Enti locali
Amet: "Vendola venga a vedere l’impianto di Dalmine"
Intervento del presidente dell’azienda tranese Alfonso Mangione sul termovalorizzatore
Trani - lunedì 13 marzo 2006
"Il sindaco Tarantini crede fermamente nel progetto del termovalorizzatore perché correttamente, prima di dare il suo assenso, si è documentato, anche con l'ausilio di esperti del settore, e ha voluto visitare un impianto gemello a quello pensato per Trani. Prima di dire no ai termovalorizzatori il presidente della Regione Puglia avrebbe dovuto fare come il sindaco di Trani, cioè vedere da vicino un impianto del genere. Si sarebbe reso conto che quello è il modo più serio per affrontare il problema dei rifiuti, senza alcun rischio di inquinamento e con la vera possibilità di recupero energetico di quello che in tutta Europa è considerato risorsa e che invece il governo regionale pugliese, evidentemente, in modo preistorico, considera semplicemente scarto".
E' quanto dichiara Alfonso Mangione, presidente dell'Amet di Trani, la società che in associazione temporanea di impresa (Ati) con la Noy Vallesina di Dalmine (Bg) ha presentato il progetto di termovalorizzatore alla gara sugli impianti di recupero energetico da rifiuti bandita dall'ex commissario per l'emergenza rifiuti Raffaele Fitto. La gara fu aggiudicata in un primo momento proprio all'Ati Amet-Noy Vallesina, ma in seguito alla sentenza del Tar che ha riammesso alla gara il consorzio Cogeam di Massafra e prima di conoscere l'esito dell'appello presentato da Amet e Noy Vallesina al Consiglio di Stato (udienza fissata per domani, 14 marzo) l'attuale commissario per l'emergenza rifiuti Nichi Vendola ha aggiudicato la gara alla società tarantina.
Un'iniziativa fortemente contestata sia da Amet che dal sindaco di Trani Giuseppe Tarantini. "La Regione ha compiuto un grande errore", aggiunge Mangione, "ma riteniamo che sia ancora in tempo per riparare. E' per questo che invitiamo il presidente Vendola a visitare l'impianto di Dalmine, si renderebbe conto della grande opportunità che abbiamo offerto alla Puglia, opportunità che altre regioni, anche quelle governate dalla sinistra, come la Toscana, hanno invece saputo cogliere. Invitiamo a Dalmine anche il segretario tranese dello Sdi, che prima di esprimere giudizi dovrebbe documentarsi, cosa che evidentemente non ha fatto".
E' quanto dichiara Alfonso Mangione, presidente dell'Amet di Trani, la società che in associazione temporanea di impresa (Ati) con la Noy Vallesina di Dalmine (Bg) ha presentato il progetto di termovalorizzatore alla gara sugli impianti di recupero energetico da rifiuti bandita dall'ex commissario per l'emergenza rifiuti Raffaele Fitto. La gara fu aggiudicata in un primo momento proprio all'Ati Amet-Noy Vallesina, ma in seguito alla sentenza del Tar che ha riammesso alla gara il consorzio Cogeam di Massafra e prima di conoscere l'esito dell'appello presentato da Amet e Noy Vallesina al Consiglio di Stato (udienza fissata per domani, 14 marzo) l'attuale commissario per l'emergenza rifiuti Nichi Vendola ha aggiudicato la gara alla società tarantina.
Un'iniziativa fortemente contestata sia da Amet che dal sindaco di Trani Giuseppe Tarantini. "La Regione ha compiuto un grande errore", aggiunge Mangione, "ma riteniamo che sia ancora in tempo per riparare. E' per questo che invitiamo il presidente Vendola a visitare l'impianto di Dalmine, si renderebbe conto della grande opportunità che abbiamo offerto alla Puglia, opportunità che altre regioni, anche quelle governate dalla sinistra, come la Toscana, hanno invece saputo cogliere. Invitiamo a Dalmine anche il segretario tranese dello Sdi, che prima di esprimere giudizi dovrebbe documentarsi, cosa che evidentemente non ha fatto".