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Archivio di Stato la sede provinciale sarà sia a Trani che a Barletta: fine del chiasso?

Lo ha deciso il Ministro della Cultura Giuli, ma il "Comitato pro Archivio di Stato a Trani" non ci sta

A gennaio scorso a Roma le posizioni erano nette da ambedue le parti e sia Trani che Barletta, convocati presso il Ministero della Cultura, ambivano ad essere sede provinciale dell' Archivio di Stato, con il Sindaco di Barletta Cannito e di Trani Bottaro irremovibili sulle proprie posizioni. Non ci fu verso di metterli d'accordo, non ci riuscì il Direttore generale degli Archivi di Stato, Antonio Tarasco e ne il Capo di gabinetto del Ministro della cultura, Valentina Gemignani. Ora ha deciso per tutti Alessandro Giuli, Ministro della Cultura, una decisione salomonica che ha ben pensato ad una soluzione double face: Trani e Barletta avranno pari dignità e saranno ambedue sede provinciale.

L'idea nata a Roma in ambito tranese, piacque subito anche al Prefetto, Silvana D'Agostino perchè attribuiva a entrambe le città pari dignità e indipendenza, comunque era dettata dal buon senso. Attorno alla questione ci sono state tante polemiche e non solo istituzionali, tanto da far nascere da subito il" Comitato pro Archivio di Stato a Trani" che si è battuto, per molti non a torto, perchè fosse solo Trani la sede scelta non per capriccio, ma per una serie di motivazioni radicate sin dalla nascita della provincia BAT che aveva individuato per ogni capoluogo una specificità, riconoscendo, carta canta direbbe qualcuno, a Trani la sua storica vocazione culturale.

Sulla decisione registriamo un intervento dell'avv. Alessandro Moscatelli, uno dei promotori del suddetto comitato, che con un post social , nel commentare la notizia, ha definito la decisione: " Un ibrido che certamente non soddisfa le legittime aspettative della città di Trani che, secondo la legge e lo statuto provinciale, è il polo vocazionale culturale, giuridico, scientifico, finanziario e turistico. Una sconfitta per la città di Trani che ha resistito alle evidenti pressioni dei barlettani proprio per le ragioni di carattere storico e culturale che la contraddistinguono. Riteniamo che - scrive Alessandro Moscatelli - che una volta adottato il provvedimento, il Comune di Trani dovrebbe adire la Giustizia Amministrativa impugnando questo provvedimento che viola evidentemente i principi alla base della sesta provincia pugliese. L'ibrido è conclamato perchè se si dovesse tener conto delle ragioni che sarebbero alla base del decreto, anche le sedi degli altri uffici periferici dello Stato dovrebbero essere istituite nelle città capoluogo. Esempio, se a Trani Andria e Barletta ci sono tre commissariati di PS, si dovrebbero aprire tre sedi della Questura?"

Il Sindaco di Trani Amedeo Bottaro, raggiunto al telefono, si è dichiarato soddisfatto della decisione del Ministro Giuli, del resto questa ipotesi l'aveva paventata in tempi non sospetti ad inizio di anno, come lo è anche, in maniera trasversale, ad esempio, la compagine politica di Fratelli d'Italia che certo a Trani non è in quota maggioranza, che attraverso Raimondo Lima, componente della Direzione Nazionale del partito della Meloni, scrive "È andata esattamente come auspicavo nel mio intervento-appello pubblico lo scorso 23 gennaio. Ha prevalso l'unica soluzione di buonsenso nel rispetto del Territorio. Un ringraziamento al Ministro della Cultura Giuli".

Ora può essere che, come ha scritto nel suo post l'avv. Alessandro Moscatelli :"E' arrivato il momento in cui cominceranno ad attribuirsi medaglie sul petto per questa mezza sconfitta che verrà declamata come vittoria", ma una cosa è certa, a questo punto è chiaro che il "Comitato pro Archivio di Stato a Trani" al momento non si scioglie, e che la parola fine dovrà ancora essere scritta.
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