Anticipo dei saldi, un "falso" rilancio dei consumi

«Premesso che la normativa che disciplina le vendite "a saldo" riguarda solo le modalità con le quali si possono pubblicizzare gli sconti, quindi nessun impedimento viene posto al commerciante di poter praticare sconti per l'intero anno, come e quando ritiene meglio opportuno, la proposta di anticipare la data di inizio dei saldi invernali è assolutamente inopportuna in questo momento, anche perché sarebbe penalizzante per quelle categorie interessate dalla normativa, che non sono assolutamente la maggioranza di quelle esistenti.

Sarebbe, quindi, opportuno l'avvio di una fase di concertazione per discutere di una seria politica di liberalizzazione dei saldi e delle vendite promozionali, in modo da evitare facili "speculazioni", non solo economiche. La normativa sui saldi è chiara: "esitare in breve tempo i prodotti di carattere stagionale o di moda suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo".

Secondo la suddetta definizione si dovrebbe, a questo punto, posticipare la data di inizio dei saldi invernali almeno al 7 gennaio, come accadeva in passato in Puglia, se non addirittura al 17 gennaio, come avveniva in Emilia Romagna, che non è certo una Regione più arretrata della nostra. Questa ulteriore "diatriba" politica, dopo la farsa delle aperture domenicali e festive dei negozi e degli ipermercati in Puglia non sia un altro brutto colpo, che potrebbe anche essere mortale, per un piccolo commercio che stenta a sopravvivere e che, se morisse, sarebbe la fine di un servizio storico e di un patrimonio sociale della nostra terra.

I consumatori comincino a riflettere su questi elementi. In quanto alla crisi ancor più grave di quella economica, che riguarda il "sistema di rappresentatività" delle Imprese del Commercio, ci sarebbe da aprire tutto un capitolo a parte che ci porterebbe veramente molto, molto, lontano. Di ciò ne parleremo in un altro momento.»

Francesco Sipone
Unimpresa BAT