Re Manfredi si sposa mentre la cultura va in ferie
Sotto la lente gli eventi della Settimana medievale
lunedì 12 agosto 2013
18.57
iReport
Con il corteo storico de "Il Matrimonio di Re Manfredi" si è conclusa l'ottava edizione de "La settimana medievale" la quale ha avuto il suo incipit il 7 e 8 agosto con la rappresentazione de "La Notte dei templari" seguita il 9 agosto dalla rappresentazione degli Ordinamenta Maris, inserita tra l'altro nel programma del 950mo anniversario dalla loro promulgazione. Pur volgendo un plauso all'associazione per l'impegno profuso nel mettere in campo le rappresentazioni, nonché al nuovo gruppo dei Draghi (mangia fuoco) ed alla crescita del gruppo di tamburini, ed oltre ad evidenziare la bella scoperta di Francesco di Tondo nelle vesti di araldo (non ha per nulla fatto sentire la mancanza del suo predecessore Roberto Porcelli), è necessario sottolineare le parole che il vicepresidente dell'associazione culturale, Giuseppe Forni, in uno scatto d'ira nei confronti dei giornalisti locali (i quali «poca attenzione e spazio mediatico» hanno dato nelle loro testate alla settimana medievale), dal palco prospiciente al castello ha detto: «Non si pensi solo alla pasta al forno e al vino, a Trani abbiamo il mare la storia e la cultura, e questa è cultura!». Dico io: Si. Una rievocazione storica è cultura, ma di pende da come la si fà e, nelle ultime due edizioni de "La Settimana medievale", la cultura è andata un po' in ferie.
Per rispondere a Forni va detto che, per quanto concerne la mancanza di articoli giornalistici, la prima promotrice di sé stessa avrebbe dovuto essere l'associazione Trani Tradizioni, ma se si visitano le pagine del sito ufficiale (www.tranitradizioni.com) o della pagina Facebook dedicata non si leggono comunicati e tanto meno resoconti, che sarebbero dovuti essere le miniere dalle quali le varie testate avrebbero potuto attingere informazioni, delle giornate che hanno preceduto l'attacco di Forni ai giornalisti.
Per quanto concerne la cultura, agli organizzatori va ricordato che questa è conoscenza ed affinchè possa essere trasmessa in modo discreto, si presuppone che coloro i quali si ergono ad insegnanti, le nozioni le debbano conoscere e trasmettere, a prescindere dal metodo utilizzato, in modo corretto. Sulla base di quanto appena detto, l'associazione mi dovrebbe spiegare sulla scorta di quali documenti o riferimenti storici si possono giustificare l'inveire di alcune pellegrine verso i templari per denunciare il loro arricchimento (non certo a spese del popolo cosi come invece Trani Tradizioni lascia intendere attraverso il suo sito ufficiale), l'attacco che una pellegrina fa in pubblica piazza alla presenza del vescovo Oddone, del messo reale nei confronti del templare traditore (passaggio questo, rappresentato nel corso del primo giorno de La Notte dei Templari) e La josa che le donne di Trani fanno nei confronti dei pescatori, padrone di barca, armatore e mercanti nel corso della rappresentazione degli Ordinamenta Maris. Dico questo perché è appena il caso di ricordare un po' a tutti che a quei tempi non era concesso a nessun appartenente al sesso femminile rivolgere parola at omo, e tanto meno era concesso loro di contestarli in pubblica piazza. Una sorta di permesso all'autodifesa o, per meglio dire, una certa molto limitata libertà di parola, solo ed esclusivamente in ambienti chiusi ed innanzi a rappresentanti reali, alle donne fu concessa da Federico II nel 1231 con le leggi di Melfi. Quindi, la forma di partecipazione femminile alle due rappresentazioni precedentemente citate è del tutto storicamente erronea. Diverso sarebbe stato se i dialoghi femminili degli Ordinamenta si fossero tenuti solo tra donne senza che queste si rivolgessero agli uomini ivi presenti così come accade nel chiacchiericcio che le dame hanno fatto sotto il palco nel secondo giorno de "Il Matrimonio di Re Manfredi" commentando la mancanza di rispetto all'etichetta da parte di Re Manfredi , quando al suo primo incontro con Elena, la bacia.
L'esperienza di critiche negative ricevute da Trani Tradizioni nell'edizione del 2009 per l'errore storico dovuto alla presenza degli archibugieri nel corso del Matrimonio di Re Manfredi, non è servita, tanto più che l'associazione li ha riproposti sia nell'ambito del Matrimonio di Re Manfredi (1259), ma quel che è peggio nell'ambito degli Ordinamenta Maris (1063). Fortuna ha voluto che le salve degli archibugieri, nel corso degli Ordinamenta Maris, si siano confuse con i tuoni che anticipavano una pioggia mancata.
