Vita di città
Approvata la programmazione dei piani di zona per il prossimo triennio
Critiche bipartizan ad assessore e dirigente
Trani - mercoledì 3 marzo 2010
Il Consiglio comunale ha approvato i regolamenti e gli indirizzi che caratterizzeranno il piano sociale di zona del prossimo triennio (2010/2012) che contiene, al proprio interno, il totale delle risorse finanziarie destinate alla spesa sociale per i Comuni di Trani e Bisceglie. Nel quadro delle risorse del fondo unico di ambito, oltre che le risorse apportate dai Comuni a titolo di co-finanziamento obbligatorio, vi sono anche tutte quelle risorse proprie finalizzate alla realizzazione di interventi su base comunale. Il fondo unico dell'ambito Trani-Bisceglie ammonta a 29 milioni di euro: il 25,85% di tali risorse è rappresentato dal fondo nazionale per le politiche sociali 2006/2009, il 12,99% deriva da risorse delle Asl sugli obiettivi di servizio dell'integrazione socio sanitaria, il 10,33% (pari a 3 milioni di euro) sono i residui di stanziamento rinvenienti dal precedente piano di zona (soldi, dunque, non utilizzati) ed il 36,04% (10 milioni e 800 mila euro) sono le risorse proprie che i Comuni di Trani e Bisceglie metteranno a disposizione sui bilanci comunali nel periodo 2010-2012 per la realizzazione di servizi ed interventi a valenza comunale.
Il piano di zona del prossimo triennio si prefigge come scopo quello di costruire un welfare attento ai bisogni dei cittadini e delle famiglie, proponendo una rete di servizi mirati a dare risposte ai bisogni delle rispettive comunità. In particolare, si porrà attenzione sulla costruzione di un sistema di servizi che faciliti l'accesso dei cittadini ai servizi programmati dalle Istituzioni nel campo del sociale e del sociosanitario integrato.
Dalla concertazione con il mondo del terzo settore (sviluppato nei mesi scorsi con dei workshop tematici) è emersa una lettura chiarificatrice del territorio sulle problematiche minorili, della famiglia, della disabilità, del disagio sociale e della povertà. I risultati ottenuti hanno indotto i due Enti a calibrare una proposta tesa all'adozione di una strategia che sia in grado di gestire il bisogno sociale con l'avvio di un percorso di presa in carico (non più meramente assistenziale ma multidisciplinare) a soccorso non più del singolo ma dell'intero nucleo familiare. Occorrerà dunque ripensare le politiche per la casa (per le emergenze abitative) e individuare percorsi utili affinché il cittadino sia motivato alla ricerca autonoma di opportunità lavorative al fine di rendere transitoria la condizione di svantaggio.
Dai workshop è emersa con chiarezza l'inadeguatezza delle risposte fornite dal territorio in materia di integrazione socio-sanitaria, accresciute da una macchina burocratica molto lenta e complessa. Ecco perché nella programmazione del piano di zona si punterà ad un miglior coordinamento tra strutture e competenze, attraverso l'attivazione di sportelli unici e di strumenti tecnologici che consentano la redazione di un sistema informativo condiviso ed aggiornato costantemente. Un'architettura unica per far viaggiare al meglio le informazioni così da poter intervenire con tempestività nelle emergenze, cosa che finora è mancata.
Il provvedimento è stato approvato dall'aula ma non senza critiche sull'operato dell'assessore Giorgia Cicolani e del dirigente Maria Dettori. L'opposizione ha chiesto conto dei 3 milioni di euro non spesi nel triennio appena concluso, molto più pesante è andato Beppe Corrado (PdL): «Approviamo nell'interesse della città un provvedimento che non ci convince. La lettura dei regolamenti e delle finalità sono da libro dei sogni, si da un potere immenso all'ufficio di piano ed al suo responsabile e ci sono alcune interpretazioni che sono in contrasto con la nostra idea del sociale. Rivendichiamo infine la leadership di Trani: l'assessore ha dato per scontato di poter assumere per conto dela città e nei confronti di Bisceglie delle decisioni che avrebbero meritato un approfondimento fra le forze politiche cittadine».
