Territorio
Asl Bat, debutta il nuovo direttore generale
Gorgoni glissa sull’ospedale unico Trani-Bisceglie. Messaggi di stima per Rocco Canosa
BAT - lunedì 4 luglio 2011
16.25
Quarant'anni, da quindici nella sanità, Giovanni Gorgoni è il più giovane direttore generale di un'azienda sanitaria e da qualche giorno è alla guida di quella della Bat. Ma – come tiene a sottolineare lui stesso – tecnicamente è il commissariato incaricato dalla Regione e designato direttore generale, ruolo quest'ultimo che diventerà effettivo solo dopo l'approvazione da parte del Consiglio regionale.
In una conferenza stampa nella sede della direzione ad Andria, ha parlato dei problemi dell'azienda: carenza di personale, liste d'attesa e stabilizzazione dei precari. Tre voci strettamente correlate tra di loro, «giacché senza personale – ha detto - è difficile accorciare le liste d'attesa». «Ma c'è anche un problema di appropriatezza della prestazione sanitaria, dal momento che nel dubbio ormai una tac non si nega a nessuno».
Nota dolente sono però soprattutto gli ospedali, dei quali Gorgoni ha solo informazioni parziali. Ma qualcosa se l'è lasciata sfuggire «L'assessore regionale – ha spiegato – mi ha parlato dell'ospedale unico e sul problema della sua collocazione». Il dg in pectore si riferiva, ovviamente, a quello di Andria-Canosa. Nessun cenno a quello di Trani-Bisceglie. E, a domanda diretta, ha eluso la risposta. Il che è una risposta implicita.
Contestualmente alla presentazione del nuovo direttore generale della Asl Bat, in redazione sono giunte alcune lettere di ringraziamento per il lavoro svolto in questi anni da Rocco Canosa, ormai ex guida dell'azienda sanitaria locale. La prima lettera è di Mauro Mazzilli: «Con Canosa - dice - una ventata di aria fresca ha invaso le stanze della direzione generale. Umanità, dialogo, entusiasmo, voglia di fare squadra ciascuno nel proprio ruolo, discrezione, onestà, costruzione comune di un progetto, un metodo che Rocco Canosa ha perseguito con tenacia senza che gli pesasse perché appartiene alla sua persona e che, al di là delle schermaglie politiche, gli è stato riconosciuto anche dai sindaci del territorio. Questa è l'eredità che lascia in dote alla nostra azienda».
Un altro attestato di stima a Rocco Canosa giunge da Carlo Avantario: «A Canosa riconosco un'innata competenza nel creare squadra e una professionalità ineccepibile e coinvolgente. Per questo c'è tutta la mia gratitudine e la malinconia di chi saluta un amico proteso verso nuovi traguardi di sicuro successo. Voglio attestare e riconoscere la passione e il cimento mai routinari con cui ha saputo costruire un piano di realizzazioni integrate, organiche e sostenibili, ridando vigore e credibilità ai sistemi delicati e complessi nei quali noi medici operiamo tra emergenze e inefficienze che diventano potenziale efficace e efficiente, se opportunamente condotte a razionalizzazione. Ma se questo è stato, non è stato casuale, perché ci vogliono cuore, sensibilità, gusto per la propria professione, visione e strategia per rendere un lavoro ben fatto una sfida per tutti a dare il meglio di sè. Ciascuno ha potuto dare il massimo impegno e di questo siamo grati a Rocco Canosa. La condivisione dell'idea che la nostra missione è la più delicata e centrale per la difesa della dignità umana nel momento della sua massima fragilità, mi permette di mantenere con lui un legame profondo che travalicando l'esperenziale, può collocarsi nella dimensione atemporale della condivisione che ci fa persone autentiche».
In una conferenza stampa nella sede della direzione ad Andria, ha parlato dei problemi dell'azienda: carenza di personale, liste d'attesa e stabilizzazione dei precari. Tre voci strettamente correlate tra di loro, «giacché senza personale – ha detto - è difficile accorciare le liste d'attesa». «Ma c'è anche un problema di appropriatezza della prestazione sanitaria, dal momento che nel dubbio ormai una tac non si nega a nessuno».
Nota dolente sono però soprattutto gli ospedali, dei quali Gorgoni ha solo informazioni parziali. Ma qualcosa se l'è lasciata sfuggire «L'assessore regionale – ha spiegato – mi ha parlato dell'ospedale unico e sul problema della sua collocazione». Il dg in pectore si riferiva, ovviamente, a quello di Andria-Canosa. Nessun cenno a quello di Trani-Bisceglie. E, a domanda diretta, ha eluso la risposta. Il che è una risposta implicita.
Contestualmente alla presentazione del nuovo direttore generale della Asl Bat, in redazione sono giunte alcune lettere di ringraziamento per il lavoro svolto in questi anni da Rocco Canosa, ormai ex guida dell'azienda sanitaria locale. La prima lettera è di Mauro Mazzilli: «Con Canosa - dice - una ventata di aria fresca ha invaso le stanze della direzione generale. Umanità, dialogo, entusiasmo, voglia di fare squadra ciascuno nel proprio ruolo, discrezione, onestà, costruzione comune di un progetto, un metodo che Rocco Canosa ha perseguito con tenacia senza che gli pesasse perché appartiene alla sua persona e che, al di là delle schermaglie politiche, gli è stato riconosciuto anche dai sindaci del territorio. Questa è l'eredità che lascia in dote alla nostra azienda».
Un altro attestato di stima a Rocco Canosa giunge da Carlo Avantario: «A Canosa riconosco un'innata competenza nel creare squadra e una professionalità ineccepibile e coinvolgente. Per questo c'è tutta la mia gratitudine e la malinconia di chi saluta un amico proteso verso nuovi traguardi di sicuro successo. Voglio attestare e riconoscere la passione e il cimento mai routinari con cui ha saputo costruire un piano di realizzazioni integrate, organiche e sostenibili, ridando vigore e credibilità ai sistemi delicati e complessi nei quali noi medici operiamo tra emergenze e inefficienze che diventano potenziale efficace e efficiente, se opportunamente condotte a razionalizzazione. Ma se questo è stato, non è stato casuale, perché ci vogliono cuore, sensibilità, gusto per la propria professione, visione e strategia per rendere un lavoro ben fatto una sfida per tutti a dare il meglio di sè. Ciascuno ha potuto dare il massimo impegno e di questo siamo grati a Rocco Canosa. La condivisione dell'idea che la nostra missione è la più delicata e centrale per la difesa della dignità umana nel momento della sua massima fragilità, mi permette di mantenere con lui un legame profondo che travalicando l'esperenziale, può collocarsi nella dimensione atemporale della condivisione che ci fa persone autentiche».