60 anni di Lampara, inizia una "nuova vita"

La Lampara si accinge a festeggiare al meglio i suoi 60 anni di vita e si propone di essere contenitore culturale. Questo è sicuramente il punto di partenza della "nuova vita" del locale più conosciuto di Trani e tra i più conosciuti della Puglia. Ieri la conferenza stampa di presentazione del progetto e delle attività legate ai festeggiamenti che dureranno un anno intero.

La Lampara è un gioiello di proprietà comunale, inserito nel tessuto connettivo di Trani e legato a filo doppio alla città da quando fu costruito così come nell'idea primigenia del sindaco e senatore Francesco Paolo Mongelli, che ne commissionò la costruzione all'architetto spagnolo Juan De La Fuente, e di uno dei suoi animatori culturali l'ingegner Michele Nuzzolese, che lo impose a livello nazionale come esclusivo locale notturno dell'Italia meridionale. La Lampara ha contribuito nel tempo a far diventare Trani la "Perla dell'Adriatico".

E' come sfogliare l'album dei ricordi degli ultimi sessant'anni della storia della musica, del costume, dello spettacolo e dell'architettura italiani, parlare de La Lampara. E' il segno di ciò che ha significato questo luogo per la città di Trani, non solo per aver ospitato i migliori della scena artistica nazionale e internazionale e numerosi vip, ma per essere stato interprete di quella età aurea del boom economico italiano. Tutt'ora spettacolo, bella gente, eleganza sono le sue caratteristiche grazie all'impegno giornaliero di un gruppo di lavoro di giovani imprenditori, sostenuto dalla forza delle idee, al fine di mantenerne alti gli standard qualitativi.

Una rarissima foto patinata dal tempo di Mina, la più bella voce italiana vivente ospite a La Lampara, è uno dei pezzi forti della collezione di immagini storiche del club tranese che ha ospitato tutti i grandi dello spettacolo e infiammato le notti della Dolce Vita. Qui erano di casa divi della musica, del cinema e della tv, da Mina, appunto, a Gino Paoli, da Giorgio Gaber, sua la canzone "Trani a go go", a Fred Buongusto, Johnny Dorelli, Lucio Battisti e Califano, da Mike Bongiorno a Pippo Baudo, per citarne solo alcuni. Il materiale fotografico che testimonia tale vivacità culturale confluirà presto in una pubblicazione e sarà visibile in mostra.