Eventi e cultura
"Arnaldo Pomodoro nei castelli di Federico II", la mostra tranese aprirà domani
Da oggi l'artista di fama internazionale sarà in Puglia per inaugurare le esposizioni
Trani - martedì 8 luglio 2014
13.26
Inizia ufficialmente domani il binomio Puglia-Pomodoro: infatti, dal 9 luglio fino al 30 novembre 2014, la nostra regione ospita "Arnaldo Pomodoro nei castelli di Federico II", un evento espositivo senza precedenti, così come definito dalla stessa organizzazione, nei luoghi simbolo del connubio tra potere e cultura. Nella cornice medievale di tre castelli del sovrano svevo saranno in mostra le opere dell'artista romagnolo: ben 24 opere in esposizione tra il Castello Svevo di Bari, Castel del Monte e il Castello di Trani. Gli scettri, gli scudi, le lance di luce, le steli, le sfere di Pomodoro, originali declinazioni contemporanee di emblemi antichi, articolano un dialogo ideale con questi luoghi.
I tre distinti vernissage vedranno la partecipazione non solo della curatrice Lea Mattarella, ma anche dell'artista in persona, che ripercorrerà le origini della sua famiglia in un ideale percorso a ritroso tra lo storico e il personale. Si comincia questa mattina a Bari, alle ore 12.00, con una conferenza stampa a cui siederà anche Margherita Pasquale, direttrice del Castello di Trani. Dopo il taglio del nastro nel capoluogo pugliese ci si sposterà ad Andria, dove dalle 18.30 si potranno ammirare le opere esposte in questo vero e proprio Patrimonio dell'Umanità. Per concludere, domani, sempre alle 18.30, l'inaugurazione nella nostra cittadina.
La mostra è promossa dal Mibact, dalla Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia e dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Bari, Bat e Foggia, in collaborazione con la casa editrice Il Cigno GG Edizioni, Nova Apulia e lo Studio Copernico di Milano. Le mostre si avvalgono anche dei patrocini delle città di Andria, Bari, Trani e Molfetta, in collaborazione con la delegazione Fai di Bari.
Coerente a un linguaggio che compone, in complesse strutture tridimensionali, i contrasti interno-esterno, erosione-politezza, Arnaldo Pomodoro ha rivolto la propria ricerca verso spazialità inedite, monumentali. Per le sue opere, conservate nei principali musei e spazi dedicati all''arte contemporanea, nel 1990 gli è stato conferito il Praemium Imperiale dalla Japan Art Association, che si aggiunge ai Premi di Scultura alle Biennali di San Paolo nel 1963 e di Venezia nel 1964, , al Lifetime Achievement in Contemporary Sculpture Award dell'International Sculpture Center nel 2008 e alle lauree honoris causa tributategli, nel 1992, dall'Università di Dublino (in Lettere) e, nel 2001, dall'Università di Ancona (in Ingegneria edile-Architettura).
Appartenente al gruppo "Continuità", che ricerca una «estetica del continuo», intesa come «assenza, indeterminazione del limite». Esaltando le qualità formali dell'opera, il collettivo si colloca nell'ambito di una ricerca non figurativa nettamente contrapposta alle correnti informali. Ed ecco, quindi, che in quest'ambito l'utilizzo di materiali diversi (piombo, stagno, zinco), riorganizzati in blocchi plastici apparentemente casuali, segnano lo stile di questo fuoriclasse. In tutte le sue opere è fondamentale, accanto alla ricerca tecnologica, la componente segnica e artigianale. Il carattere introspettivo dei lavori degli esordi ha poi lasciato il passo a una sistematicità e valenza narrativa che si connette con miti arcaici e avveniristici, realizzandosi in forme tridimensionali (colonna, sfera, cubo, ruota) nelle quali i contrasti interno-esterno, vuoto-pieno, erosione-politezza si compongono in unità formale e trasportano i suoi lavori verso spazialità nuove, che sconfinano in architettura e urbanistica.
