Eventi e cultura
Anche San Nicola Pellegrino nel presepe di piazza Libertà
Aperto alla Città il presepe altro sei metri, visibile da ogni lato e ispirato a Craco, "il paese fantasma" in Basilicata
Trani - giovedì 23 dicembre 2021
10.16
San Francesco, che ha realizzato il primo presepe della storia, diceva che chi lavora con le mani è un artigiano, chi lavora con le mani e il cuore è un artista.
Anche nel presepe di Trani di quest'anno e forse ancora di più del solito, ci sono maestria e perizia tecnica, audacia nell'osare altezze mai raggiunte ma soprattutto tanto amore, tanta fede e un senso speciale di appartenenza alla città.
Il Borgo antico di Trani si va sodando verso l'alto in un paesaggio che via via si trasforma e diventa la vecchia Craco, il paese fantasma nel cuore della Basilicata che per suggestione è oggi una delle mete più attrattive della regione.
Un paese abbandonato riprende vita attraverso il presepe e nulla è casuale in questa scelta , non davvero dettata solo dal profilo diroccato ma affascinante di questo paese disabitato da più di sessant'anni; rappresentare Craco che riprende vita diventando il presepe in cui nasce Gesù, brulicante di pecore e pastori, vivo di artigiani, bambini e dei Re Magi che già si avvicinano, rende più intenso il senso di ricorrere all'Amore per rinnovare le nostre esistenze, renderle più luminose e autentiche.
Craco e Trani si fondono anche grazie alla presenza della piccola edicola votiva in cui compare l'effigie di San Nicola il pellegrino, emblema di una fede semplice e pura, e amatissimo patrono della nostra città e visibile alle spalle della capanna perché si quest'anno il presepe si potrà ammirare piano camminandogli intorno, scrutarne ogni anfratto, ogni dettaglio, scoprirne particolari che Carlo e i suoi straordinari compagni di lavoro - Felice e Francesco Botta, padre e figlio, e il maestro falegname Giovanni Franco con suo fratello Antonio - hanno realizzato con travi di legno, polistirolo, cemento, vernici e davvero, ripetiamo, tanta passione.
"La torre in primo piano, fuori dalla stalla, non è casuale" - tiene a spiegare Carlo Scarcella, da circa un ventennio progettista, ideatore e direttore artistico del presepe -" e Gesù, il Re dei re, non nasce in un castello ma in un luogo umile e povero: lo sfarzo è in cielo e non in terra se non nel cuore degli uomini".
Sei metri di altezza non si erano mai raggiunti: più vicino alla statua dell'Immacolata, cui i tranesi sono profondamente devoti e per celebrare la quale i lavori per il presepe ogni anno non possono iniziare prima del 9 dicembre. Ma anche quest'anno è andata, una corsa contro il tempo per arrivare pronti al Natale, un po' come facciamo tutti.
Antonio Di Lernia , Savio Melillo e Piero Di Cugno hanno realizzato l'impianto di illuminazione che alla sera rende il presepe ancora più magico.
Ricordiamo, infine, che domani alle 18.45 ci sarà la cerimonia di deposizione del bambinello.
Anche nel presepe di Trani di quest'anno e forse ancora di più del solito, ci sono maestria e perizia tecnica, audacia nell'osare altezze mai raggiunte ma soprattutto tanto amore, tanta fede e un senso speciale di appartenenza alla città.
Il Borgo antico di Trani si va sodando verso l'alto in un paesaggio che via via si trasforma e diventa la vecchia Craco, il paese fantasma nel cuore della Basilicata che per suggestione è oggi una delle mete più attrattive della regione.
Un paese abbandonato riprende vita attraverso il presepe e nulla è casuale in questa scelta , non davvero dettata solo dal profilo diroccato ma affascinante di questo paese disabitato da più di sessant'anni; rappresentare Craco che riprende vita diventando il presepe in cui nasce Gesù, brulicante di pecore e pastori, vivo di artigiani, bambini e dei Re Magi che già si avvicinano, rende più intenso il senso di ricorrere all'Amore per rinnovare le nostre esistenze, renderle più luminose e autentiche.
Craco e Trani si fondono anche grazie alla presenza della piccola edicola votiva in cui compare l'effigie di San Nicola il pellegrino, emblema di una fede semplice e pura, e amatissimo patrono della nostra città e visibile alle spalle della capanna perché si quest'anno il presepe si potrà ammirare piano camminandogli intorno, scrutarne ogni anfratto, ogni dettaglio, scoprirne particolari che Carlo e i suoi straordinari compagni di lavoro - Felice e Francesco Botta, padre e figlio, e il maestro falegname Giovanni Franco con suo fratello Antonio - hanno realizzato con travi di legno, polistirolo, cemento, vernici e davvero, ripetiamo, tanta passione.
"La torre in primo piano, fuori dalla stalla, non è casuale" - tiene a spiegare Carlo Scarcella, da circa un ventennio progettista, ideatore e direttore artistico del presepe -" e Gesù, il Re dei re, non nasce in un castello ma in un luogo umile e povero: lo sfarzo è in cielo e non in terra se non nel cuore degli uomini".
Sei metri di altezza non si erano mai raggiunti: più vicino alla statua dell'Immacolata, cui i tranesi sono profondamente devoti e per celebrare la quale i lavori per il presepe ogni anno non possono iniziare prima del 9 dicembre. Ma anche quest'anno è andata, una corsa contro il tempo per arrivare pronti al Natale, un po' come facciamo tutti.
Antonio Di Lernia , Savio Melillo e Piero Di Cugno hanno realizzato l'impianto di illuminazione che alla sera rende il presepe ancora più magico.
Ricordiamo, infine, che domani alle 18.45 ci sarà la cerimonia di deposizione del bambinello.