Politica
Azzeramento Giunta: Realtà Italia si unisce al "coro"
Su Riserbato: «È ora che anche lui tolga il disturbo»
Trani - venerdì 6 giugno 2014
11.18
Alle numerose dichiarazioni degli esponenti politici che, in queste ore, stanno esprimendo pareri sul provvedimento del sindaco di azzerare la giunta comunale si sono aggiunte quelle di Realtà Italia. Il commissario cittadino Cosimo Nenna e il commissario provinciale Nicholas Modugno individuano tra le cause dell'azzeramento il profondo malessere che da tempo serpeggiava a Palazzo di Città, acuito maggiormente dalla questione Amet e dal caso De Noia.
«La...lavata di testa della Gazzetta al sindaco Riserbato in risposta all'intervento dello stesso primo cittadino (aveva criticato una nota del giornale sulla vicenda del consigliere De Noia) – affermano Nenna e Modugno - deve aver avuto l'effetto di scatenare in Riserbato una profonda riflessione che lo avrebbe portato ad azzerare la giunta.
Semplice coincidenza? Non sembra proprio. Il diktat del sindaco ai suoi assessori,"andate tutti a casa", ha tutta l'aria, invece, di un profondo stato di malessere all'interno della giunta e delle aziende consociate (leggasi Amet) che ha determinato la decisione del sindaco prima che…sia troppo tardi».
Condannano l'operato di Riserbato in questi due anni e parlano di promesse non mantenute: «In verità pare che il "troppo tardi", allo stato delle cose, sia stato ampiamente superato. Da tempo Trani "vivacchia". I rappresentanti della città li si vede solo alle processioni e alle inaugurazioni.Di tutto ciò che era stato promesso in campagna elettorale, nemmeno l'ombra. A meno che Sindaco e assessori non vogliano vantare grandi meriti per aver risistemato i bagni pubblici in piazza Vittorio Emanuele con grande spolvero pubblicitario e di foto per il giorno fatidico dell'inaugurazione».
«La politica cittadina registra un silenzio su tutta la linea - proseguono -. Come se la conduzione della città fosse un fatto privato della giunta. Ma è proprio all'interno di questa che sono stati avvertiti da tempo pericolosi scricchiolii, confluiti, ora, e non a caso,col ritiro delle deleghe.Né è possibile ipotizzare che per dare una scossa alla città dormiente si debba aspettare ogni volta l'intervento della squisita penna di un giornalista che, da estraneo, ha colto nel segno il disagio politico che regna a Trani. Una classe dirigente allo sbando totale. Basta scorrere i comunicati di componenti o ex da poco tempo dell'attuale maggioranza.Ma il Sindaco si affanna a ripetere (solo nelle cerimonie ufficiali) che "tutto va bene". Dall'interno della maggioranza, invece, provengono urla di dissenso, anche feroce. E' ormai, guerra aperta. Fratelli coltelli titolava un vecchio film che ora calza a pennello a Trani. Il Sindaco, che le sue decisioni politiche importanti, come il ben servito ai suoi assessori, le affida ai social network, offende l'intera comunità. Come pure l'ultima sua performance che sta già lavorando per costituire presto una nuova giunta».
Infine, anche loro in linea con Sel auspicano le dimissioni affrettate del primo cittadino: «È ora invece che proprio lui tolga il disturbo. Mai, nemmeno con il suo predecessore, che ha fornito occasioni di critica e disappunto ad ogni piè sospinto, si era giunti a tanto. Le dimissioni sarebbero un atto di coraggio verso la città e verso chi lo ha gratificato del voto. E che ora…piange disperato perchè deluso».
«La...lavata di testa della Gazzetta al sindaco Riserbato in risposta all'intervento dello stesso primo cittadino (aveva criticato una nota del giornale sulla vicenda del consigliere De Noia) – affermano Nenna e Modugno - deve aver avuto l'effetto di scatenare in Riserbato una profonda riflessione che lo avrebbe portato ad azzerare la giunta.
Semplice coincidenza? Non sembra proprio. Il diktat del sindaco ai suoi assessori,"andate tutti a casa", ha tutta l'aria, invece, di un profondo stato di malessere all'interno della giunta e delle aziende consociate (leggasi Amet) che ha determinato la decisione del sindaco prima che…sia troppo tardi».
Condannano l'operato di Riserbato in questi due anni e parlano di promesse non mantenute: «In verità pare che il "troppo tardi", allo stato delle cose, sia stato ampiamente superato. Da tempo Trani "vivacchia". I rappresentanti della città li si vede solo alle processioni e alle inaugurazioni.Di tutto ciò che era stato promesso in campagna elettorale, nemmeno l'ombra. A meno che Sindaco e assessori non vogliano vantare grandi meriti per aver risistemato i bagni pubblici in piazza Vittorio Emanuele con grande spolvero pubblicitario e di foto per il giorno fatidico dell'inaugurazione».
«La politica cittadina registra un silenzio su tutta la linea - proseguono -. Come se la conduzione della città fosse un fatto privato della giunta. Ma è proprio all'interno di questa che sono stati avvertiti da tempo pericolosi scricchiolii, confluiti, ora, e non a caso,col ritiro delle deleghe.Né è possibile ipotizzare che per dare una scossa alla città dormiente si debba aspettare ogni volta l'intervento della squisita penna di un giornalista che, da estraneo, ha colto nel segno il disagio politico che regna a Trani. Una classe dirigente allo sbando totale. Basta scorrere i comunicati di componenti o ex da poco tempo dell'attuale maggioranza.Ma il Sindaco si affanna a ripetere (solo nelle cerimonie ufficiali) che "tutto va bene". Dall'interno della maggioranza, invece, provengono urla di dissenso, anche feroce. E' ormai, guerra aperta. Fratelli coltelli titolava un vecchio film che ora calza a pennello a Trani. Il Sindaco, che le sue decisioni politiche importanti, come il ben servito ai suoi assessori, le affida ai social network, offende l'intera comunità. Come pure l'ultima sua performance che sta già lavorando per costituire presto una nuova giunta».
Infine, anche loro in linea con Sel auspicano le dimissioni affrettate del primo cittadino: «È ora invece che proprio lui tolga il disturbo. Mai, nemmeno con il suo predecessore, che ha fornito occasioni di critica e disappunto ad ogni piè sospinto, si era giunti a tanto. Le dimissioni sarebbero un atto di coraggio verso la città e verso chi lo ha gratificato del voto. E che ora…piange disperato perchè deluso».