Politica

«Amet, vogliamo la verità sulla vendita delle utenze»

I Verdi sulla cessione di un ramo d’azienda

Cosa succede all'interno dell'Amet? Chi e perché ha deciso di cedere il ramo clienti per conferirlo all'interno della società Elgasud spa? Sono le domande che i due consiglieri comunali dei Verdi Michele di Gregorio e Franco Laurora rivolgono al Comune, essendo praticamente caduta nel vuoto la richiesta - protocollata alcuni mesi addietro da tutti i consiglieri comunali di minoranza - di convocare, così come previsto dal regolamento e dallo statuto del Comune di Trani, una seduta di Consiglio comunale monotematico con all'ordine del giorno la verifica della gestione di tutte le società di proprietà e/o partecipate dal Comune di Trani: Amiu, Amet e Stp.

Ma soprattutto le questioni riguardanti l'Amet spa quelle che preoccupano di più. «Con istanza depositata nel mese di febbraio 2009 - ricorda il capogruppo consiliare Michele di Gregorio - il presidente dell'Amet, affermando di voler conferire a titolo di aumento di capitale, in Elgasud spa che ha sede legale in via Montegrappa a Trani, l'intero ramo di azienda riguardante la vendita di energia elettrica, compreso il personale con il relativo trattamento di fine rapporto e tutti gli altri accantonamenti maturati, ha chiesto al presidente del tribunale di Trani la nomina di un esperto per la stima dei beni da conferire alla suddetta società. Il tribunale di Trani a questo scopo ha nominato un dottore commercialista di Barletta. Poiché come detto, nonostante la richiesta formalizzata, l'amministrazione non ha sino a ora dato prova di trasparenza e di condivisione dell'attività amministrativa, visto che il Consiglio comunale richiesto sull'Amet non è stato mai convocato, chiediamo - puntualizza l'esponente dei Verdi - che sia dato conto non ai consiglieri comunali ma soprattutto ai cittadini tranesi, proprietari di Amet, di quello che sarà il futuro della società».

In particolare, i Verdi chiedono di sapere se l'iniziativa di vendita del ramo di azienda sia stata suggerita dall'amministrazione o sia stata autonomamente decisa dal consiglio di amministrazione di Amet. «Il problema - continua Franco Laurora - è rilevante poiché il vero patrimonio dell'Amet è il suo portafoglio clienti (tranesi), considerato che Amet non produce energia e che non si è nemmeno deciso di ‘approfittare' della nuova Provincia per diventare punto di riferimento per gli investimenti nel campo delle energie alternative e dare così lavoro a tanti cittadini e non solo ad alcuni. Se qualcuno ha decido di cedere tale ‘tesoro', questo significa voler fare diventare (o privatizzare) l'Amet solo una scatola vuota che certamente passerà in mani private (almeno in una certa percentuale). Per questo è necessario che l'amministrazione dichiari perché vuole cedere il ramo di azienda delle utenze a un'altra società; perché ha deciso di investire soldi per la ricerca di una nuova sede; se questa è già stata individuata e quanto costerà ai tranesi. Pubblicamente - conclude - si dica ai cittadini cosa avviene all'interno dell'Amet.

Del resto nel recente passato di Amet ci sono vicende dubbie come quella del catamarano, quella delle sponsorizzazioni fine a se stesse in una città in cui Amet ha il monopolio della vendita, e ancora delle assunzioni a tempo indeterminato fatte sottovoce, dei soldi persi dal Comune per la mancata attivazione delle zone di parcheggio, del degrado del parcheggio della stazione, dei danni causati dalle interruzioni di fornitura di energia, delle associazioni temporanee di imprese tuttora in essere, dello scandalo Aigs, dei consigli di amministrazione delle società di cui fa parte Amet (chi sono i fortunati?). Ora - concludono di Gregorio e Laurora - vogliamo che pubblicamente si dica se è vero che Amet vuole vendere il suo prezioso ramo di azienda, chi e perché ciò è stato deciso. Oppure siamo tutti contenti che sulle maglie della nuova squadra cittadina di calcio ci sia il marchio Elgasud, che chi chissà quanto costerà ai tranesi».
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