«Quest’anno con la Fortis ci divertiremo». Parola di Biggi
L’ex portiere del Trani della B si racconta in esclusiva
sabato 30 luglio 2011
Giuliano Biggi, 75 anni e non sentirli affatto. Portiere del Trani negli anni più belli (parliamo della serie B), Biggi ha deciso di rimettersi in discussione, accettando (e con entusiasmo) la proposta di Paolo Abruzzese. Allenerà, insieme a Michele Renda, i portieri della Fortis. «Seguivo il calcio ma senza un coinvolgimento diretto. Ad Abruzzese però non potevo dir di no. Siamo sulla stessa lunghezza d'onda, ha grande intuito ed ha capito come si costruiscono delle squadre importanti. Senza spendere, puntando molto sui giovani, soprattutto quelli della zona. I nostri campionati dilettantistici sono delle miniere d'oro. Basta avere fiuto. Ed Abruzzese ne ha da vendere».
Biggi non ci ha pensato due volte e ha detto subito si. «Mia moglie è contenta. Andrò in ritiro con la squadra a Bojano. Non vedo l'ora di iniziare». All'Extra bar, durante il caffè-intervista, mostra articoli di giornale dei tempi d'oro. Su un vecchio Corriere dello Sport c'è la foto di una sua parata decisiva nel celebre Trani-Bari 1-0 con gol di Cosmano (2 maggio 1965). «Ero un portiere moderno, giocavo quasi da libero ed ero specialista nelle uscite. Anche col Bari evitai un gol fatto catapultandomi sull'attaccante. In quei momenti devi saper cogliere l'attimo per anticipare la mossa dell'avversario».
Bravo e spericolato, in campo e fuori. Biggi, nato a Carrara il 5 dicembre del 1936, seppe subito imporsi tra i pali del Varese. «Vincemmo un campionato di serie B, poi dopo la Coppa delle Alpi il presidente del Trani si fece avanti per prendermi». Quindici milioni di vecchie lire per la comproprietà con diritto di riscatto (fissato ad altri quindici milioni). Il Trani lo acquista nell'estate del 1964 per affidargli la porta. Biggi va alla grande e grazie anche alle sue parate riesce a conquistare la salvezza in serie B. L'anno dopo si affacciano Napoli e Verona e sono gli scaligeri a fare la proposta più allettante: quaranta milioni di lire più due giocatori per avere l'estremo difensore. Sembra fatta, ma all'ultimo momento un giocatore del Verona rifiuta il trasferimento. L'affare salta, Biggi resta a Trani. «Restare in Puglia non mi dispiaceva. Avrei avuto modo e tempo per conquistare altre importanti ribalte. Purtroppo la sorte ed un grave incidente d'auto mi preclusero ogni possibilità». Il fatale appuntamento col destino arriva nel mese di dicembre del 1965. Biggi, di ritorno da una serata a Bari, percorrendo la statale adriatica sulla sua Giulietta sprint, è vittima di un gravissimo incidente. Il frontale è tremendo. Il portiere resta in coma per 20 giorni, col tempo si riprenderà e tornerà a giocare ma non più ai suoi livelli. Sul viso porta ancora i segni di quel triste ricordo: «Nel corso della mia carriera ho commesso tanti errori. Ai ragazzi di oggi dico sempre che per affermarsi sul campo bisogna prima essere dei professionisti fuori».
Biggi torna a giocare in serie B ad aprile del 1966 (Trani-Pro Patria 2-2). La squadra però è destinata alla retrocessione in serie C. Scende la Polisportiva, ma scende anche lui. Ancora Trani, poi Novoli, in quarta serie. Da Trani però non si sposterà più. «La città mi piaceva, avevo incontrato il grande amore della mia vita, mia moglie. C'erano i presupposti per mettere radici». E così è stato. Al Trani calcio è sempre stato legato pur non avendo mai più ricoperto incarichi nel mondo dello sport. «Non avevo il polso per fare l'allenatore. Per alcuni anni, nel '70, ho allenato i ragazzi del Trani ma il tecnico della prima squadra non aveva occhi che per i grandi. E così mi sono defilato».
