Il Comune fa gli scivoli, il condominio li fa togliere
Una storia incredibile
mercoledì 6 aprile 2011
iReport
Il Comune fa realizzare due rampe per disabili su un marciapiede per agevolare il transito di passeggini e diversamente abili ma i condomini dello stabile attiguo, proprietari del suolo, con una diffida, costringono l'Ente al ripristino dei luoghi. Succede a Trani, in via Pertini (ad angolo con via Annibale Maria di Francia) ed esattamente all'altezza del civico 5. La denuncia porta la firma del presidente della sezione di Trani della Uildm, Gennaro Palmieri.
Durante i lavori di risistemazione dei marciapiedi su via Annibale Maria di Francia il direttore dei lavori, Saverio Pinto, ha creduto opportuno istituire in quel tratto due scivoli per consentire l'attraversamento delle carrozzine da un lato all'altro di via Pertini nella massima sicurezza, eliminando così il problema di dover passare sulla carreggiata stradale percorsa dalle auto. Il tutto però è stato vanificato da un amministratore condominiale (colpevole solo di amministrare condomìni dove evidentemente abitano persone poco attente alle problematiche dei diversamente abili) che ha sollecitato con una diffida l'impresa e il direttore dei lavori al ripristino dei luoghi in quanto quel tratto era di proprietà privata, tesi confermata con grande fierezza e spavalderia al sottoscritto anche da un condomino.
E' vero quello è uno spazio privato. Però vorrei porre, a queste belle persone che hanno diffidato l'amministrazione comunale al ripristino dei luoghi, i seguenti interrogativi: che atto illecito grave ha potuto commettere il direttore dei lavori per aver costruito queste due rampette per disabili? Perché le persone diversamente abili devono essere impedite da una barriera? Perché quest'accanimento contro le persone meno fortunate nel poter utilizzare le proprie gambe? Perché tanta cattiveria? Tutte queste persone che ostacolano l'integrazione delle persone con handicap, si soffermano mai a pensare che potenzialmente chiunque può essere persona disabile?
Spero di essere affiancato e supportato in questa battaglia anche dal comitato di Quartiere Stadio. Attraverso documentazioni e leggi, vorrei trovare la soluzione per impugnare la diffida del conominio così da permettere a tutti i diversamente abili l'accesso ad un'area che resta aperta al pubblico seppur privata.
Durante i lavori di risistemazione dei marciapiedi su via Annibale Maria di Francia il direttore dei lavori, Saverio Pinto, ha creduto opportuno istituire in quel tratto due scivoli per consentire l'attraversamento delle carrozzine da un lato all'altro di via Pertini nella massima sicurezza, eliminando così il problema di dover passare sulla carreggiata stradale percorsa dalle auto. Il tutto però è stato vanificato da un amministratore condominiale (colpevole solo di amministrare condomìni dove evidentemente abitano persone poco attente alle problematiche dei diversamente abili) che ha sollecitato con una diffida l'impresa e il direttore dei lavori al ripristino dei luoghi in quanto quel tratto era di proprietà privata, tesi confermata con grande fierezza e spavalderia al sottoscritto anche da un condomino.
E' vero quello è uno spazio privato. Però vorrei porre, a queste belle persone che hanno diffidato l'amministrazione comunale al ripristino dei luoghi, i seguenti interrogativi: che atto illecito grave ha potuto commettere il direttore dei lavori per aver costruito queste due rampette per disabili? Perché le persone diversamente abili devono essere impedite da una barriera? Perché quest'accanimento contro le persone meno fortunate nel poter utilizzare le proprie gambe? Perché tanta cattiveria? Tutte queste persone che ostacolano l'integrazione delle persone con handicap, si soffermano mai a pensare che potenzialmente chiunque può essere persona disabile?
Spero di essere affiancato e supportato in questa battaglia anche dal comitato di Quartiere Stadio. Attraverso documentazioni e leggi, vorrei trovare la soluzione per impugnare la diffida del conominio così da permettere a tutti i diversamente abili l'accesso ad un'area che resta aperta al pubblico seppur privata.