Stadio, problemi all'impianto irriguo
La società costretta ad una riparazione straordinaria
lunedì 14 maggio 2007
Anche a campionato chiuso lo stadio Comunale di Trani continua ad essere al centro della cronaca sportiva locale. La scorsa settimana si è verificato un altro inconveniente, una perdita all'impianto di irrigazione, scoperta dagli addetti della Fortis Trani che avevano notato delle anomalie al manto erboso del terreno di gioco, recentemente concimato.
Il terreno, perfetto e verdissimo dopo l'ultimo intervento manutentorio, in alcuni punti presentava zolle di erba bruciate. Il motivo è stato subito individuato: dei danni, piuttosto seri, all'impianto irriguo, nello specifico derivanti dalla pressione irregolare di alcune pompe poste in profondità, ben al di sotto del terreno di gioco. La società, per non vanificare l'intervento di concimazione, e nell'ottica di un successivo intervento di insabbiamento, ha chiamato in tutta fretta un'azienda specializzata che, attraverso l'utilizzo di speciali sonde, è riuscita ad individuare la perdita.
Dopo aver scavato nel terreno è stato effettuato il lavoro di riparazione e di sostituzione di alcune condutture. Nei prossimi giorni la società provvederà a ripristinare la voragine aperta fra le due panchine, poi si tornerà alla carica con il Comune per definire alcune situazioni pendenti da tempo immemore. Dal commissario prefettizio non giungono notizie da diversi mesi nonostante siano in sospeso diverse questioni. Dopo la scadenza del contratto di gestione dell'impianto (30 ottobre), il commissario aveva concesso una proroga alla Fortis di due mesi (novembre e dicembre) in attesa di una nuova gara d'appalto, andata poi deserta.
La società, ad oggi, non solo non ha ricevuto tutto l'importo dovuto (10mila euro), ma da gennaio sta vanamente attendendo nuove determinazioni. dal Comune nessuno si è fatto sentire, nessuno è andato a riprendere le chiavi dello stadio, nessuno ha fatto una nuova proposta. Per non lasciare lo stadio in stato di totale abbandono, la società, a spese proprie, ha continuato ad effettuare gli interventi di manutenzione ordinaria e di salvaguardia del manto erboso. Il problema si pone soprattutto per i prossimi tre mesi quando, a campionati fermi, qualcuno dovrà prednersi l'onere di difendere il terreno di gioco dall'aggressione del caldo. Chi lo farà? E soprattutto chi pagherà il conto?