
Ambiente
Baia del Gruccione e la relazione faunistica della discordia a Trani
La baia è al centro dell’attenzione e secondo gli attivisti ora sarebbe in pericolo: un altro capitolo di una storia infinita
Trani - domenica 30 marzo 2025
11.34
Già prima del suo riconoscimento come sito di nidificazione, la Baia del Gruccione ha attirato un grande interesse fra i cittadini. Durante l'anno scorso furono presentate varie richieste al Comune per tutelarla ulteriormente: installare dei tornelli per limitare l'accesso ai motoveicoli, delle telecamere di sicurezza, nonché la demolizione di una scala in cemento armato costruita abusivamente. La Baia del Gruccione, denominata come tale a seguito di una delibera di Giunta Comunale del 2 settembre 2020, è di fatto tutelata dalle leggi nazionali 394/1991 e 157/1992 come sito protetto di nidificazione. Lo stesso Gruccione rientra nelle specie soggette a particolari misure di conservazione della "Direttiva Uccelli" adottata nel 1979 dall'UE.
Per questo motivo il Consigliere comunale di Forza Italia Pasquale De Toma, che si è interessato attivamente alla sua salvaguardia, si chiede come mai sia stato messo a punto un progetto mirato alla mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico che non tiene assolutamente conto della presenza di questa specie protetta sul territorio costiero tranese. Egli stesso trova abbastanza strano, infatti, che la relazione faunistica richiesta a settembre del 2024, e che nondimeno attesta l'esistenza del Gruccione a Trani, sia stata realizzata in un periodo in cui la specie d'interesse non nidifica; inoltre, sorprende che il biologo incaricato di redigere la relazione attesti la sua presenza attraverso una fotografia scattata durante il mese di luglio 2024, dunque, mesi prima che gli fosse affidato l'incarico; peraltro, fa notare De Toma, la relazione faunistica avrebbe dovuto precedere la realizzazione del progetto e non essere richiesta dopo la sua stesura.
Un'ulteriore anomalia riscontrata dal Consigliere nella relazione riguarda i suggerimenti forniti dal biologo, totalmente avulsi dall'oggetto della determina d'incarico, giacché la stessa richiedeva unicamente di attestare la presenza della specie in oggetto o di altre simili. Il biologo è andato oltre le richieste fatte dall'amministrazione, suggerendo un progetto "pilota", come lui stesso lo chiama, che prevede la realizzazione di finti nidi all'interno dei quali il Gruccione dovrebbe deporre le sue uova, costruiti con materiali quali cemento e pvc rigido.
Data la totale novità del progetto, mai realizzato in nessun altro Comune italiano, lo stesso biologo suggerisce – in corso d'opera – di effettuare un monitoraggio ornitologico e di avvalersi della consulenza di un botanico, unitamente ad un agronomo. Come fa notare De Toma nelle sue tre interrogazioni con le quali ha discusso questo problema in Consiglio comunale, sembra assurdo cercare di riprodurre ciò che la natura fa molto meglio da sé, per giunta con materiali che avrebbero un grave impatto ambientale e senza tener conto che tali suggerimenti porterebbero a una variazione del progetto iniziale con il rischio un aggravio delle spese. Se effettivamente venisse attuato tale progetto, conclude De Toma, sicuramente il Gruccione non farebbe più ritorno nella falesia.
Il Consigliere, inoltre, si chiede se il Comune abbia effettivamente avvisato i progettisti e gli enti autorizzativi dell'esistenza del sito protetto, in modo che il progetto fosse costruito "a misura di Gruccione": infatti, la legge non tutela solo l'animale in sé, ma anche le sue uova e l'habitat; per questo motivo un'azione incauta dell'amministrazione potrebbe avere delle conseguenze legali nel caso in cui un progetto che non tiene conto delle peculiarità naturalistiche del sito venga messo in atto. In definitiva De Toma si domanda se non sia il caso di abbandonare il progetto attuale e, invece, prendere in considerazione delle soluzioni alternative, come da indicazioni progettuali a zero impatto ambientale, già prospettate dal geologo tranese dottor Francesco Bartucci della SIGEA.
