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Solidarietà

Apre a Trani il 27 novembre "Il Centro della Speranza": volontariato per i bisognosi in nome dell'Amore cristiano

Il pastore della chiesa evangelica “Dio è Amore” Gigi Sciascia ha raccontato di come nasce e opera l’associazione nata nel 2021

L'associazione "Laboratorio della Speranza OdV" è nata nel 2021 dalla volontà del pastore della chiesa evangelica di Trani "Dio è amore" e dai tanti volontari della chiesa per offrire una speranza a chi una speranza non ha. Già operativa da diverso tempo con molte attività, quest'anno si è ampliata ulteriormente con il "Centro della Speranza", che sarà inaugurato mercoledì 27 novembre 2024 alle ore 17:30, presso la sede dell'associazione in via Superga n. 60/A. L'invito è esteso a tutta la cittadinanza, che potrà conoscere dal vivo chi sono i volontari dell'associazione, come operano e quali sono le iniziative dell'associazione.
Il pastore della chiesa evangelica ci ha parlato di come nasce l'associazione e di come i principi cristiani siano stati fondamentali nel dirigere l'opera dei volontari.

- Come nasce l'idea del "Centro della Speranza"? "Nasce da un sogno di essere un aiuto per le persone, soprattutto quelle più in difficoltà, motivo per cui la nostra sede si trova in una zona difficile e trascurata della città di Trani… Anche se oggi, grazie a Dio, riusciamo a servire famiglie non solo tranesi, ma anche fuori Trani (molfettesi, biscegliesi, barlettane, per esempio). Il passa parola ha fatto tanto. Nasce anche da questo sogno, che è diventato un bisogno, ovvero aiutare il prossimo. Citerei un passo della Bibbia, visto che il "Centro della Speranza" si ispira ai fondamenti biblici, il passo in questione è Geremia 29, in cui ci sono due passaggi importanti, che hanno fatto sì che il Centro prendesse questo nome. Il primo si trova al verso 7 e dice: "cercate il bene della città in cui vi trovate e pregate per essa, perché dal suo bene dipende il vostro bene". Quindi, la prima cosa che abbiamo fatto è stato cercare il bene della nostra città e dei suoi cittadini, sia attraverso la preghiera che dando aiuto pratico.
Il secondo passaggio, ai versi 11 e 12 dice, invece recita: "Io, infatti, conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo - dice il Signore - progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza." Ecco cosa vogliamo fare con il nostro centro: dare una speranza a chi speranza non ha."
- Il centro verrà inaugurato a breve: tuttavia è già operativo da qualche tempo? "Forse è più corretto parlare dell'associazione, che prende il nome di "Laboratorio della Speranza", ed è un'organizzazione di volontariato. Nasce nel gennaio del 2021, lavorando nel segreto, dietro le quinte, sia nell'ambito del banco alimentare (tutt'oggi operativo dà aiuto ad una trentina di famiglie) e poi la boutique solidale (si tenga bene a mente, non banco vestiario!)
Ad onor del vero, noi siamo vicini alle persone già da molto tempo, prima ancora che con l'associazione, attraverso la chiesa evangelica, spinti dalla volontà di far del bene al prossimo.
- La chiesa si è occupata anche di aiutare i bambini, visto anche che sua moglie è insegnante; quel progetto è ancora operativo? "Quest'attività, che si chiamava "Laboratorio del divertimento" (ecco perché poi abbiamo chiamato l'associazione "Laboratorio della Speranza", per dare continuità a quell'iniziativa), era un progetto che è andato avanti per ben sei anni, ogni lunedì e che ci ha permesso di portare via dalla strada tanti bambini del quartiere, bambini che in qualsiasi stagione si ritrovavano a giocare in mezzo alla strada e che, cosa ancora più grave, erano carenti di basi sociali ed educative, abbiamo voluto cercare di trasmettere loro i valori sociali dell'amicizia, della generosità, del lavoro; dal loro una prospettiva futura di eccellenza, professionalità e anche basi spirituali cristiani e che fondano la nostra società. Abbiamo voluto dal loro una speranza, per l'appunto, ed ecco che ritorna quel leit motiv.
- Ad oggi non è più operativo? "Il periodo covid ha fatto arenare questo progetto, anche se vorremmo riprenderlo. Per ora la nostra attività si è dirottata nelle aree della boutique solidale, nel banco alimentare e nel punto d'ascolto. Poter accogliere le richieste i bisogni delle famiglie e dar loro un aiuto concreto, anche facendo rete con altre associazioni."
- Parlando del punto d'ascolto, la chiesa evangelica, in occasione della Festa delle Donne 2023 organizzò una serata in cui si approfondì il tema della violenza di genere, e tra gli ospiti vi era anche delle referenti di uno dei numerosi centri antiviolenza; voi collaborate anche con i centri antiviolenza? "Assolutamente sì; questo appuntamento di cui hai parlato è stato ospitato per motivi logistici nella sala conferenze della chiesa evangelica di Trani, e ha segnato l'inizio di questa collaborazione, che vogliamo intensificare con il laboratorio ed il "Centro della Speranza."
Il "Centro della Speranza" è il luogo fisico all'interno del quale prendono forma tutte le iniziative del "Laboratorio della Speranza", che all'interno contiene più attività; per esempio, all'interno della struttura c'è un'associazione che si occupa di produrre prodotti artigianali. Al di là di questo, comunque vogliamo intensificare la nostra collaborazione con tutte le associazioni che possono essere una risposta ai diversi tipi di bisogno che raccoglieremo come contenitore delle diverse situazioni difficili di cui verremo a conoscenza.
- Per quanto riguarda la "Boutique solidale", perché l'avete chiamata così e non la considerate un semplice "banco vestiario"? "Non è un banco vestiario, nonostante facciamo raccolta e distribuzione di indumenti; come si avrà modo di vedere all'inaugurazione del centro, ci si renderà conto che abbiamo voluto allestire questo punto come un luogo che dia dignità alle famiglie che hanno bisogno di vestiti usati, come un negozio in cui entrare e scegliere vestiti di valore, visto che facciamo una selezione molto accurata, affinché le persone non trovino scarti, ma vestiti che diano dignità a chi li indosserà, siano essi bambini, che donne o uomini."
- Quali altri progetti avete per il "Centro della Speranza" in futuro? "Il Centro della Speranza contiene anche una sala polifunzionale, all'interno della quale stiamo già ospitando degli eventi, come per esempio un corso di alfabetizzazione informatica e uno sulla comunicazione efficace; usiamo questi spazi anche per i corsi di insegnamenti biblici tenuti dalla chiesa evangelica; quindi, è una sala polifunzionale che è a disposizione per ospitare corsi di informazione o di prevenzione e, in generale, di utilità sociale.
In questa sala, uno degli obiettivi è anche quello di offrire delle cene o pranzi solidali, ma non come mensa: non vogliamo competere con la Caritas, che fa già un eccellente lavoro, e non saremmo assolutamente, in grando, ma vorremmo offrire, una tantum, grazie al nostro chef che ha dato la sua disponibilità, offrire delle cene a famiglie che non potrebbero permettersi di andare in un ristorante il sabato sera a mangiare."
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