Politica

Acqua, bollette salate e sprechi ingiustificati

Il Comune di Trani paga molte migliaia di euro per edifici e impianti pubblici.

Tanti, troppi soldi per l'acqua utilizzata in edifici e impianti pubblici, quelli cioè di proprietà del Comune. La conferma, di quello che si era sempre sospettato, è arrivata in occasione dell'approvazione del bilancio di previsione del 2008: il Comune di Trani paga tantissimi soldi all'Acquedotto pugliese per il consumo di acqua.
In città ci sono innumerevoli utenze servite dall'Aqp che riguardano le strutture comunali, le scuole, le fontane ornamentali, i pontili della darsena comunale, i mercati rionali, i bagni pubblici, i giardini pubblici, la villa comunale, gli immobili comunali, il cimitero, lo stadio comunale, il palazzetto dello sport e molte altre ancora. Il Comune, inoltre, paga per il consumo di acqua anche in relazione a una serie di utenze che servono tutte le fontane presenti in città nonché una serie numerosa di idranti posizionati in varie zone cittadine.
Le spese sostenute dal Comune nell'ultimo trimestre dell'anno 2007 sono state pari a 69.845,11 euro; nel terzo trimestre dello stesso anno ammontano a 82.775,20 euro; nel terzo trimestre del 2006 a euro 85.599,98; mentre nel quarto trimestre dell'anno 2006 a 88.394,46 euro.
"Si tratta di cifre rilevanti – dice il capogruppo consiliare dei Verdi, Michele di Gregorio - che, sebbene riguardino strutture comunali quali le scuole o in genere gli uffici ove è normale un certo consumo di acqua, appaiono quanto meno curiose per quanto riguarda tutte le altre utenze. Per questo motivo sarebbe opportuna una immediata iniziativa di controllo e di verifica da parte dell'amministrazione comunale sui soggetti che utilizzano le fonti di approvvigionamento, quali le fontane e soprattutto gli idranti, che sono presenti in ogni parte della città".
"E' necessario – aggiunge l'altro consigliere verde, Franco Laurora - verificare chi, quando e per quale fine preleva acqua dai bocchettoni degli idranti, nonché chi vi ha accesso e perché. Solo così – conclude – forse si potrebbe tenere sotto controllo l'enorme spesa che il Comune si accolla per il consumo di acqua".
  • Franco Laurora
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