Religioni
Anche a Trani la festa di Chanukkà
Il 25 dicembre (24 Kislev) accenderanno un enorme candelabro a Scolanova
Trani - lunedì 19 dicembre 2005
La sera del 24 di Kislèv (corrispondente al 25 dicembre dell'anno civile) gli Ebrei entrano nella festa di Chanukkà (inaugurazione), chiamata altresì Chàg Haurim (festa dei lumi), che dura otto giorni. Era l'anno 165 dell'era volgare allorquando gli Israeliti guidati da Giuda Maccabeo, figlio del sacerdote Mattatià, affrontarono e sconfissero gli occupanti siriani, entrando a pieno diritto a Gerusalemme.
Giuda Maccabeo riconsacrò il Bet Hamikdash (Santuario) abbattendo gli idoli fatti installare dal re Antioco IV Epifane di Siria (sotto il cui governo era caduto Israele) e ripristinando la sovranità della Torah (la Legge data da Dio a Mosè) e dei Suoi precetti sul popolo ebraico. Il Talmud racconta che nel Tempio appena riconsacrato fu trovata una piccola ampolla di olio puro con il sigillo del Sommo Sacerdote. L'olio poteva bastare per un solo giorno ma avvenne un grande miracolo: l'olio bruciò per otto giorni, diffondendo una bellissima luce e dando così la possibilità ai sacerdoti di preparare l'olio nuovo. Fu così che i Maestri proclamarono che il 25 Kislèv gli Ebrei celebrassero l'avvenimento del miracolo dell'olio che non si consumò. Per otto sere viene accesa una fiammella in più sulla Channukkia, un candelabro a 9 braccia (otto fiamme oltre allo shammash, il lume che serve ad accendere gli altri lumi).
In tale occasione è d'uso gustare tipici dolci ebraici. Channukkà è una festa molto sentita e vissuta; persino nel Campo di concentramento di Buchenwald centinaia di deportati, pur isolati dalla vita fuori dai Lager, riuscirono non solo a tenere il giusto conteggio del calendario ebraico ma anche ad accendere le fiammelle della Channukkia bruciando pezzi interi di margarina sul fuoco della lampada a nafta che illuminava la camerata.
La sera del 25 dicembre anche gli Ebrei di Trani celebreranno la Channukkà accendendo un enorme candelabro forgiato da un fabbro barlettano nel piazzale antistante la Sinagoga Scolanova. Un Rabbino terrà una lezione sulla Chanukkà durante i giorni di festa. Mai come quest'anno la Channukkà ha un significato profondo come a Trani; qui non solo è rinato l'Ebraismo ma poche settimane fa il Comune ha restituito alla comunità ebraica la Sinagoga più antica d'Europa; la Scolanova, appunto.
Come i Maccabei riconsacrarono il Tempio, gli Ebrei di Trani riconsacrano la Sinagoga Scolanova nell'auspicio che l'Ebraismo a Trani divenga una risorsa culturale e sociale anche per la città stessa. A prescindere dai suoi significati religiosi, l'Ebraismo è esempio storico di rispetto e salvaguardia del diverso e gli Ebrei hanno sempre difeso, anche a caro prezzo, la propria identità.
Ma è grazie all'universalità dei propri valori (il monoteismo, il riposo del Sabato, la superiorità di una Legge divina e morale su ogni aspetto della vita quotidiana) che anche chi non è Ebreo riesce comunque a condividere parte di questa identità. L'Ebraismo è elemento fondamentale della cultura e della storia di Trani; sarà anche per questo che, in base ad una usanza ormai consolidata, le Autorità comunali (invitate la prima sera di Chanukkà alla Scolanova) accendono il primo lume della Channukkia (lo shammash) in segno di condivisione di valori inestinguibili come la libertà e la multiculturalità della quale la Festa dell'olio che non si consumò è uno dei simboli più riusciti.
Giuda Maccabeo riconsacrò il Bet Hamikdash (Santuario) abbattendo gli idoli fatti installare dal re Antioco IV Epifane di Siria (sotto il cui governo era caduto Israele) e ripristinando la sovranità della Torah (la Legge data da Dio a Mosè) e dei Suoi precetti sul popolo ebraico. Il Talmud racconta che nel Tempio appena riconsacrato fu trovata una piccola ampolla di olio puro con il sigillo del Sommo Sacerdote. L'olio poteva bastare per un solo giorno ma avvenne un grande miracolo: l'olio bruciò per otto giorni, diffondendo una bellissima luce e dando così la possibilità ai sacerdoti di preparare l'olio nuovo. Fu così che i Maestri proclamarono che il 25 Kislèv gli Ebrei celebrassero l'avvenimento del miracolo dell'olio che non si consumò. Per otto sere viene accesa una fiammella in più sulla Channukkia, un candelabro a 9 braccia (otto fiamme oltre allo shammash, il lume che serve ad accendere gli altri lumi).
In tale occasione è d'uso gustare tipici dolci ebraici. Channukkà è una festa molto sentita e vissuta; persino nel Campo di concentramento di Buchenwald centinaia di deportati, pur isolati dalla vita fuori dai Lager, riuscirono non solo a tenere il giusto conteggio del calendario ebraico ma anche ad accendere le fiammelle della Channukkia bruciando pezzi interi di margarina sul fuoco della lampada a nafta che illuminava la camerata.
La sera del 25 dicembre anche gli Ebrei di Trani celebreranno la Channukkà accendendo un enorme candelabro forgiato da un fabbro barlettano nel piazzale antistante la Sinagoga Scolanova. Un Rabbino terrà una lezione sulla Chanukkà durante i giorni di festa. Mai come quest'anno la Channukkà ha un significato profondo come a Trani; qui non solo è rinato l'Ebraismo ma poche settimane fa il Comune ha restituito alla comunità ebraica la Sinagoga più antica d'Europa; la Scolanova, appunto.
Come i Maccabei riconsacrarono il Tempio, gli Ebrei di Trani riconsacrano la Sinagoga Scolanova nell'auspicio che l'Ebraismo a Trani divenga una risorsa culturale e sociale anche per la città stessa. A prescindere dai suoi significati religiosi, l'Ebraismo è esempio storico di rispetto e salvaguardia del diverso e gli Ebrei hanno sempre difeso, anche a caro prezzo, la propria identità.
Ma è grazie all'universalità dei propri valori (il monoteismo, il riposo del Sabato, la superiorità di una Legge divina e morale su ogni aspetto della vita quotidiana) che anche chi non è Ebreo riesce comunque a condividere parte di questa identità. L'Ebraismo è elemento fondamentale della cultura e della storia di Trani; sarà anche per questo che, in base ad una usanza ormai consolidata, le Autorità comunali (invitate la prima sera di Chanukkà alla Scolanova) accendono il primo lume della Channukkia (lo shammash) in segno di condivisione di valori inestinguibili come la libertà e la multiculturalità della quale la Festa dell'olio che non si consumò è uno dei simboli più riusciti.