Un'occasione di valorizzazione del patrimonio preesistente sul territorio che ricorda molto le operazioni già portate avanti, sempre in Puglia, al Castello di Otranto e che non potrà che arricchire le consolidate manifestazioni tranesi, come I Dialoghi di Trani ad esempio. Presentarsi con questo biglietto da visita ad occhi esperti non potrà che dar lustro a una città purtroppo nota soprattutto per inchieste e vita notturna.
I tre distinti vernissage vedranno la partecipazione non solo della curatrice Lea Mattarella, ma anche dell'artista in persona, che ripercorrerà le origini della sua famiglia in un ideale percorso a ritroso tra lo storico e il personale. Si comincia questa mattina a Bari, alle ore 12.00, con una conferenza stampa a cui siederà anche Margherita Pasquale, direttrice del Castello di Trani. Dopo il taglio del nastro nel capoluogo pugliese ci si sposterà ad Andria, dove dalle 18.30 si potranno ammirare le opere esposte in questo vero e proprio Patrimonio dell'Umanità. Per concludere, domani, sempre alle 18.30, l'inaugurazione nella nostra cittadina.
La mostra è promossa dal Mibact, dalla Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia e dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Bari, Bat e Foggia, in collaborazione con la casa editrice Il Cigno GG Edizioni, Nova Apulia e lo Studio Copernico di Milano. Le mostre si avvalgono anche dei patrocini delle città di Andria, Bari, Trani e Molfetta, in collaborazione con la delegazione Fai di Bari.
Coerente a un linguaggio che compone, in complesse strutture tridimensionali, i contrasti interno-esterno, erosione-politezza, Arnaldo Pomodoro ha rivolto la propria ricerca verso spazialità inedite, monumentali. Per le sue opere, conservate nei principali musei e spazi dedicati all''arte contemporanea, nel 1990 gli è stato conferito il Praemium Imperiale dalla Japan Art Association, che si aggiunge ai Premi di Scultura alle Biennali di San Paolo nel 1963 e di Venezia nel 1964, , al Lifetime Achievement in Contemporary Sculpture Award dell'International Sculpture Center nel 2008 e alle lauree honoris causa tributategli, nel 1992, dall'Università di Dublino (in Lettere) e, nel 2001, dall'Università di Ancona (in Ingegneria edile-Architettura).
Appartenente al gruppo "Continuità", che ricerca una «estetica del continuo», intesa come «assenza, indeterminazione del limite». Esaltando le qualità formali dell'opera, il collettivo si colloca nell'ambito di una ricerca non figurativa nettamente contrapposta alle correnti informali. Ed ecco, quindi, che in quest'ambito l'utilizzo di materiali diversi (piombo, stagno, zinco), riorganizzati in blocchi plastici apparentemente casuali, segnano lo stile di questo fuoriclasse. In tutte le sue opere è fondamentale, accanto alla ricerca tecnologica, la componente segnica e artigianale. Il carattere introspettivo dei lavori degli esordi ha poi lasciato il passo a una sistematicità e valenza narrativa che si connette con miti arcaici e avveniristici, realizzandosi in forme tridimensionali (colonna, sfera, cubo, ruota) nelle quali i contrasti interno-esterno, vuoto-pieno, erosione-politezza si compongono in unità formale e trasportano i suoi lavori verso spazialità nuove, che sconfinano in architettura e urbanistica.
Un'occasione di valorizzazione del patrimonio preesistente sul territorio che ricorda molto le operazioni già portate avanti, sempre in Puglia, al Castello di Otranto e che non potrà che arricchire le consolidate manifestazioni tranesi, come I Dialoghi di Trani ad esempio. Presentarsi con questo biglietto da visita ad occhi esperti non potrà che dar lustro a una città purtroppo nota soprattutto per inchieste e vita notturna.