JuveTrani, parla coach Verile alla vigilia dei playoff
«Con il Mola senza paura. Nello sport, mai dire mai»
sabato 26 aprile 2014
10.55
Fase orologio appena conclusa, prima sfida di playoff in programma domani, domenica 27 aprile, sul campo del Mola capolista: il momento opportuno per fare il punto della situazione con il coach della JuveTrani, Marco Verile. Proprio dalla stagione regolare appena conclusa parte questa chiacchierata: «Le ultime sono state tutte delle buone partite, tranne alcuni quarti che sono in fin dei conti casi isolati. Bene in casa, in trasferta siamo stati bravi ma sfortunati: a Castellammare abbiamo tirato malissimo, nonostante ciò a un minuto dalla fine avevamo la palla del vantaggio; a Benevento siamo stati avanti per 38 minuti, poi abbiamo subito due triple da otto metri che è stato impossibile recuperare. Ma non abbiamo mai smesso di giocare».
Ora la sfida con un Mola che, oltre a essere una rivale storica, ha un roster di assoluto livello: «Nell'ultima partita ci siamo fermati a 3 punti di distanza e cinque minuti sul cronometro. Loro hanno una panchina profondissima, hanno dominato il campionato e sono davvero fortissimi. Noi andremo lì e ce la giocheremo, così come abbiamo fatto in tutto questo periodo. Dobbiamo restare seri e concentrati, cercando di imporre i nostri ritmi».
Un po' di dispiacere per non aver potuto guidare prima questo gruppo? «La stagione è andata così e non si può cambiare, bisogna fare di necessità virtù. Ho lavorato tre mesi con questi ragazzi, ci siamo divertiti molto e tutti abbiamo dato il massimo. Siamo cresciuti in maniera esponenziale e questo dimostra la bontà del lavoro svolto in palestra». Nelle ultime sfide, però, è sembrato che un paio di elementi avessero tirato i remi in barca (Cupito e Bergamin, due nomi a caso?). Non è d'accordo il coach: «Ci può stare che un giocatore possa subire, all'interno della stagione, un cambio tecnico. Così come gli alti e bassi a livello fisico e di percentuali sono da mettere in conto. Chiaramente si deve pretendere sempre di più da tutti, però non ho mai evidenziato nessun "caso" all'interno della squadra».
In chiusura, una piccola riflessione sul momento della pallacanestro cittadina, anche in considerazione dei recenti "anni d'oro", di cui Marco Verile stesso è stato, in parte, artefice e testimone (chi c'era nella trasferta finale di Monopoli, l'anno della promozione in C2, ben ricorda la partita straordinaria giocata in coppia con Paolo Uniti). «Sport e pubblico si stanno disaffezionando a livello complessivo. Nelle minors, il pubblico sbaglia a supportare le squadre solo negli anni in odore di promozione. Dovrebbe essere il contrario, molte annate sarebbero potute andare diversamente con una spinta in più dagli spalti. Il supporto ci deve essere, ma unito all'impegno delle società e delle amministrazioni. Trani è una piazza su cui si potrà sempre lavorare, offre un sacco di attrattive per i giocatori e questo è un vantaggio. Bisogna solo lavorare all'unisono per avvicinare gli imprenditori nelle collaborazioni economiche e fare in modo che lo sport sia sempre un motore di energie, soprattutto a livello sociale. Questa è la priorità di quello che facciamo».
Ora la sfida con un Mola che, oltre a essere una rivale storica, ha un roster di assoluto livello: «Nell'ultima partita ci siamo fermati a 3 punti di distanza e cinque minuti sul cronometro. Loro hanno una panchina profondissima, hanno dominato il campionato e sono davvero fortissimi. Noi andremo lì e ce la giocheremo, così come abbiamo fatto in tutto questo periodo. Dobbiamo restare seri e concentrati, cercando di imporre i nostri ritmi».
Un po' di dispiacere per non aver potuto guidare prima questo gruppo? «La stagione è andata così e non si può cambiare, bisogna fare di necessità virtù. Ho lavorato tre mesi con questi ragazzi, ci siamo divertiti molto e tutti abbiamo dato il massimo. Siamo cresciuti in maniera esponenziale e questo dimostra la bontà del lavoro svolto in palestra». Nelle ultime sfide, però, è sembrato che un paio di elementi avessero tirato i remi in barca (Cupito e Bergamin, due nomi a caso?). Non è d'accordo il coach: «Ci può stare che un giocatore possa subire, all'interno della stagione, un cambio tecnico. Così come gli alti e bassi a livello fisico e di percentuali sono da mettere in conto. Chiaramente si deve pretendere sempre di più da tutti, però non ho mai evidenziato nessun "caso" all'interno della squadra».
In chiusura, una piccola riflessione sul momento della pallacanestro cittadina, anche in considerazione dei recenti "anni d'oro", di cui Marco Verile stesso è stato, in parte, artefice e testimone (chi c'era nella trasferta finale di Monopoli, l'anno della promozione in C2, ben ricorda la partita straordinaria giocata in coppia con Paolo Uniti). «Sport e pubblico si stanno disaffezionando a livello complessivo. Nelle minors, il pubblico sbaglia a supportare le squadre solo negli anni in odore di promozione. Dovrebbe essere il contrario, molte annate sarebbero potute andare diversamente con una spinta in più dagli spalti. Il supporto ci deve essere, ma unito all'impegno delle società e delle amministrazioni. Trani è una piazza su cui si potrà sempre lavorare, offre un sacco di attrattive per i giocatori e questo è un vantaggio. Bisogna solo lavorare all'unisono per avvicinare gli imprenditori nelle collaborazioni economiche e fare in modo che lo sport sia sempre un motore di energie, soprattutto a livello sociale. Questa è la priorità di quello che facciamo».