Enti locali
Amet ed Elgasud: «Ecco come stanno le cose»
Interviente il presidente Lucio Gala
Trani - mercoledì 9 settembre 2009
«Spiace che ancora una volta Amet venga utilizzata per strumentalizzazioni politiche. Spiace soprattutto che questo accada in un momento cruciale per l'azienda. Con grande fatica il Consiglio d'Amministrazione che mi onoro di presiedere sta recuperando una situazione che si era fatta seriamente complicata, soprattutto dopo la sconsiderata operazione di acquisizione del ramo d'azienda dell'Enel e, quella sì, senza alcun passaggio in consiglio comunale. L'Amet, allora guidata da un CdA di riferimento dell'attuale minoranza, versò 16 milioni di euro all'Enel per l'acquisto di un ramo d'azienda che ancor oggi prende acqua da tutte le parti, nel senso letterale del termine, e questo senza che il consiglio comunale ne fosse informato e, soprattutto, senza alcuna perizia».
Il presidente di Amet Lucio Gala interviene in merito alla questione dell'ipotesi di conferimento del ramo d'azienda "Vendita" all'azienda Elgasud, di cui Amet stessa già oggi detiene una piccola partecipazione attraverso la società Puglienergy.
«Su quella che allo stato attuale è solo una proposta di operazione formulata da Amet al socio, ovvero al Comune di Trani, sottoposta peraltro al parere vincolante dell'Antitrust, sono state dette e scritte un mucchio di sciocchezze - aggiunge il presidente dell'azienda elettrica - talvolta pronunciate da chi, pur essendo stimato professionista, ignora completamente le leggi, regolamenti e statuti, altre volte da chi è evidentemente in malafede e, quindi, ha il solo obiettivo di creare confusione e strumentalizzare i cittadini, perché non può non conoscere o sapere determinate cose, innanzitutto perché gravita nelle istituzioni comunali da diversi anni e poi proprio perché parliamo di professionisti».
Fatta questa premessa, il presidente Gala assicura che «l'operazione di cui tanto si sta parlando non avverrà mai senza l'assenso di Palazzo di Città» e questo «nonostante lo Statuto di Amet ritenga sufficiente una delibera del Consiglio di Amministrazione della società». Altra rassicurazione: «Tutto sta avvenendo nella massima trasparenza e regolarità: al contrario di quanto avvenne per l'acquisto del ramo d'azienda Enel, per il conferimento del ramo d'azienda "Vendita" il nostro CdA ha deciso di affidarsi a una perizia del Tribunale ed ha vincolato l'operazione a due condizioni, il parere dell'Antitrust e l'approvazione del socio. Questo significa avere rispetto per un'azienda che non è del presidente, del CdA o del sindaco, ma dell'intera città di Trani».
Nel merito dell'operazione Elgasud, il presidente Gala spiega che «stiamo lavorando su un progetto che permetterà al cittadino di pagare di meno e ad Amet di guadagnare di più. Chi oggi si accanisce contro Amet - spiega il presidente - deve sapere che il ramo "Vendita" produce soltanto perdite. Essendo società distributrice, Amet non può vendere nel mercato libero, ma solo in quello cosiddetto tutelato, per il quale l'Autorità prevede che non ci siano utili. Di contro, i costi di gestione del ramo "Vendita" vanno ad incidere pesantemente sui ricavi della distribuzione, da cui derivano la quasi totalità degli utili del settore energia di Amet Spa.
Distribuzione, peraltro, che per le ragioni già spiegate (ammodernamento reti ex Enel) necessita di forti investimenti per continuare a garantire funzionalità, efficienza e servizio. Tutto questo senza considerare che da circa tre anni l'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas sta invitando le aziende di vendita a un'aggregazione che non sia inferiore a 300.000 utenze, per un minimo di 200.000 Mwh annui. Tra non molto l'invito diventerà obbligo ed Amet, che è già in notevole ritardo rispetto alle altre realtà italiane, anche di dimensioni più grandi, sarà comunque costretta a cedere quel ramo d'azienda, ma evidentemente con un appeal economico ridimensionato, o addirittura, come già accaduto per il mercato di salvaguardia, vederselo venduto all'asta dalla stessa Autorità.
Questa operazione, d'altro canto, ci permetterà di affacciarci al mercato libero attraverso un'azienda, Elgasud, che è in fortissima espansione e che in appena tre anni di attività fattura già 10 volte più di Amet nella vendita di energia e di cui la nostra azienda andrà ad acquisire un'importante quota societaria. Questo, in soldoni, significa che Amet, salvaguardando anche i livelli occupazionali, finalmente inizierà ad avere anche dei ricavi dalla vendita di energia e non più soltanto perdite. L'utenza, invece, pur mantendendo un servizio con lo stesso standard tecnico-qualitativo, e quello di Amet è tra i migliori, potrà beneficiare di una bolletta più leggera».
