Vita di città
Antenna nel campetto di via Falcone: parla Don Enzo
«E’ bastato un colpo di tronchese al lucchetto per cancellare il sogno di don Aldo»
Trani - mercoledì 28 marzo 2007
«Per un dovere morale verso se stessa e verso l'intera cittadinanza, la comunità parrocchiale di S. Giuseppe ha pensato di far emergere "le sue voci di dentro", quelle che affondano nelle radici profonde della sua storia e ne alimentano quotidianamente la vita. Fra di esse non può tacere quella di don Aldo Martucci, suo primo parroco, che si è adoperato in ogni istante della sua vita e con tutte le sue forze per Dio e i suoi parrocchiani. Fu proprio lui che con instancabile fede nel Signore, iniziò e portò a termine il lungo iter burocratico per ottenere il campo sul viale dei Platani. Oggi, a vent'anni dalla sua morte, mentre ci si appresta a celebrarne l'indimenticabile figura, viene "regalata" alla sua comunità, con metodi a dir poco inconsueti, un'insignificante antenna, piantata proprio in quel campetto tanto desiderato da quell'umile uomo per far crescere in modo sano i suoi ragazzi.
E' bastato un colpo di tronchese al lucchetto che custodiva gelosamente quell'unico spazio all'aperto della parrocchia per cancellare il sogno di don Aldo che per tredici anni aveva perseguito quel fine? E' bastato offrire all'attuale parroco della comunità delle promesse da realizzarsi nell'anno del poi del secolo del mai per soffocare un'esigenza così vitale quale quella di ottenere uno spazio adatto all'attività sportiva per chi non si può permettere palestre superattrezzate? E' bastato un miope guadagno, ottenuto dall'installazione di un "mostro" del nostro tempo, per far dimenticare a chi ha il dovere di gestire la cosa pubblica che investire in infrastrutture per i giovani è puntare sul futuro della nostra città?
Noi speriamo che la risposta a queste nostre domande sia un no deciso. In questo momento ci sentiamo profondamente delusi, i metodi duri non rientrano nel nostro stile. Siamo sempre pronti al dialogo, ma non siamo disposti a tacere i soprusi che vengono perpetrati a danno dei più deboli perché noi crediamo al Vangelo e Cristo ci impone di spenderci per la giustizia. »Don Enzo e la comunità parrocchiale di S. Giuseppe
E' bastato un colpo di tronchese al lucchetto che custodiva gelosamente quell'unico spazio all'aperto della parrocchia per cancellare il sogno di don Aldo che per tredici anni aveva perseguito quel fine? E' bastato offrire all'attuale parroco della comunità delle promesse da realizzarsi nell'anno del poi del secolo del mai per soffocare un'esigenza così vitale quale quella di ottenere uno spazio adatto all'attività sportiva per chi non si può permettere palestre superattrezzate? E' bastato un miope guadagno, ottenuto dall'installazione di un "mostro" del nostro tempo, per far dimenticare a chi ha il dovere di gestire la cosa pubblica che investire in infrastrutture per i giovani è puntare sul futuro della nostra città?
Noi speriamo che la risposta a queste nostre domande sia un no deciso. In questo momento ci sentiamo profondamente delusi, i metodi duri non rientrano nel nostro stile. Siamo sempre pronti al dialogo, ma non siamo disposti a tacere i soprusi che vengono perpetrati a danno dei più deboli perché noi crediamo al Vangelo e Cristo ci impone di spenderci per la giustizia. »Don Enzo e la comunità parrocchiale di S. Giuseppe