Lo Yom Kippur e i mille suoni dello shofàr.
Dal tramonto del 12 al tramonto del 13 ottobre (corrispondente al 10 del mese ebraico di Tishrì) gli Ebrei di Trani celebreranno lo Yom Kippur (Giorno del Perdono) nella Sinagoga Scolanova. Le Autorità comunali di Trani, proprietarie dell'immobile e che già l'anno scorso misero a disposizione l'ex Monastero di Colonna, hanno concesso agli Ebrei il pieno uso della Sinagoga. Prima di Kippur, gli Ebrei tranesi faranno entrare in Sinagoga il Sefer Torah (il Rotolo della Legge donato quest'anno a Trani dagli Ebrei tripolini di Roma) con tutta la solennità che si conviene alla Legge di Mosè e al suo ritorno da dove fu cacciata secoli orsono.
In tale occasione speciale il Morè (Dottore della Legge) Arie Bennun Messika di Roma, a Trani per Kippur, farà risuonare un enorme shofàr (il corno di montone). Molti Ebrei della storica comunità ebraica di Sannicandro Garganico saranno presenti al Kippur di Trani, mentre i rabbini officianti saranno inviati dalla Consulta Rabbinica italiana.
A pomeriggio inoltrato, le sirene di Gerusalemme squarceranno l'aria annunciando l'inizio del digiuno e della preghiera nelle sinagoghe.
Il digiuno totale del Kippur non ammette deroghe se non in casi autorizzati dall'Autorità rabbinica; proibito sia mangiare che bere. Tra le altre prescrizioni per Kippur c'è quella di salutarsi a voce bassa in Sinagoga e di indossare scarpe non di cuoio (vanno bene quelle di gomma), mentre all'entrata del Kippur l'officiante intona per tre volte il kol nidrè, la preghiera che scioglie tutti i voti contratti e non mantenuti durante l'anno passato. La Sinagoga è addobbata in bianco così come nelle case ebraiche la tavola è decorosamente apparecchiata nonostante nessuno si siederà per mangiare.
A Trani, grazie all'intervento dell'on. Carlucci, saranno presto disponibili i fondi statali per la risistemazione e la piena funzionalità sia della Scolanova che della Scolagrande. Dopo secoli di oblìo, gli Ebrei di Trani cominciano a respirare dei polmoni di un Ebraismo che giorno dopo giorno ritrova coraggio e orgoglio della fede dei Patriarchi. Chissà che il magico suono dello shofàr, vera e propria cornucopia dello spirito, serbi ancora qualcosa per la città del Mabit; per chiunque, Ebrei e non. Per questo, come già l'anno scorso, a Trani lo shofàr suona per tutti.