di birra e non sia stata vietata precauzionalmente quella di alcolici in recipienti di vetro o lamiera, logicamente pericolosi?
2. Come è stato possibile assegnare un numero così inadeguato di forze dell'ordine, vista l'importanza della gara, ma soprattutto il numero cosi massiccio di tifosi al seguito (oltre 500)?
3. Come è stato possibile che il divisorio in metallo, che avrebbe dovuto garantire la sicurezza per entrambe le tifoserie, non fosse sorvegliato da nessun agente delle Forze dell'Ordine e nessun addetto preposto alla sicurezza dentro lo stadio?
Questi sono solo alcuni degli interrogativi che chiedono immediata risposta, essendo la società del Molfetta Calcio responsabile della gestione della gara sia in campo che sugli spalti. Il Comitato, che non esclude l'ipotesi di costituirsi parte civile in causa, si interroga anche su come evitare che oltre al danno arrecato al tifoso, ci sia la beffa di subire le conseguenze di un gesto scellerato da parte dei tifosi biancorossi. Gesto che poteva esser evitato dalla società del Molfetta Calcio, responsabile dei fatti e obbligata a far si che ogni norma e forma di sicurezza del caso fosse rispettata e fosse messa in atto per evitare ciò che invece è accaduto. La società molfettese deve delle spiegazioni su come queste incurie siano state possibili, favorendo disordine, disorganizzazione e situazioni che hanno portato un giovane tifoso a perdere un occhio».
Il Comitato Pro Trani