Cronaca
Accusata di truffa una vigilessa milanese: da un medico di Trani i certificati falsi di malattia
Il procedimento è incardinato a Trani; il Comune di Milano si è costituito parte civile
Trani - giovedì 1 agosto 2024
8.25
La vicenda è emersa da una delibera recente della Giunta di Milano, che, come riportato dal quotidiano "Il giorno", ha deciso di costituirsi parte civile per ottenere il risarcimento dei danni derivanti dal pagamento di prestazioni non dovute a una vigilessa. Quest'ultima, che ora rischia il processo per truffa e falsa giustificazione dell'assenza dal servizio tra ottobre 2020 e febbraio 2022, sarà sottoposta a un'udienza preliminare prevista per il ventiquattro settembre. Una vicenda certamente non nuova alle cronache, abbastanza frequente purtroppo nel nostro Paese. Ciò che collega Trani a Milano è il fatto che il medico che avrebbe redatto gli atti falsi è un professionista tranese, attualmente oggetto di indagine da parte dei PM, e dovrà rispondere delle pesanti accuse insieme alla donna.
L'accusa di truffa, dunque, è chiara per entrambi in base all'articolo 55 quinquies del decreto legislativo numero 165 del 2001: "Fermo quanto previsto dal codice penale, il lavoratore dipendente di una pubblica amministrazione che attesta falsamente la propria presenza in servizio, mediante l'alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza o con altre modalità fraudolente, ovvero giustifica l'assenza dal servizio mediante una certificazione medica falsa o falsamente attestante uno stato di malattia, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da 400 a 1.600 euro. La medesima pena si applica al medico e a chiunque altro concorre nella commissione del delitto".
Fonte della notizia: Il Giorno
L'accusa di truffa, dunque, è chiara per entrambi in base all'articolo 55 quinquies del decreto legislativo numero 165 del 2001: "Fermo quanto previsto dal codice penale, il lavoratore dipendente di una pubblica amministrazione che attesta falsamente la propria presenza in servizio, mediante l'alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza o con altre modalità fraudolente, ovvero giustifica l'assenza dal servizio mediante una certificazione medica falsa o falsamente attestante uno stato di malattia, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da 400 a 1.600 euro. La medesima pena si applica al medico e a chiunque altro concorre nella commissione del delitto".
Fonte della notizia: Il Giorno