L'opposizione ha poi presentato un emendamento, tecnicamente approvabile e condiviso anche da una parte di maggioranza. L'emendamento prevedeva la ratifica in Consiglio comunale di ogni regolamento e atto adottato dall'ufficio di piano. Alla fine, però, non se n'è fatto nulla: Bisceglie ha già licenziato il regolamento nelle scorse settimane. Non ci sarebbero, dunque, i tempi tecnici per ulteriori modifiche ed integrazioni visto che la conferenza di servizi in Regione è stata fissata per l'11 marzo. Alla fine il provvedimento è stato approvato dall'intero Consiglio comunale tranese così com'è, ma con molti musi lunghi.
«Verificheremo nei prossimi giorni - ha dichiarato Pasquale De Toma - se il mancato coinvolgimento da parte delle forze politiche tranesi sia da attribuire a responsabilità dell'assessore o del dirigente. Vogliamo capire se si sia trattato di un errore politico oppure di un atteggiamento del dirigente che non ha permesso all'assessore di poter dialogare con le forze politiche».
Il piano di zona del prossimo triennio si prefigge come scopo quello di costruire un welfare attento ai bisogni dei cittadini e delle famiglie, proponendo una rete di servizi mirati a dare risposte ai bisogni delle rispettive comunità. In particolare, si porrà attenzione sulla costruzione di un sistema di servizi che faciliti l'accesso dei cittadini ai servizi programmati dalle Istituzioni nel campo del sociale e del sociosanitario integrato.
Dalla concertazione con il mondo del terzo settore (sviluppato nei mesi scorsi con dei workshop tematici) è emersa una lettura chiarificatrice del territorio sulle problematiche minorili, della famiglia, della disabilità, del disagio sociale e della povertà. I risultati ottenuti hanno indotto i due Enti a calibrare una proposta tesa all'adozione di una strategia che sia in grado di gestire il bisogno sociale con l'avvio di un percorso di presa in carico (non più meramente assistenziale ma multidisciplinare) a soccorso non più del singolo ma dell'intero nucleo familiare. Occorrerà dunque ripensare le politiche per la casa (per le emergenze abitative) e individuare percorsi utili affinché il cittadino sia motivato alla ricerca autonoma di opportunità lavorative al fine di rendere transitoria la condizione di svantaggio.
Dai workshop è emersa con chiarezza l'inadeguatezza delle risposte fornite dal territorio in materia di integrazione socio-sanitaria, accresciute da una macchina burocratica molto lenta e complessa. Ecco perché nella programmazione del piano di zona si punterà ad un miglior coordinamento tra strutture e competenze, attraverso l'attivazione di sportelli unici e di strumenti tecnologici che consentano la redazione di un sistema informativo condiviso ed aggiornato costantemente. Un'architettura unica per far viaggiare al meglio le informazioni così da poter intervenire con tempestività nelle emergenze, cosa che finora è mancata.
Il provvedimento è stato approvato dall'aula ma non senza critiche sull'operato dell'assessore Giorgia Cicolani e del dirigente Maria Dettori. L'opposizione ha chiesto conto dei 3 milioni di euro non spesi nel triennio appena concluso, molto più pesante è andato Beppe Corrado (PdL): «Approviamo nell'interesse della città un provvedimento che non ci convince. La lettura dei regolamenti e delle finalità sono da libro dei sogni, si da un potere immenso all'ufficio di piano ed al suo responsabile e ci sono alcune interpretazioni che sono in contrasto con la nostra idea del sociale. Rivendichiamo infine la leadership di Trani: l'assessore ha dato per scontato di poter assumere per conto dela città e nei confronti di Bisceglie delle decisioni che avrebbero meritato un approfondimento fra le forze politiche cittadine».
L'opposizione ha poi presentato un emendamento, tecnicamente approvabile e condiviso anche da una parte di maggioranza. L'emendamento prevedeva la ratifica in Consiglio comunale di ogni regolamento e atto adottato dall'ufficio di piano. Alla fine, però, non se n'è fatto nulla: Bisceglie ha già licenziato il regolamento nelle scorse settimane. Non ci sarebbero, dunque, i tempi tecnici per ulteriori modifiche ed integrazioni visto che la conferenza di servizi in Regione è stata fissata per l'11 marzo. Alla fine il provvedimento è stato approvato dall'intero Consiglio comunale tranese così com'è, ma con molti musi lunghi.
«Verificheremo nei prossimi giorni - ha dichiarato Pasquale De Toma - se il mancato coinvolgimento da parte delle forze politiche tranesi sia da attribuire a responsabilità dell'assessore o del dirigente. Vogliamo capire se si sia trattato di un errore politico oppure di un atteggiamento del dirigente che non ha permesso all'assessore di poter dialogare con le forze politiche».