Cronaca
Bancarotta fraudolenta e truffa a banche, un tranese arrestato
Maxioperazione della GdF di Siena
Trani - giovedì 24 settembre 2009
Un tranese, un andriese ed un barlettano sono stati arrestati più altre sei persone identificate e denunciate (fra cui un avvocato di Trani) per truffa ai danni di vari istituti bancari. Richiesti ed ottenuti circa 8 milioni di euro, in totale 13 le aziende sparse per l'Italia coinvolte tra cui una di Siena, città da cui è partita l'indagine.
Le tre ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Giudice delle indagini preliminari di Siena sono state eseguite dai finanzieri del nucleo di Polizia tributaria che hanno condotto per quasi due anni le indagini dirette dalla Procura senese. Accertamenti bancari a livello nazionale, pedinamenti, complesse analisi documentali i principali mezzi utilizzati dalle Fiamme Gialle per sgominare i responsabili dell'associazione a delinquere. Diversi i reati contestati: mendacio bancario, ricorso abusivo al credito, bancarotta fraudolenta, falso in bilancio.
Oltre agli arresti sono state eseguite diverse perquisizioni in Toscana, nel Lazio ed in Puglia (tra cui anche uno studio legale di Trani), che hanno consentito il sequestro di copiosa documentazione ora al vaglio degli inquirenti, nonché contratti, accordi con istituti bancari per ottenere finanziamenti ed assegni per un valore complessivo di circa 500mila euro.
Secondo quanto accertato dagli inquirenti, la vicenda trae origine dalla scoperta di investimenti finanziari con conseguente ingresso nel capitale di alcune aziende toscane operanti nel settore oleario. Pronti ad investire si presentavano soggetti di facciata dietro cui si celavano individui di origine pugliese, alcuni dei quali pregiudicati. Gli autori dei reati, dopo aver individuato sul mercato delle società poco solide o con difficoltà economiche, ma non ancora esposte a livello bancario e finanziario, si offrivano per risanare e risollevare le precarie sorti aziendali iniettando denaro fresco ed acquistando quote o azioni. Immediatamente dopo si attivavano per ottenere dal sistema bancario e creditizio finanziamenti di ingente valore. Ed è qui che entravano in gioco spregiudicati personaggi con trascorsi specifici nel settore fallimentare e profondi conoscitori delle tecniche di accesso al credito. Le somme venivano erogate portando allo sconto fatture per un valore di oltre 7 milioni di euro rivelatesi poi fittizie, in quanto relative ad operazioni commerciali in concreto mai realizzate.
Intascate le somme, in parte destinate all´acquisito di autovetture di lusso solo apparentemente destinate alle aziende, non rimaneva che far fallire le società attraverso il rilascio di assegni e bonifici a favore di soggetti riconducibili all´organizzazione. Una bancarotta fraudolenta in piena regola. L´attività degli investigatori è ancora in corso: si sospetta il coinvolgimento di altre persone che avrebbero assunto un ruolo determinante nel procurare contatti con funzionari del mondo bancario ed esperti consulenti finanziari.
Le tre ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Giudice delle indagini preliminari di Siena sono state eseguite dai finanzieri del nucleo di Polizia tributaria che hanno condotto per quasi due anni le indagini dirette dalla Procura senese. Accertamenti bancari a livello nazionale, pedinamenti, complesse analisi documentali i principali mezzi utilizzati dalle Fiamme Gialle per sgominare i responsabili dell'associazione a delinquere. Diversi i reati contestati: mendacio bancario, ricorso abusivo al credito, bancarotta fraudolenta, falso in bilancio.
Oltre agli arresti sono state eseguite diverse perquisizioni in Toscana, nel Lazio ed in Puglia (tra cui anche uno studio legale di Trani), che hanno consentito il sequestro di copiosa documentazione ora al vaglio degli inquirenti, nonché contratti, accordi con istituti bancari per ottenere finanziamenti ed assegni per un valore complessivo di circa 500mila euro.
Secondo quanto accertato dagli inquirenti, la vicenda trae origine dalla scoperta di investimenti finanziari con conseguente ingresso nel capitale di alcune aziende toscane operanti nel settore oleario. Pronti ad investire si presentavano soggetti di facciata dietro cui si celavano individui di origine pugliese, alcuni dei quali pregiudicati. Gli autori dei reati, dopo aver individuato sul mercato delle società poco solide o con difficoltà economiche, ma non ancora esposte a livello bancario e finanziario, si offrivano per risanare e risollevare le precarie sorti aziendali iniettando denaro fresco ed acquistando quote o azioni. Immediatamente dopo si attivavano per ottenere dal sistema bancario e creditizio finanziamenti di ingente valore. Ed è qui che entravano in gioco spregiudicati personaggi con trascorsi specifici nel settore fallimentare e profondi conoscitori delle tecniche di accesso al credito. Le somme venivano erogate portando allo sconto fatture per un valore di oltre 7 milioni di euro rivelatesi poi fittizie, in quanto relative ad operazioni commerciali in concreto mai realizzate.
Intascate le somme, in parte destinate all´acquisito di autovetture di lusso solo apparentemente destinate alle aziende, non rimaneva che far fallire le società attraverso il rilascio di assegni e bonifici a favore di soggetti riconducibili all´organizzazione. Una bancarotta fraudolenta in piena regola. L´attività degli investigatori è ancora in corso: si sospetta il coinvolgimento di altre persone che avrebbero assunto un ruolo determinante nel procurare contatti con funzionari del mondo bancario ed esperti consulenti finanziari.