Allo stadio Biggi ha continuato ad andare da semplice spettatore. «La piazza merita palcoscenici più prestigiosi. Anche se c'è molta crisi, ci sono i presupposti per scalare qualche gradino. Abruzzese sta lavorando molto bene ed in economia. Se anche il pubblico ci dovesse dare una mano la stagione potrebbe regalarci grandi soddisfazioni». Parola di Biggi.
Biggi non ci ha pensato due volte e ha detto subito si. «Mia moglie è contenta. Andrò in ritiro con la squadra a Bojano. Non vedo l'ora di iniziare». All'Extra bar, durante il caffè-intervista, mostra articoli di giornale dei tempi d'oro. Su un vecchio Corriere dello Sport c'è la foto di una sua parata decisiva nel celebre Trani-Bari 1-0 con gol di Cosmano (2 maggio 1965). «Ero un portiere moderno, giocavo quasi da libero ed ero specialista nelle uscite. Anche col Bari evitai un gol fatto catapultandomi sull'attaccante. In quei momenti devi saper cogliere l'attimo per anticipare la mossa dell'avversario».
Bravo e spericolato, in campo e fuori. Biggi, nato a Carrara il 5 dicembre del 1936, seppe subito imporsi tra i pali del Varese. «Vincemmo un campionato di serie B, poi dopo la Coppa delle Alpi il presidente del Trani si fece avanti per prendermi». Quindici milioni di vecchie lire per la comproprietà con diritto di riscatto (fissato ad altri quindici milioni). Il Trani lo acquista nell'estate del 1964 per affidargli la porta. Biggi va alla grande e grazie anche alle sue parate riesce a conquistare la salvezza in serie B. L'anno dopo si affacciano Napoli e Verona e sono gli scaligeri a fare la proposta più allettante: quaranta milioni di lire più due giocatori per avere l'estremo difensore. Sembra fatta, ma all'ultimo momento un giocatore del Verona rifiuta il trasferimento. L'affare salta, Biggi resta a Trani. «Restare in Puglia non mi dispiaceva. Avrei avuto modo e tempo per conquistare altre importanti ribalte. Purtroppo la sorte ed un grave incidente d'auto mi preclusero ogni possibilità». Il fatale appuntamento col destino arriva nel mese di dicembre del 1965. Biggi, di ritorno da una serata a Bari, percorrendo la statale adriatica sulla sua Giulietta sprint, è vittima di un gravissimo incidente. Il frontale è tremendo. Il portiere resta in coma per 20 giorni, col tempo si riprenderà e tornerà a giocare ma non più ai suoi livelli. Sul viso porta ancora i segni di quel triste ricordo: «Nel corso della mia carriera ho commesso tanti errori. Ai ragazzi di oggi dico sempre che per affermarsi sul campo bisogna prima essere dei professionisti fuori».
Biggi torna a giocare in serie B ad aprile del 1966 (Trani-Pro Patria 2-2). La squadra però è destinata alla retrocessione in serie C. Scende la Polisportiva, ma scende anche lui. Ancora Trani, poi Novoli, in quarta serie. Da Trani però non si sposterà più. «La città mi piaceva, avevo incontrato il grande amore della mia vita, mia moglie. C'erano i presupposti per mettere radici». E così è stato. Al Trani calcio è sempre stato legato pur non avendo mai più ricoperto incarichi nel mondo dello sport. «Non avevo il polso per fare l'allenatore. Per alcuni anni, nel '70, ho allenato i ragazzi del Trani ma il tecnico della prima squadra non aveva occhi che per i grandi. E così mi sono defilato».
Allo stadio Biggi ha continuato ad andare da semplice spettatore. «La piazza merita palcoscenici più prestigiosi. Anche se c'è molta crisi, ci sono i presupposti per scalare qualche gradino. Abruzzese sta lavorando molto bene ed in economia. Se anche il pubblico ci dovesse dare una mano la stagione potrebbe regalarci grandi soddisfazioni». Parola di Biggi.