«Tutto questo - conclude Gala - è naturalmente già noto al socio. Sentivo di dover dare una spiegazione anche ai cittadini di Trani, affinché non cadessero nel tranello della strumentalizzazione politica. Non ho alcun timore di tornare a fare esclusivamente il mio lavoro e questo vale anche per gli altri componenti del Consiglio di Amministrazione: lo faremo, però, nella consapevolezza di aver risanato l'Azienda, patrimonio dell'intera città, e di averle assicurato quel futuro che altri, in passato, hanno messo in serio pericolo».
Il presidente di Amet Lucio Gala interviene in merito alla questione dell'ipotesi di conferimento del ramo d'azienda "Vendita" all'azienda Elgasud, di cui Amet stessa già oggi detiene una piccola partecipazione attraverso la società Puglienergy.
«Su quella che allo stato attuale è solo una proposta di operazione formulata da Amet al socio, ovvero al Comune di Trani, sottoposta peraltro al parere vincolante dell'Antitrust, sono state dette e scritte un mucchio di sciocchezze - aggiunge il presidente dell'azienda elettrica - talvolta pronunciate da chi, pur essendo stimato professionista, ignora completamente le leggi, regolamenti e statuti, altre volte da chi è evidentemente in malafede e, quindi, ha il solo obiettivo di creare confusione e strumentalizzare i cittadini, perché non può non conoscere o sapere determinate cose, innanzitutto perché gravita nelle istituzioni comunali da diversi anni e poi proprio perché parliamo di professionisti».
Fatta questa premessa, il presidente Gala assicura che «l'operazione di cui tanto si sta parlando non avverrà mai senza l'assenso di Palazzo di Città» e questo «nonostante lo Statuto di Amet ritenga sufficiente una delibera del Consiglio di Amministrazione della società». Altra rassicurazione: «Tutto sta avvenendo nella massima trasparenza e regolarità: al contrario di quanto avvenne per l'acquisto del ramo d'azienda Enel, per il conferimento del ramo d'azienda "Vendita" il nostro CdA ha deciso di affidarsi a una perizia del Tribunale ed ha vincolato l'operazione a due condizioni, il parere dell'Antitrust e l'approvazione del socio. Questo significa avere rispetto per un'azienda che non è del presidente, del CdA o del sindaco, ma dell'intera città di Trani».
Nel merito dell'operazione Elgasud, il presidente Gala spiega che «stiamo lavorando su un progetto che permetterà al cittadino di pagare di meno e ad Amet di guadagnare di più. Chi oggi si accanisce contro Amet - spiega il presidente - deve sapere che il ramo "Vendita" produce soltanto perdite. Essendo società distributrice, Amet non può vendere nel mercato libero, ma solo in quello cosiddetto tutelato, per il quale l'Autorità prevede che non ci siano utili. Di contro, i costi di gestione del ramo "Vendita" vanno ad incidere pesantemente sui ricavi della distribuzione, da cui derivano la quasi totalità degli utili del settore energia di Amet Spa.
Distribuzione, peraltro, che per le ragioni già spiegate (ammodernamento reti ex Enel) necessita di forti investimenti per continuare a garantire funzionalità, efficienza e servizio. Tutto questo senza considerare che da circa tre anni l'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas sta invitando le aziende di vendita a un'aggregazione che non sia inferiore a 300.000 utenze, per un minimo di 200.000 Mwh annui. Tra non molto l'invito diventerà obbligo ed Amet, che è già in notevole ritardo rispetto alle altre realtà italiane, anche di dimensioni più grandi, sarà comunque costretta a cedere quel ramo d'azienda, ma evidentemente con un appeal economico ridimensionato, o addirittura, come già accaduto per il mercato di salvaguardia, vederselo venduto all'asta dalla stessa Autorità.
Questa operazione, d'altro canto, ci permetterà di affacciarci al mercato libero attraverso un'azienda, Elgasud, che è in fortissima espansione e che in appena tre anni di attività fattura già 10 volte più di Amet nella vendita di energia e di cui la nostra azienda andrà ad acquisire un'importante quota societaria. Questo, in soldoni, significa che Amet, salvaguardando anche i livelli occupazionali, finalmente inizierà ad avere anche dei ricavi dalla vendita di energia e non più soltanto perdite. L'utenza, invece, pur mantendendo un servizio con lo stesso standard tecnico-qualitativo, e quello di Amet è tra i migliori, potrà beneficiare di una bolletta più leggera».
«Tutto questo - conclude Gala - è naturalmente già noto al socio. Sentivo di dover dare una spiegazione anche ai cittadini di Trani, affinché non cadessero nel tranello della strumentalizzazione politica. Non ho alcun timore di tornare a fare esclusivamente il mio lavoro e questo vale anche per gli altri componenti del Consiglio di Amministrazione: lo faremo, però, nella consapevolezza di aver risanato l'Azienda, patrimonio dell'intera città, e di averle assicurato quel futuro che altri, in passato, hanno messo in serio pericolo».