Allo stato attuale delle cose, tutti questi errori opportunamente segnalati, sarebbero stati peccati gravi per l'associazione storico culturale Trani Tradizioni che ha cessato di esistere nel 2011 declassandosi a semplice associazione culturale la quale, in attesa che corregga questi errori grossolani e macroscopici, ben si guardi di parlare di rievocazioni storiche: meglio sarebbe che utilizzasse il termine "Rappresentazioni storiche", in tal modo non sarà soggetta a futuri redarguimenti da parte di quanti prestano attenzione ai particolari storici.
Filomeno Cafagna
Per rispondere a Forni va detto che, per quanto concerne la mancanza di articoli giornalistici, la prima promotrice di sé stessa avrebbe dovuto essere l'associazione Trani Tradizioni, ma se si visitano le pagine del sito ufficiale (www.tranitradizioni.com) o della pagina Facebook dedicata non si leggono comunicati e tanto meno resoconti, che sarebbero dovuti essere le miniere dalle quali le varie testate avrebbero potuto attingere informazioni, delle giornate che hanno preceduto l'attacco di Forni ai giornalisti.
Per quanto concerne la cultura, agli organizzatori va ricordato che questa è conoscenza ed affinchè possa essere trasmessa in modo discreto, si presuppone che coloro i quali si ergono ad insegnanti, le nozioni le debbano conoscere e trasmettere, a prescindere dal metodo utilizzato, in modo corretto. Sulla base di quanto appena detto, l'associazione mi dovrebbe spiegare sulla scorta di quali documenti o riferimenti storici si possono giustificare l'inveire di alcune pellegrine verso i templari per denunciare il loro arricchimento (non certo a spese del popolo cosi come invece Trani Tradizioni lascia intendere attraverso il suo sito ufficiale), l'attacco che una pellegrina fa in pubblica piazza alla presenza del vescovo Oddone, del messo reale nei confronti del templare traditore (passaggio questo, rappresentato nel corso del primo giorno de La Notte dei Templari) e La josa che le donne di Trani fanno nei confronti dei pescatori, padrone di barca, armatore e mercanti nel corso della rappresentazione degli Ordinamenta Maris. Dico questo perché è appena il caso di ricordare un po' a tutti che a quei tempi non era concesso a nessun appartenente al sesso femminile rivolgere parola at omo, e tanto meno era concesso loro di contestarli in pubblica piazza. Una sorta di permesso all'autodifesa o, per meglio dire, una certa molto limitata libertà di parola, solo ed esclusivamente in ambienti chiusi ed innanzi a rappresentanti reali, alle donne fu concessa da Federico II nel 1231 con le leggi di Melfi. Quindi, la forma di partecipazione femminile alle due rappresentazioni precedentemente citate è del tutto storicamente erronea. Diverso sarebbe stato se i dialoghi femminili degli Ordinamenta si fossero tenuti solo tra donne senza che queste si rivolgessero agli uomini ivi presenti così come accade nel chiacchiericcio che le dame hanno fatto sotto il palco nel secondo giorno de "Il Matrimonio di Re Manfredi" commentando la mancanza di rispetto all'etichetta da parte di Re Manfredi , quando al suo primo incontro con Elena, la bacia.
L'esperienza di critiche negative ricevute da Trani Tradizioni nell'edizione del 2009 per l'errore storico dovuto alla presenza degli archibugieri nel corso del Matrimonio di Re Manfredi, non è servita, tanto più che l'associazione li ha riproposti sia nell'ambito del Matrimonio di Re Manfredi (1259), ma quel che è peggio nell'ambito degli Ordinamenta Maris (1063). Fortuna ha voluto che le salve degli archibugieri, nel corso degli Ordinamenta Maris, si siano confuse con i tuoni che anticipavano una pioggia mancata.
Allo stato attuale delle cose, tutti questi errori opportunamente segnalati, sarebbero stati peccati gravi per l'associazione storico culturale Trani Tradizioni che ha cessato di esistere nel 2011 declassandosi a semplice associazione culturale la quale, in attesa che corregga questi errori grossolani e macroscopici, ben si guardi di parlare di rievocazioni storiche: meglio sarebbe che utilizzasse il termine "Rappresentazioni storiche", in tal modo non sarà soggetta a futuri redarguimenti da parte di quanti prestano attenzione ai particolari storici.
Filomeno Cafagna