Associazioni
Aperture festive, Codicom sostiene la scelta di Memola
«La polemica di Confcommercio e Confesercenti è fuoriluogo». L'associazione propone di istituire dei referendum consultivi sul commercio
Trani - sabato 5 novembre 2011
11.32
Il comitato di difesa dei commercianti (Codicom) sostiene la scelta dell'assessore al commercio del Comune di Trani di aprire alle associazioni il tavolo sulle aperture straordinarie e si scaglia contro Confcommercio e Confesercenti. Per i vertici baresi di Codicom «la polemica d'altri tempi innescata strumentalmente da Confcommercio e da Confesercenti di Trani è inutile e dannosa proprio per le stesse organizzazioni che le hanno poste sul tavolo. Infatti non spetterebbe sicuramente a loro sollevare il problema della rappresentanza prevista da una sciagurata lettera di chiarimento della Regione Puglia con la quale intese, a suo tempo, accontentare solo alcune organizzazioni facendo loro credere che potessero essere le sole a rappresentare un comparto così vasto come quello del commercio, piccolo e grande, nell'intera Regione. In effetti dare questo enorme fittizio potere alle sole associazioni regionali ha significato un grande caos, anche per associazioni provinciali e locali come Confcommercio e Confesercenti che si sono trovate a dover partecipare ai tavoli di concertazione unicamente se muniti di delega scritta dei loro regionali».
Codicom sposta l'attenzione sull'anacronismo della polemica: «Ci appare essere totalmente fuori dal tempo e dalla realtà. Nelle più civili amministrazioni con le quali operiamo come organizzazione, soprattutto in comuni del Nord Italia, dove da tantissimo tempo i commercianti si sono resi autonomi, prendendo le distanze dalle organizzazioni cosiddette di rappresentanza, verifichiamo un crescente ricorso alla consultazione globale e si giunge persino a consultare i comitati di Quartiere quando si assumono decisioni importanti come le aperture straordinarie domenicali e festive dei negozi o quando si fa programmazione commerciale. Questa è la civiltà e la democrazia che opportunamente l'assessore comunale al commercio di Trani ha voluto attuare, sostenuto, evidentemente, da associazioni che pure sono intervenute sull'argomento e che in realtà rappresentano interessi diffusi e collettivi delle categorie, al contrario di quelle previste dalla sciagurata norma regionale che fanno registrare reiterate e colpevoli assenze alle riunioni e ci riferiamo soprattutto a quelle organizzazioni che dovrebbero tutelare i lavoratori. Questo è scritto nei verbali delle riunioni. Oggi finalmente il tema di discussione più diffuso, a tutti i livelli, è quello relativo alla necessità di un coinvolgimento totale dell'intera società per fronteggiare una situazione economica e sociale difficilissima in cui versa il nostro Paese e verificare che esistono soggetti che sollevano certe polemiche inutili è disarmante».
Codicom chiede a Confcommercio e Confesercenti «di fare autocritica rispetto all'enorme potere sprecato e alle tante battaglie sindacali mai combattute». «Quando essi si autoesaltano facendo appello alla loro presunzione di essere maggiormente rappresentative a tutti i livelli, anche su questo forse sarebbe meglio che si sappia che queste affermazioni si riferiscono, dati alla mano, ad una rappresentanza che si aggira dall'1 all'8% delle imprese senza parlare della più modesta percentuale che viene raggiunta in talune realtà come quella di Trani, ad esempio. Questo ulteriore dato avalla ancor più il comportamento di quelle poche amministrazioni comunali che allargano il tavolo di concertazione aggiungendo che, a nostro avviso, su alcune materie bisognerebbe ricorrere ai referendum consultivi tra le categorie in modo da evitare gli enormi danni che proprio alcune organizzazioni hanno ripetutamente commesso ritenendo di esprimere pareri in conformità con la volontà dei presunti rappresentati ma facendo esattamente il contrario, proprio come il caso delle aperture straordinarie ove questi soggetti millantano una volontà di liberalizzazione selvaggia e diffusa che non corrisponde affatto alla volontà dei piccoli commercianti che si vantano di rappresentare ma che vanno a soddisfare differenti interessi, paradossalmente».
Codicom sposta l'attenzione sull'anacronismo della polemica: «Ci appare essere totalmente fuori dal tempo e dalla realtà. Nelle più civili amministrazioni con le quali operiamo come organizzazione, soprattutto in comuni del Nord Italia, dove da tantissimo tempo i commercianti si sono resi autonomi, prendendo le distanze dalle organizzazioni cosiddette di rappresentanza, verifichiamo un crescente ricorso alla consultazione globale e si giunge persino a consultare i comitati di Quartiere quando si assumono decisioni importanti come le aperture straordinarie domenicali e festive dei negozi o quando si fa programmazione commerciale. Questa è la civiltà e la democrazia che opportunamente l'assessore comunale al commercio di Trani ha voluto attuare, sostenuto, evidentemente, da associazioni che pure sono intervenute sull'argomento e che in realtà rappresentano interessi diffusi e collettivi delle categorie, al contrario di quelle previste dalla sciagurata norma regionale che fanno registrare reiterate e colpevoli assenze alle riunioni e ci riferiamo soprattutto a quelle organizzazioni che dovrebbero tutelare i lavoratori. Questo è scritto nei verbali delle riunioni. Oggi finalmente il tema di discussione più diffuso, a tutti i livelli, è quello relativo alla necessità di un coinvolgimento totale dell'intera società per fronteggiare una situazione economica e sociale difficilissima in cui versa il nostro Paese e verificare che esistono soggetti che sollevano certe polemiche inutili è disarmante».
Codicom chiede a Confcommercio e Confesercenti «di fare autocritica rispetto all'enorme potere sprecato e alle tante battaglie sindacali mai combattute». «Quando essi si autoesaltano facendo appello alla loro presunzione di essere maggiormente rappresentative a tutti i livelli, anche su questo forse sarebbe meglio che si sappia che queste affermazioni si riferiscono, dati alla mano, ad una rappresentanza che si aggira dall'1 all'8% delle imprese senza parlare della più modesta percentuale che viene raggiunta in talune realtà come quella di Trani, ad esempio. Questo ulteriore dato avalla ancor più il comportamento di quelle poche amministrazioni comunali che allargano il tavolo di concertazione aggiungendo che, a nostro avviso, su alcune materie bisognerebbe ricorrere ai referendum consultivi tra le categorie in modo da evitare gli enormi danni che proprio alcune organizzazioni hanno ripetutamente commesso ritenendo di esprimere pareri in conformità con la volontà dei presunti rappresentati ma facendo esattamente il contrario, proprio come il caso delle aperture straordinarie ove questi soggetti millantano una volontà di liberalizzazione selvaggia e diffusa che non corrisponde affatto alla volontà dei piccoli commercianti che si vantano di rappresentare ma che vanno a soddisfare differenti interessi, paradossalmente».