Nel duro scontro che ne è scaturito in Consiglio Comunale, l'amministrazione sostiene che non è in alcun modo possibile accogliere le richieste presentate all'interno delle interrogazioni, avanzando anche lo spauracchio dei controlli della Corte dei Conti che potrebbe rimproverare un aggravamento delle spese, dovute all'utilizzo di un progetto alternativo a quello già presentato e di cui si stanno proprio in questi giorni facendo integrazioni rispetto alle raccomandazioni contenute nella relazione faunistica. Tuttavia, la risposta non convince l'esponente di opposizione, che osserva innanzitutto che la Regione Puglia si era espressa sul progetto iniziale ma non si è ancora pronunciata sulle integrazioni richieste dal biologo dottor Giglio, incaricato della relazione. Per questo motivo sarà fondamentale che la Regione Puglia e tutti gli organi competenti valutino attentamente il grave impatto ambientale che il progetto integrato avrebbe sull'ambiente della baia. Inoltre, il consigliere De Toma si chiede perché, se da una parte si ha paura del giudizio della Corte dei Conti nel caso in cui si dovesse usare il progetto a zero impatto ambientale proposto da Bartucci, dall'altra parte queste remore non ci siano nel momento in cui si deve integrare il progetto, con un sicuro aumento della spesa inziale.
Inoltre, come sostenuto dal vicesindaco Fabrizio Ferrante: "Solo il tempo potrà dirci se gli interventi sulla falesia avranno un impatto positivo". Il consigliere De Toma ha fortemente sostenuto, invece, che non è ammissibile che un progetto sia realizzato senza richiedere preventivamente le relazioni e gli accertamenti opportuni sul territorio e che il progetto in esame addirittura violerebbe le norme tecniche di attuazione, che prescrivono solo "interventi finalizzati alla conservazione e valorizzazione dell'assetto attuale, al recupero delle situazioni compromesse attraverso l'eliminazione dei detrattori della qualità paesaggistica".
Rimane, dunque, la forte preoccupazione dei cittadini e degli attivisti che si stanno battendo per la salvaguardia di questa vera e propria oasi naturalistica da degli interventi che, se incautamente messi in atto, potrebbero allontanare irreversibilmente il Gruccione.
Per questo motivo il Consigliere comunale di Forza Italia Pasquale De Toma, che si è interessato attivamente alla sua salvaguardia, si chiede come mai sia stato messo a punto un progetto mirato alla mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico che non tiene assolutamente conto della presenza di questa specie protetta sul territorio costiero tranese. Egli stesso trova abbastanza strano, infatti, che la relazione faunistica richiesta a settembre del 2024, e che nondimeno attesta l'esistenza del Gruccione a Trani, sia stata realizzata in un periodo in cui la specie d'interesse non nidifica; inoltre, sorprende che il biologo incaricato di redigere la relazione attesti la sua presenza attraverso una fotografia scattata durante il mese di luglio 2024, dunque, mesi prima che gli fosse affidato l'incarico; peraltro, fa notare De Toma, la relazione faunistica avrebbe dovuto precedere la realizzazione del progetto e non essere richiesta dopo la sua stesura.
Un'ulteriore anomalia riscontrata dal Consigliere nella relazione riguarda i suggerimenti forniti dal biologo, totalmente avulsi dall'oggetto della determina d'incarico, giacché la stessa richiedeva unicamente di attestare la presenza della specie in oggetto o di altre simili. Il biologo è andato oltre le richieste fatte dall'amministrazione, suggerendo un progetto "pilota", come lui stesso lo chiama, che prevede la realizzazione di finti nidi all'interno dei quali il Gruccione dovrebbe deporre le sue uova, costruiti con materiali quali cemento e pvc rigido.
