Eventi e cultura
A cinquant'anni dal varo della legge sul divorzio: ricordi dal Foro tranese
L'avvocato Ugo Operamolla racconta le azioni di quel tempo a Trani a sostegno e difesa di una rivoluzionaria espressione di libertà
Trani - martedì 1 dicembre 2020
19.00
Sulle testate nazionali campeggia come una anniversario tra i più importanti nella storia della legislazione italiana. E dell'onda lunga che una tale rivoluzione legislativa nella "democristianissima" Italia del 1970 abbiamo chiesto qualche ricordo di quel periodo a un decano illustre del Foro di Trani, l'avvocato Ugo Operamolla. Fin da giovane ha vissuto la professione anche come un modo di contribuire alla evoluzione culturale del paese e per questo oggi - ancora in attività nonostante un'età importante - è per noi memoria storica a livello locale e nazionale di tanti importanti rinnovamenti.
Il varo della legge Baslini Fortuna - come più propriamnete la ricorda Ugo Operamolla, dal nome dei promotori della stessa - nel 1970 a Trani non portò grossi sconvolgimenti, se non nelle situazioni pregresse da sanare. "Tante coppie che vivevano in condizioni difficili la loro separazione per una mancata definizione dei loro rapporti vide arrivare con il varo della legge la possibilità tanto attesa di poter cominciare una nuova fase della vita, decidere di risposarsi, dare una composizione chiara e netta a rapporti interrotti anche da molto tempo.
Furono in seguito i comitati civici - che erano una sorta di emanazione a metà tra il Vaticano e la democrazia cristiana - a cominciare anche a Trani a sollevare quel movimento che poi portò alla richiesta del referendum nel '74; e fu a quel punto che a Trani ci si mosse in maniera importante.
"Costituimmo il "Comitato per la difesa dei diritti civili" per alimentare i sostenitori del No all'abrogazione della legge - ricorda l'avvocato Operamolla - a cui parteciparono sia avvocati che magistrati e facemmo una serie di iniziative anche pubbliche anche abbastanza provocatorie; tra questi un comizio tenuto dal collega Mauro Mellini - esponente del partito radicale che venne a Trani apposta da Roma - e che organizzammo in piazza Vittorio Emanuele all'uscita dalla messa di mezzogiorno a San Francesco: un po' forse per provocazione, un po' per garantirci un ascolto numeroso.
Ma la manifestazione più importante avvenne al Cinema Impero, alla quale intervenne tutta la Trani "bene" per via della presenza prestigiosa del professor Andrea Proto Pisani, docente alla facoltà di giurisprudenza di Firenze e già all'epoca uno dei più importanti processualisti d'Italia.
Lui, cattolico del dissenso, giustificò il divorzio sulla base di una analisi approfondita delle scritture: molti arrivarono armati delle proprie convinzioni conservatrici e di radicale cattolicesimo, altri ancora semplicemente scettici sull'argomento soprattutto comunque per convinzioni religiose. Ebbene, Proto Pisani riuscì a scardinare moltissimi anche tra gli irriducibili grazie alla sue argomentazione decisamente disarmanti proprio dal punto religioso."
Ascoltando l'avvocato Operamolla, sempre affascinante nei suoi racconti farciti di episodi e costruiti nella narrazione su una cultura brillante e caleidoscopica, si ha nostalgia del tempo in cui le rivoluzioni e le battaglie civili si facevano con conoscenza e consapevolezza e non con i sentito dire dei social o con la confusione di un dibattito politico o sociale in cui è quasi anche impossibile orientarsi per capire da che parte si debba stare. Ci resta la storia, e anche quella si studia poco purtroppo, specialmente quella recente. E di questo piccolo tuffo nella memoria di anni di cambiamenti epocali visti dalla nostra Trani gli siamo grati.
Il varo della legge Baslini Fortuna - come più propriamnete la ricorda Ugo Operamolla, dal nome dei promotori della stessa - nel 1970 a Trani non portò grossi sconvolgimenti, se non nelle situazioni pregresse da sanare. "Tante coppie che vivevano in condizioni difficili la loro separazione per una mancata definizione dei loro rapporti vide arrivare con il varo della legge la possibilità tanto attesa di poter cominciare una nuova fase della vita, decidere di risposarsi, dare una composizione chiara e netta a rapporti interrotti anche da molto tempo.
Furono in seguito i comitati civici - che erano una sorta di emanazione a metà tra il Vaticano e la democrazia cristiana - a cominciare anche a Trani a sollevare quel movimento che poi portò alla richiesta del referendum nel '74; e fu a quel punto che a Trani ci si mosse in maniera importante.
"Costituimmo il "Comitato per la difesa dei diritti civili" per alimentare i sostenitori del No all'abrogazione della legge - ricorda l'avvocato Operamolla - a cui parteciparono sia avvocati che magistrati e facemmo una serie di iniziative anche pubbliche anche abbastanza provocatorie; tra questi un comizio tenuto dal collega Mauro Mellini - esponente del partito radicale che venne a Trani apposta da Roma - e che organizzammo in piazza Vittorio Emanuele all'uscita dalla messa di mezzogiorno a San Francesco: un po' forse per provocazione, un po' per garantirci un ascolto numeroso.
Ma la manifestazione più importante avvenne al Cinema Impero, alla quale intervenne tutta la Trani "bene" per via della presenza prestigiosa del professor Andrea Proto Pisani, docente alla facoltà di giurisprudenza di Firenze e già all'epoca uno dei più importanti processualisti d'Italia.
Lui, cattolico del dissenso, giustificò il divorzio sulla base di una analisi approfondita delle scritture: molti arrivarono armati delle proprie convinzioni conservatrici e di radicale cattolicesimo, altri ancora semplicemente scettici sull'argomento soprattutto comunque per convinzioni religiose. Ebbene, Proto Pisani riuscì a scardinare moltissimi anche tra gli irriducibili grazie alla sue argomentazione decisamente disarmanti proprio dal punto religioso."
Ascoltando l'avvocato Operamolla, sempre affascinante nei suoi racconti farciti di episodi e costruiti nella narrazione su una cultura brillante e caleidoscopica, si ha nostalgia del tempo in cui le rivoluzioni e le battaglie civili si facevano con conoscenza e consapevolezza e non con i sentito dire dei social o con la confusione di un dibattito politico o sociale in cui è quasi anche impossibile orientarsi per capire da che parte si debba stare. Ci resta la storia, e anche quella si studia poco purtroppo, specialmente quella recente. E di questo piccolo tuffo nella memoria di anni di cambiamenti epocali visti dalla nostra Trani gli siamo grati.