Data la totale novità del progetto, mai realizzato in nessun altro Comune italiano, lo stesso biologo suggerisce – in corso d'opera – di effettuare un monitoraggio ornitologico e di avvalersi della consulenza di un botanico, unitamente ad un agronomo. Come fa notare De Toma nelle sue tre interrogazioni con le quali ha discusso questo problema in Consiglio comunale, sembra assurdo cercare di riprodurre ciò che la natura fa molto meglio da sé, per giunta con materiali che avrebbero un grave impatto ambientale e senza tener conto che tali suggerimenti porterebbero a una variazione del progetto iniziale con il rischio un aggravio delle spese. Se effettivamente venisse attuato tale progetto, conclude De Toma, sicuramente il Gruccione non farebbe più ritorno nella falesia.
Il Consigliere, inoltre, si chiede se il Comune abbia effettivamente avvisato i progettisti e gli enti autorizzativi dell'esistenza del sito protetto, in modo che il progetto fosse costruito "a misura di Gruccione": infatti, la legge non tutela solo l'animale in sé, ma anche le sue uova e l'habitat; per questo motivo un'azione incauta dell'amministrazione potrebbe avere delle conseguenze legali nel caso in cui un progetto che non tiene conto delle peculiarità naturalistiche del sito venga messo in atto. In definitiva De Toma si domanda se non sia il caso di abbandonare il progetto attuale e, invece, prendere in considerazione delle soluzioni alternative, come da indicazioni progettuali a zero impatto ambientale, già prospettate dal geologo tranese dottor Francesco Bartucci della SIGEA.
Nel duro scontro che ne è scaturito in Consiglio Comunale, l'amministrazione sostiene che non è in alcun modo possibile accogliere le richieste presentate all'interno delle interrogazioni, avanzando anche lo spauracchio dei controlli della Corte dei Conti che potrebbe rimproverare un aggravamento delle spese, dovute all'utilizzo di un progetto alternativo a quello già presentato e di cui si stanno proprio in questi giorni facendo integrazioni rispetto alle raccomandazioni contenute nella relazione faunistica. Tuttavia, la risposta non convince l'esponente di opposizione, che osserva innanzitutto che la Regione Puglia si era espressa sul progetto iniziale ma non si è ancora pronunciata sulle integrazioni richieste dal biologo dottor Giglio, incaricato della relazione. Per questo motivo sarà fondamentale che la Regione Puglia e tutti gli organi competenti valutino attentamente il grave impatto ambientale che il progetto integrato avrebbe sull'ambiente della baia. Inoltre, il consigliere De Toma si chiede perché, se da una parte si ha paura del giudizio della Corte dei Conti nel caso in cui si dovesse usare il progetto a zero impatto ambientale proposto da Bartucci, dall'altra parte queste remore non ci siano nel momento in cui si deve integrare il progetto, con un sicuro aumento della spesa inziale.
Inoltre, come sostenuto dal vicesindaco Fabrizio Ferrante: "Solo il tempo potrà dirci se gli interventi sulla falesia avranno un impatto positivo". Il consigliere De Toma ha fortemente sostenuto, invece, che non è ammissibile che un progetto sia realizzato senza richiedere preventivamente le relazioni e gli accertamenti opportuni sul territorio e che il progetto in esame addirittura violerebbe le norme tecniche di attuazione, che prescrivono solo "interventi finalizzati alla conservazione e valorizzazione dell'assetto attuale, al recupero delle situazioni compromesse attraverso l'eliminazione dei detrattori della qualità paesaggistica".
Rimane, dunque, la forte preoccupazione dei cittadini e degli attivisti che si stanno battendo per la salvaguardia di questa vera e propria oasi naturalistica da degli interventi che, se incautamente messi in atto, potrebbero allontanare irreversibilmente il Gruccione.